Per ora viene fatto sapere solo che la persona indiziata è "vicina" alla bambina.
Si tratta ora di stabilire se e in che misura abbia avuto un ruolo nella morte.
BERNA - Il Ministero pubblico del canton Berna ha annunciato oggi di aver avviato un procedimento per omicidio intenzionale dopo la scoperta, ieri, del corpo di una bambina in un bosco nei pressi di Köniz, poco fuori Berna. Una persona vicina alla bimba è stata arrestata.
Stando a una nota odierna della procura cantonale, si tratta di stabilire se e in che misura la persona fermata abbia avuto un ruolo nella morte della bambina. Sul corpo della piccola, viene fatto sapere, sono state trovate lesioni, ma non vi sarebbero segni di violenza sessuale.
Sono ancora in corso interrogatori e indagini per chiarire l'esatta causa del decesso. Sono inoltre già stati effettuati i primi accertamenti forensi, precisa il Ministero pubblico.
Quartiere sotto shock - Intanto lo shock nel quartiere è grande: «È davvero tragico quanto accaduto. Ho paura per i miei figli», riferisce a 20 Minuten una vicina e madre di due gemelli. La piccola, spiega, la conosceva solo di vista.
Come racconta un'altra mamma, invece, Lisa (questo il nome della vittima) era amica della figlia. «Andavano a scuola a piedi ogni mattina. Mercoledì l'ha aspettata invano». La donna la ricorda come una bambina amorevole e indipendente. «Ma era spesso sola. Non so perché».
Nella scuola, dove si è comunque scelto di non fermare le lezioni, sono state accese delle candele attorno alla foto di Lisa. In sua memoria sono anche stati distribuiti diversi orsacchiotti nel quartiere.
Nel frattempo, diversi agenti hanno perquisito la casa dei nonni, prima di metterla sotto sigilli. «La madre lavora, quindi la bambina trascorreva qui molto tempo», riferisce un altro vicino. La famiglia viene descritta come simpatica e tranquilla. Nessuno riferisce di tensioni o litigi. La porta d'ingresso, però, rimane sigillata. L'immobile è stato precedentemente perquisito. Anche la casa della madre è sotto sigilli.
L'avvocato André Kuhn spiega: «È una misura coercitiva, ma è necessario un primo sospetto di reato». Di norma, insomma, i sigilli vengono posti in quelle che sono sospette scene del crimine.
La casa può rimanere inagibile per il tempo necessario affinché vengano recuperate tutte le tracce. In alcuni casi, questo può richiedere diverse settimane. Specie se si tratta di «proteggere le impronte digitali», aggiunge l'esperto.