Sebbene il consumo di carne sia in calo, solo 1 persona su 10 mangia cibi completamente vegetariani.
ZURIGO - Sempre più flexitariani si mettono a tavola ogni giorno in Svizzera. Per chi non lo sapesse si tratta di quanti, e il numero negli ultimi anni è in crescita, hanno deciso di modificare la propria dieta quotidiana riducendo gradualmente l’assunzione di carne e pesce a favore di latticini e verdura.
Definizione - Secondo Matthias Eggenschwiler, autore principale di uno studio dell’università di San Gallo, è flexitariano chi mangia sia alimenti vegetali che animali, ma non supera i 300 grammi di carne e i 200 grammi di pesce a settimana.
Analisi - Dallo studio condotto - co finanziato dal produttore alimentare Danone - emerge innanzitutto come - tra il 2022 e il 2024, il numero delle economie domestiche che vivono in questo modo è aumentato notevolmente, passando dal 18 a quasi il 27%. Cambiamento che interessa anche la Svizzera dove però il consumo di carne rimane superiore a quanto raccomandato dal governo federale.
Secondo Proviande (l'organizzazione settoriale dell'industria svizzera della carne), infatti il consumo di carne in Svizzera diminuisce solo lentamente. Dopo un forte calo a partire dagli anni ’80, negli anni 2000 ha registrato una stagnazione. Dal 2020 è leggermente in calo, ma con ben 48 chilogrammi pro capite è ancora al di sopra delle raccomandazioni del governo di 18.7 chilogrammi.
Cambiamenti - Ma ecco i principali cambiamenti a tavola (emersi dall’analisi su un periodo di 14 giorni degli scontrini di supermercati come Migros e Coop, ristoranti e servizi di consegna pasti come Eat.ch di poco più di 300 economie domestiche in diverse parti della Svizzera): innanzitutto gli svizzeri non sostituiscono la minor quantità di carne acquistata, aumentando di pari passo il consumo di verdure, cereali e legumi. Acquistano invece più prodotti lattiero-caseari. Anche se non bevono più tanto latte come prima, continuano a mangiare formaggio e quark, in grande quantità. «In Svizzera non si sa che nella produzione dei latticini viene utilizzata molta CO₂ e che questi causano elevate emissioni di gas serra», spiega Eggenschwiler.
Inquinamento - Esistono alternative più rispettose dell’ambiente: per esempio, il latte d’avena. Tuttavia, secondo il nuovo studio, il loro consumo rimane basso. La quantità di alternative al latte vegetale acquistate è aumentata solo dell’1% rispetto all’analisi di due anni fa.
Alimenti vegetali - Resistono dubbi sugli alimenti di origine vegetale. I consumatori oltre a formaggi e altri latticini puntano su funghi e verdure, e poi legumi come lenticchie, piselli e fagioli. I prodotti sostitutivi vegani, invece, seguono solo al settimo posto. Negli ultimi anni Coop e Migros si sono impegnate molto per sviluppare cotolette Quorn, Wienerli di seitan e carne macinata a base di soia, ma nonostante le costose promozioni, molti consumatori non sembrano acquistare regolarmente tali sostituti della carne, anche perché alcuni sono altamente lavorati e considerati meno salutari. Scetticismo soprattutto nelle zone rurali.
Carne - Sebbene alcune persone mangino meno carne, in Svizzera solo una persona su dieci mangia cibi completamente vegetariani. In generale, la tendenza verso uno stile di vita vegetariano o vegano sembra in fase di stallo. Un fattore centrale è il prezzo.
Governo Federale - Ciò significa che gli obiettivi fissati dal governo federale in materia di nutrizione stanno diventando ancora più distanti. Finora nemmeno l'1% della popolazione ha rispettato le raccomandazioni della piramide alimentare. Ora, in autunno, il governo federale ha pubblicato una nuova piramide in vista dell’obiettivo zero emissioni che la Svizzera deve raggiungere entro il 2050. Le raccomandazioni si basano non solo su risultati medici, ma anche su aspetti ambientali. Raggiungere questi nuovi requisiti diventerà molto più difficile.
La nuova piramide alimentare - I ricercatori dell’Università di San Gallo hanno analizzato in che misura gli svizzeri aderiscono alle linee guida della “Dieta della salute planetaria”, su cui si basa anche la nuova piramide alimentare svizzera. Tuttavia, nella piramide alimentare non sono stati inclusi tutti i prodotti, ma solo cinque prodotti di origine animale, ovvero: carne, pesce, burro/panna, formaggio e uova. Conclusione: solo il 13% delle economie domestiche soddisfa i requisiti della nuova piramide alimentare, il 2% in più rispetto allo studio di due anni fa.
Commento - «Questo è almeno un inizio», dice Eggenschwiler. È quasi impossibile per tutti aderire alle raccomandazioni nutrizionali federali. Le linee guida sono «più mirate a sostenere la popolazione con un’alimentazione sana ed ecologicamente sensata».