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ARGOVIABimba disabile uccisa: «I genitori hanno agito per amore»

10.09.24 - 16:42
La difesa ha domandato tre anni di carcere a testa per la coppia.
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Fonte 20 min
Bimba disabile uccisa: «I genitori hanno agito per amore»
La difesa ha domandato tre anni di carcere a testa per la coppia.

BREMGARTEN - «È stato un crudele assassinio compiuto a sangue freddo». Non ha dubbi il procuratore: i genitori accusati d’aver ucciso la figlia di tre anni portatrice di disabilità non hanno avuto alcuna pietà. Il processo cominciato ieri, lunedì 9 settembre, presso il tribunale distrettuale di Bremgarten, è continuato oggi con gli interventi dell’accusa e della difesa.

Le richieste - Il procuratore ha chiesto per la coppia, ritenuta colpevole di assassinio, una pena detentiva di 18 anni e l’espulsione dal paese per 15. Domandati anche 5 anni per la nonna, ritenuta complice. Anche lei dovrebbe lasciare la Confederazione per 15 anni. «La famiglia non viveva in armonia - continua l’accusa - inoltre, la vita della bambina non era fatta solo di sofferenza. Il delitto è stato pianificato con molto anticipo. Inoltre, già nel 2019 avevano provato a uccidere la piccola».

La difesa: «La madre non è un'assassina» - Per l’avvocato della madre, la donna «non è un’assassina. Ha fatto di tutto per la propria figlia. Purtroppo, la bambina, come scritto dai medici, avrebbe avuto bisogno di cure 24 ore su 24 per tutta la vita. La donna si è trovata in una situazione estrema e ha agito sotto la spinta di un grande stress emotivo. La decisione non è stata facile, la madre voleva risparmiare alla bambina dolore e tristezza».

«Hanno agito per amore» - Per il difensore del padre, «è stata una decisione difficilissima per i genitori mettere fine alle sofferenze della figlia. I genitori hanno agito per amore e perché si sentivano impotenti». I due difensori hanno chiesto per i coniugi tre anni di detenzione a testa per omicidio colposo.

«La nonna deve essere assolta e risarcita» - Per quanto riguarda la nonna, il suo legale nega che fosse d’accordo con l’uccisione della nipote: «Non sapeva nulla del precedente tentativo di omicidio e dovrebbe essere assolta in toto. Dovrebbe essere risarcita per i 52 giorni di detenzione».

I fatti - La sera del 6 maggio 2020, una coppia di genitori ha somministrato alla figlia di tre anni una miscela di latte in polvere per bambini, porridge di fragole, un grammo di MDMA (ecstasy) e un compressa di sonniferi mischiati in un biberon. La donna ha versato la pappa letale nella bocca della piccola, nella camera dei genitori, e poi ha atteso.

La dinamica - Quando i genitori, di origine tedesca, hanno notato che le gambe e le braccia della bambina si muovevano in modo insolito e si sono resi conto che non era morta, hanno provveduto di conseguenza. Il padre si è chinato sulla figlia, le ha messo uno strofinaccio sulla testa e le ha premuto la mano sulla bocca e sul naso. La madre intanto teneva la piccola tra le braccia e lo aiutava ponendo la mano sulla sua.

Decesso avvenuto per asfissia - La bimba soffriva di grave paralisi cerebrale, una malattia incurabile. Non riusciva a deglutire, non poteva camminare, non poteva parlare e aveva crampi e dolore continui. Questa condizione ha portato i genitori a porre fine alla sua vita. L'agonia della bambina sarebbe durata circa un'ora. Il decesso è avvenuto per asfissia.

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