Il neo presidente della Confederazione ha incentrato il suo discorso sulla pandemia: «La crisi avrà una fine».
Nel suo intervento dopo l'elezione ha ringraziato anche famigliari, amici e la moglie Paola: «Grazie per la forza e per la pazienza con cui mi accompagnate e sostenete in questa missione».
BERNA - «Grazie di cuore per la fiducia che mi accordate. Assumo la carica di presidente della Confederazione come un grande onore e pienamente consapevole della responsabilità che ne deriva». È con queste parole che Ignazio Cassis si è rivolto all'Assemblea nazionale dopo la sua elezione a presidente della Confederazione per il 2022.
Dopo aver rivolto un pensiero al suo predecessore Guy Parmelin, ringraziandolo per il lavoro svolto negli ultimi mesi dove «ha fatto prova di calma, modestia e attitudine al compromesso», Cassis ha incentrato il suo intervento - effettuato in tutte le quattro lingue nazionali - sulla pandemia di coronavirus che ci accompagna da ormai due anni. «Ci ha toccato tutti. Indipendentemente dalla nostra funzione, dal nostro background sociale o dalla lingua che parliamo. Ha indicato ciò che ci separa: i malati e i sani, i giovani e gli anziani, i vaccinati e i non vaccinati, i centralisti e i federalisti».
Insomma, la pandemia ci ha sì allontanati, «ma non ci ha divisi e non ci dividerà», ha assicurato il ticinese. La coesione e la pluralità nazionale, sono infatti una «sfida permanente», visto che «le nostre diverse lingue, culture, religioni e ideologie politiche generano un dialogo a volte laborioso, scomodo e persino costoso. Ma questa sfida è il nostro motore, la nostra ragion d'essere». Cassis ha quindi dichiarato di voler dedicare il massimo impegno e tutte le forze per superare la crisi, ma anche per diffondere un po' di ottimismo tra i cittadini. «Il virus rimarrà, ma la crisi avrà una fine».
Il ministro degli esteri ha pure ribadito l'importanza della libertà, «che è il nostro bene più prezioso». Ma la libertà va anche di pari passo con la responsabilità «nei confronti delle generazioni future e dei più deboli della nostra società». Ha infine concluso il suo intervento, con la voce rotta dall'emozione, ringraziando i famigliari, gli amici e la moglie Paola: «Grazie per la forza e per la pazienza con cui mi accompagnate e sostenete in questa missione».