È ciò che rivela il barometro di Travail.Suisse.
La mole di lavoro è cresciuta in particolare nei settori della sanità, dell'istruzione e della società, ma anche nell'amministrazione pubblica
BERNA - Il coronavirus ha influenzato la situazione dei lavoratori in Svizzera in varie maniere. In molti hanno visto il carico di lavoro aumentare e la situazione famigliare farsi più impegnativa, senza alcun tipo di contropartita. È quanto emerge da un barometro sul tema di Travail.Suisse.
La mole di lavoro è cresciuta in particolare nei settori della sanità, dell'istruzione e della società, ma anche nell'amministrazione pubblica. «La crisi ha dimostrato l'importanza del servizio pubblico», ha affermato Gabriel Fischer di Travail.Suisse, citato in una nota.
A casa, la combinazione fra home office e cura dei bambini si è dimostrata gravante per molte famiglie. Una situazione particolarmente complicata nei nuclei con pargoli sotto i 12 anni.
Nonostante la situazione straordinaria e carichi notevoli, solo in un quarto dei casi i dipendenti hanno ricevuto un compenso adeguato. Nemmeno gli aiuti statali hanno veramente migliorato la situazione, secondo l'organizzazione. «Molti lavoratori sono stati abbandonati a loro stessi e hanno dovuto barcamenarsi fra lavoro, cura dei bambini e home schooling», ha sottolineato Fischer.
Bene lavoro ridotto e norme igieniche - Uno strumento ben utilizzato, sempre secondo Travail.Suisse, è stato invece quello del lavoro ridotto. La misura ha infatti permesso di evitare licenziamenti in massa.
I lavoratori, in generale, si sono comportati in maniera esemplare per quel che riguarda il rispetto delle norme igieniche, mostrando molta solidarietà e comprensione. Critico è stato però il comportamento degli infetti, con oltre il 40% di persone che non ha rispettato le norme di quarantena o autoisolamento.
L'home office ha dal canto tuo mostrato lati positivi e negativi. Fra quelli apprezzati, vi sono stati il tempo risparmiato per il trasporto, la calma e la gestione più autonoma del lavoro. Note dolenti sono invece state la mancanza di contatti sociali, l'assenza di ergonomia e la continua reperibilità. «Solo con chiare regole l'home office può funzionare per entrambe le parti come alternativa positiva alla presenza fisica sul posto di lavoro», ha affermato Fischer.