A rappresentare la Confederazione c'erano la consigliera federale Simonetta Sommaruga e il suo collega di governo Alain Berset. Pure presenti gli ex ministri Christoph Blocher, Kaspar Villiger e Ruth Dreifuss, nonché rappresentanti dei governi dei due Basilea e di Soletta. Per il Partito socialista c'erano il presidente Christian Levrat e Helmut Hubacher, uno dei suoi predecessori.
Durante la cerimonia funebre, il consigliere agli Stati socialista Roberto Zanetti ha ricordato l'attività politica di Otto Stich. Citando la sua autobiografia, il "senatore" ha ricordato un episodio della vita di Otto Stich. Nel 1957, appena eletto quale sindaco di Dornach, dichiarò ai dirigenti della potente industria metallurgica presente nel suo comune che a suo parere un aumento delle imposte era inevitabile. Sentendo tali parole, un dirigente della società gli disse di "non aver bisogno di manovali". Otto Stich rispose standosene zitto. L'aumento delle tasse fu poi deciso l'anno seguente con il consenso dell'industria metallurgica.
Il parroco ha ricordato da parte sua la vita privata di Otto Stich: "quando era consigliere federale tornava a Dornach soprattutto il fine settimana. Il sabato per fare acquisti e la domenica per cucinare il pranzo da consumare in famiglia". Arrivato all'età del pensionamento, "ha imparato anche lavare e stirare, per aiutare la moglie".
Originario di Kleinlützel (SO), sposato e padre di due figli, Otto Stich nasce il 10 gennaio 1927 a Dornach. Nel 1955 ottiene il dottorato in scienze politiche all'università di Basilea. Dopo un periodo dedicato all'insegnamento, diventa nel 1971 capo del personale di Coop svizzera e nel 1980 direttore supplente.
Membro del Partito socialista dal 1947, Stich comincia la carriera politica nel suo comune, di cui diventa sindaco. Nel 1963 entra nel Consiglio nazionale e vi resta 20 anni, profilandosi come specialista di questioni finanziarie. Dal 1970 al 1975 è anche membro del Comitato direttore del PS.
La sua elezione al Consiglio federale, il 7 dicembre 1983, resterà negli annali della storia elvetica contemporanea. La maggioranza borghese del parlamento lo elegge al primo turno, preferendolo alla candidata ufficiale del PS Lilian Uchtenhagen. Durante tutta la sua permanenza in governo Otto Stich rimarrà a capo del Dipartimento delle finanze. Ha presieduto la Confederazione nel 1988 e nel 1994.
Nelle votazioni popolari, il "tesoriere" della Confederazione consegue vari successi, quali l'adesione della Svizzera al Fondo monetario internazionale alla Banca mondiale nel 1992, l'aumento dei dazi sui carburanti e l'introduzione dell'Iva nel 1993. Nei primi cinque anni Stich riesce anche a chiudere i bilanci con una eccedenza. Dal 1990 i deficit però si succedono, fino a toccare un picco di 7,8 miliardi nel 1993.
Dopo tanti risultati di prestigio, Stich conclude la sua carriera governativa con una nota negativa: lo sfacelo della Cassa pensione della Confederazione, del quale la Commissione parlamentare d'inchiesta (CPI), un anno dopo la sua uscita dal governo, lo riterrà il principale responsabile.
L'abbandono del Consiglio federale è dettato anche da problemi di salute. Vittima di un malore nell'ottobre 1994 durante una seduta con una commissione parlamentare sul budget, Stich è ricoverato all'ospedale dove gli viene applicato uno stimolatore cardiaco.
Un anno dopo getta la spugna. Lasciati gli impegni di governo, la salute del solettese rinvigorisce. Il disastro della Cassa pensione federale non sembra intaccare la stima di cui gode nella Svizzera tedesca. Stich è ancora chiamato a presiedere diverse fondazioni.