Ubs ha acquisito Credit Suisse: le reazioni della politica
BERNA - Arrivano le prime reazioni da parte della politica in merito all'acquisizione di Credit Suisse de parte di Ubs. E i pareri sono uniti nella rabbia e nella frustrazione.
Partito socialista - Il copresidente del Partito socialista svizzero (PS) Céderic Wermuth si dice «frustrato e arrabbiato».
«Dalla crisi finanziaria del 2008 non è cambiato nulla, niente di niente!», afferma il consigliere nazionale argoviese su Twitter. L'intero sistema finanziario è malato e assurdo, aggiunge. «E ora lo stato si permette ancora una volta di salvare tutti coloro che ci hanno sempre raccontato di essere grandi leader economici», conclude.
Unione democratica di centro - Secondo l'Udc la crisi di Credit Suisse è una conseguenza della «cattiva gestione portata avanti dal consociativismo PLR: ora la popolazione svizzera deve mettere sul piatto miliardi di franchi per correggere questi errori», argomenta il partito.
Le difficoltà della banca sono il risultato di decisioni gestionali fatali, scrivono i democentristi in un comunicato. «Invece di concentrarsi sulle sue attività svizzere di successo, l'istituto ha perseguito una strategia estera aggressiva. Questa strategia è ovviamente fallita e sta mettendo in pericolo l'intera banca e migliaia di posti di lavoro. Nel frattempo, la dirigenza ha incassato stipendi milionari senza doversi mai assumere la responsabilità».
L'Udc critica anche l'azione del Consiglio federale, giudicata precipitosa. Solo pochi giorni fa, la Banca nazionale e la Finma avevano confermato che Credit Suisse soddisfaceva ampiamente i requisiti patrimoniali. «Come è possibile che ora non vengano applicate le regole too big to fail, create proprio per questo caso?», chiede l'Udc. «Il Consiglio federale ha ceduto ancora una volta alle pressioni provenienti dall'estero?».
«A quanto pare, le autorità di regolamentazione e di vigilanza straniere hanno fatto pressione per non applicare le regole elvetiche». Secondo l'Udc, il governo avrebbe dovuto tracciare a questo proposito una linea chiara.
Partito liberale radicale - «Alla luce dei drammatici sviluppi degli ultimi giorni, questa decisione era necessaria perché venissero evitati gravi danni alla piazza finanziaria ed economica svizzera».
La posizione del Plr, espressa in un comunicato, è molto dura. «Diciamolo chiaramente: quanto accaduto con Credit Suisse è una vergogna per la Svizzera. Dalla crisi finanziaria del 2008, la direzione dell'istituto bancario non ha ovviamente imparato nulla».
Il Centro - L'operazione UBS-Credit Suisse è «la migliore delle cattive soluzioni», purtroppo necessaria per stabilizzare la fiducia nei mercati finanziari e proteggere l'economia svizzera: è il giudizio del partito del Centro sugli ultimi sviluppi odierni.
In un comunicato la formazione di ispirazione cristiana si rammarica che Credit Suisse non sia stato in grado di ripristinare autonomamente la fiducia nella banca. L'acquisizione crea una nuova banca di importanza sistemica molto grande in Svizzera, viene fatto notare.
La soluzione adottata comporta un rischio per la Confederazione. «Quindici anni dopo il salvataggio di Ubs, dobbiamo finalmente imparare la lezione e prendere le decisioni politiche necessarie per il futuro», scrive il Centro, senza fornire peraltro indicazioni più concrete al riguardo.
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