Secondo Stefan Fux, Direttore di una casa di riposo, «la vaccinazione sta perdendo la sua efficacia»
Al momento, la terza dose è prevista solo per le persone immunodepresse
BERNA - Sei decessi legati al Covid, con i casi che tornano a salire. Si tratta della situazione relativa alle case anziani svizzere, nonostante il personale e i residenti siano da tempo vaccinati. Inizia quindi a profilarsi la necessità di una terza dose per le persone più fragili.
Nella casa anziani Sankt Nikolaus, in Vallese, le vaccinazioni sono state chiuse il 27 gennaio. Ma a inizio settembre otto residenti hanno contratto il virus e quattro sono deceduti. Anche dei membri del personale sono stati infettati. Un caso simile si è manifestato nel Canton Zurigo, dove nel centro di cure Embrach, sette residenti sono stati contagiati e due di loro sono morti. Dei focolai sono stati segnalati anche nelle zone di Winterthur, Zermatt e Argovia.
Dopo otto mesi di calma, il virus è di nuovo riuscito a entrare negli alloggi per anziani. E il direttore del Sankt Nikolaus, Stefan Fux, ha dichiarato alla Nzz am Sonntag che è chiaro come «la vaccinazione stia perdendo la sua efficacia». Se prima i casi di positività al coronavirus con sintomi dopo le due dosi erano rari, con solo 2'055 casi da gennaio, la Confederazione ha annunciato che stanno aumentando. Sono infatti stati segnalati 210 contagiati solo nell'ultima settimana all'Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP).
Nonostante non sia stata ancora presa una decisione a livello nazionale sulla terza dose, alcuni Cantoni si stanno preparando per somministrarla nelle case per anziani. Lo ha confermato Michael Jordi, segretario generale della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità. Al momento, comunque, questa è prevista soltanto per le persone immunodepresse.