La sezione argoviese raccomanda di votare “sì”. L'esperto: «Una decisione che può avere un impatto significativo»
BERNA - L'UDC nazionale è contraria alla Legge Covid-19, su cui saremo chiamati a esprimerci il prossimo 28 novembre. Ma proprio in vista dell'appuntamento alle urne, mercoledì la sezione argoviese del partito si è smarcata, decidendo di sostenere la legge in questione.
Un risultato questo che non ha mancato di suscitare più reazioni, anche sui social media. Su Instagram qualcuno ha commentato: «Bravi, allora c'è speranza». Anche Cédric Wermuth, co-presidente del Partito socialista, ha esultato, definendo come «grandioso» il sostegno della sezione UDC argoviese. Persone come queste svolgono un ruolo centrale nella formazione delle opinioni nel proprio partito, dice a 20 Minuten. «I membri come Natalie Rickli o Jean-Pierre Gallati, in qualità di direttori sanitari, hanno molta familiarità con la questione pandemica». Ed è per questo motivo, secondo Wermuth, che molti elettori UDC si sono rivolti a loro.
La vede diversamente Thomas Matter, membro del comitato UDC: il “sì” alla Legge Covid pronunciato dalla sezione argoviese non rappresenta uno sgretolamento del partito, afferma. «Le differenze cantonali in genere non hanno alcun influsso sul voto». Nonostante ciò, secondo i sondaggi il prossimo 28 novembre i cittadini approveranno la Legge Covid-19. «Questi pochi voti UDC a favore della legge non faranno la differenza» dice ancora Matter.
D'altra parte, Daniel Kübler, professore di scienze politiche all'Università di Zurigo, ritiene che una decisione come quella presa in Argovia possa avere «un impatto significativo sul processo decisionale individuale». Ed è anche un segnale di spaccatura interno all'UDC, perlomeno sulla questione coronavirus.