Viaggi, vaccini e terze dosi. Lorenzo Quadri interpella il Consiglio federale sulle decisioni annunciate venerdì
LUGANO / BERNA - «I cittadini elvetici vengono discriminati, dal loro governo, rispetto ai frontalieri. Questo non è accettabile». A puntare il dito contro Berna, in un'interpellanza al Consiglio federale, è il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri.
«Le misure appena decise dal Consiglio federale per arginare la nuova ondata pandemica - si legge - mancano ancora una volta di coerenza» e «discriminano i cittadini svizzeri». Il riferimento è rivolto in particolare ai «requisiti posti per entrare nel nostro Paese». Da domani, «i cittadini elvetici che volessero recarsi in un Paese UE a noi confinante, ma fuori da quelle che sono definite regioni di confine, per poter tornare in patria dovranno presentare un test PCR negativo, compilare un modulo d’entrata e poi sottoporsi a un secondo test tra i 4 e i 7 giorni dopo il rientro». Vaccinati inclusi (e a proprie spese).
«Per contro, i frontalieri - poiché residenti nella fascia di confine - continueranno a entrare in Svizzera liberamente. Senza alcun controllo e senza bisogno di presentare tamponi negativi. Anche se prima di arrivare in Svizzera avessero trascorso un mese in Sudafrica», incalza Quadri, chiedendo al Consiglio federale come intende verificare che chi entra in Svizzera da una regione di confine «venga effettivamente dalla località dichiarata».
Il consigliere nazionale ticinese si sofferma infine anche sulla questione dei vaccini, chiedendo a Berna se non ritiene che le misure attuali «frustrino ulteriormente i vaccinati, danneggiando una campagna vaccinale già claudicante» e se «le restrizioni ai danni dei viaggiatori elvetici e altre limitazioni presenti e future si sarebbero potute evitare» iniziando prima la somministrazione delle terze dosi.