Il tribunale delle misure coercitive ha 48 ore di tempo per prendere una decisione
Diverse le strade possibili: decidere la durata della custodia cautelare, richiedere indagini ulteriori o abolire il carcere preventivo a favore di misure alternative.
BERNA - Sul caso della piccola Lisa quasi tutte le domande sono ancora senza una risposta. Giovedì una persona «vicina» alla piccola è stata arrestata con l'accusa di omicidio intenzionale. Venerdì il Ministero pubblico ha chiesto il carcere preventivo per quella che, ha precisato, è una donna di 30 anni del canton Berna. Non è stato dichiarato di chi si tratti, ma la descrizione combacia con quella della madre della bimba il cui corpo è stato trovato nei boschi vicino Köniz (BE).
In Svizzera - sottolinea 20 Minuten cercando di fornire un quadro della situazione attuale -, una richiesta di custodia cautelare può avvenire solo laddove vi è un forte sospetto di reato. Che da solo, inoltre, non è sufficiente. Deve essere soddisfatta una delle seguenti condizioni: grave rischio di fuga, rischio di collusione o rischio di reiterazione. Ciò è sancito dall'articolo 221 del Codice di procedura penale svizzero.
Attualmente il caso è quindi nelle mani del tribunale per i provvedimenti coercitivi del cantone di Berna. Questi ha 48 ore per disporre il fermo, cioè fino ad oggi, visto che l'istanza è stata presentata dalla procura questo venerdì.
L'arrestato, nel frattempo, ha il diritto di essere interrogato e gli si deve dare la possibilità di esprimersi in merito ai sospetti che hanno portato al suo arresto. L'imputato e il suo avvocato hanno il diritto di prendere visione dei fascicoli disponibili e, una volta disposto il carcere preventivo, può essere presentata richiesta di scarcerazione.
Il Tribunale dal canto suo può fissare la durata massima della custodia cautelare, può incaricare il Ministero pubblico di svolgere ulteriori e precise indagini, può abolire la custodia cautelare e ordinare invece misure alternative.