È quanto dichiarato oggi dal presidente della Commissione di politica estera del Nazionale (CPE-N), Laurent Wehrli (PLR/VD)
BERNA - All'Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi (UNRWA) andrebbe concesso solo un contributo parziale destinato all'aiuto d'urgenza per la popolazione di Gaza. È quanto dichiarato oggi ai media dal presidente della Commissione di politica estera del Nazionale (CPE-N), Laurent Wehrli (PLR/VD), secondo cui tale denaro non dovrebbe essere utilizzato per compiti amministrativi, ma essere impiegato solo per portare sollievo alla popolazione della Striscia.
Niente da fare per una proposta (16 voti a 8) che chiedeva di sbloccare interamente il contributo elvetico - 20 milioni di franchi - all'agenzia dell'ONU per i rifugiati palestinesi fondata nel lontano 1949.
«La nostra decisione di un contributo solo parziale, sul cui ammontare dovrà decidere il Consiglio federale - ha sottolineato il deputato PLR - è stata presa per 13 voti a 11 dopo consultazioni con persone direttamente coinvolte, come il direttore dell'UNRWA Philippe Lazzarini, ma anche con rappresentanti di istanze molto critiche nei confronti di questa agenzia dell'ONU, come UN Watch. Nell'adottare questa nostra decisione abbiamo tenuto conto della situazione umanitaria a Gaza, dove è necessario intervenire rapidamente, ma anche del ruolo speciale - "nel contesto" attuale ha voluto precisa Wehrli - che svolge l'UNRWA nel sostegno alla popolazione».
Per 12 voti a 9, ha proseguito Wehrli, la commissione ha presentato una mozione che chiede al Consiglio federale di dirottare il contributo elvetico all'UNRWA per il 2024 all'aiuto d'urgenza, affinché tali fondi vadano unicamente a chi ne ha bisogno bisogno a prescindere dalla persona o dalla struttura sul posto: si tratta di garantire che i beni di prima necessità arrivino a Gaza attraverso corridoi sicuri e siano messi gratuitamente a disposizione della popolazione. «Nessun trasferimento diretto dovrebbe essere effettuato a favore dell'UNRWA», ha sottolineato.
Prima che il Consiglio federale prenda una decisione definitiva, si dovrà ancora attendere la presa di posizione dell'omologa commissione degli Stati. Tale procedura, ha rammentato Wehrli, è stata adottata in dicembre dopo le accuse all'UNRWA di un coinvolgimento di alcuni suoi collaboratori negli attacchi - mai provato finora, n.d.r - del 7 ottobre scorso di Hamas contro Israele.
Più in generale, ha aggiunto Wehrli, la CPE-N si è detta d'accordo all'unanimità con quanto stabilito dal governo il 24 aprile scorso, ossia di liberare a scaglioni 56,2 milioni di franchi di contributi a scopo umanitario per il Medio Oriente. Il Consiglio federale aveva anche precisato che sul discusso contributo all'UNRWA - 20 milioni - avrebbe deciso in un secondo momento.
I 56,2 milioni, ha spiegato il presidente della CPE-N, sono destinati a una quarantina di organizzazioni che operano nella regione. La strategia dell'esecutivo per il periodo 2021-2024 include nella definizione di Medio Oriente il Territorio palestinese occupato, l'Iraq, Israele, la Giordania, il Libano e la Siria. I fondi sono destinati a organizzazioni svizzere (come la Croce Rossa Svizzera, la fondazione Terre des hommes e Caritas), al Comitato internazionale della Croce Rossa, ad agenzie delle Nazioni Unite così come a organizzazioni non governative internazionali e, in parte, locali (Danish Refugee Council, Handicap International, Save the Children).
Negli ultimi mesi, con l'aggravarsi della situazione umanitaria a Gaza, diverse organizzazioni si sono appellate al Consiglio federale affinché sbloccasse i finanziamenti all'UNRWA. Ieri e oggi, in diverse testate della Svizzera romanda e tedesca, decine di personalità svizzere di spicco, tra cui le ex consigliere federali Micheline Calmy-Rey e Ruth Dreifuss, si sono appellate al governo chiedendo di continuare a sostenere questa agenzia. «Non c'è alcuna prova» che l'agenzia dell'ONU «abbia svolto un ruolo nefasto in questo conflitto», si legge nel testo.
Secondo molti pareri, compreso quello del CICR, solo l'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, «è attualmente in grado, grazie alla sua esperienza sul campo e alle sue strutture esistenti, di fornire un aiuto umanitario sostanziale alla popolazione palestinese, che ne ha un disperato bisogno».
Oltre alle due ex consigliere federali socialiste, il documento è firmato da ex diplomatici, giornalisti, intellettuali, accademici, sportivi, artisti e «altri cittadini impegnati nei valori democratici e umanitari del nostro Paese».
La Svizzera è uno dei maggiori donatori dell'agenzia ONU. Ha sospeso il pagamento in seguito alle accuse israeliane di coinvolgimento del personale UNRWA nei massacri del 7 ottobre. Ieri Amnesty International ha consegnato a Berna due petizioni con oltre 45'000 firme.