Il Consiglio federale investirà 31 miliardi di franchi per il programma d'armamento 2024. Il parere dei partiti.
BERNA - Il PLR e il Centro approvano l'orientamento strategico dell'esercito deciso oggi dal Consiglio federale e il conseguente aumento delle spese. Per il PS il programma di armamento deve essere annullato perché insostenibile finanziariamente.
Il rafforzamento della difesa è una «priorità assoluta», ha dichiarato il PLR in un comunicato. Pur attribuendo «la massima importanza» al freno all'indebitamento, il partito sottolinea che la capacità di difesa non deve essere «trascurata».
Anche il Centro ritiene che l'esercito abbia bisogno di maggiori risorse e si congratula con Viola Amherd che è riuscita «ad aumentare nuovamente il budget dell'esercito dopo decenni». Con l'aggressione russa in Ucraina e la guerra in Medio Oriente, il contesto geopolitico in cui opera la Svizzera è sempre meno sicuro, osserva il partito. Per far fronte a queste minacce, l'esercito deve modernizzarsi. In merito al «buco finanziario» dell'esercito di cui hanno riferito i media, il partito respinge le accuse e afferma che «l'esercito è in grado di far fronte ai propri obblighi finanziari».
«Per poter chiedere ancora più soldi al Parlamento, vogliono dare all'opinione pubblica l'impressione che l'esercito non sia in grado di adempiere ai suoi obblighi, nonostante un massiccio aumento del suo budget. Queste richieste oltraggiose, che stanno prosciugando il resto del bilancio federale, devono finire», afferma la consigliera nazionale socialista Laurence Fehlmann Rielle (GE). Il PS propone quindi «l'unica misura sensata dal punto di vista della politica finanziaria: il programma di armamenti 2024 deve essere cancellato in toto».
Anche per il Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE) la decisione del governo è invece «incomprensibile». Visti i problemi finanziari citati, il GSsE ritiene che «alla luce degli ultimi eventi, non ha senso che il Consiglio federale approvi ora stanziamenti d'impegno di diversi miliardi per l'esercito». L'aumento «sproporzionato» del bilancio dell'esercito porterà a «tagli massicci» nell'istruzione, nell'assicurazione contro la disoccupazione e nella cooperazione internazionale, prevede il gruppo. «Gli errori di pianificazione e gli sforamenti dei costi nelle forze armate non devono andare a scapito di altri settori della sicurezza», aggiunge.