I due rami del Parlamento non trovano la quadra su tutela dal rumore, nuove abitazioni e ristrutturazioni
Permangono divergenze fra le due Camere in merito alla revisione della legge sulla protezione dell'ambiente. Pomo della discordia sono in particolare i criteri in materia di tutela dal rumore per le nuove abitazioni e le ristrutturazioni.
I due rami del Parlamento sono d'accordo nel voler allentare le disposizioni attuali per aumentare la densità abitativa all'interno degli agglomerati urbani, ma gli Stati hanno ribadito oggi, in terza lettura, di voler spingersi più lontano del Nazionale.
I "senatori", con 29 voti contro 14, sono sempre del parere che non dovrebbe essere necessario rispettare i valori limite quando le finestre sono aperte, se l'abitazione ha un'aerazione controllata. Il Nazionale auspica invece una soluzione più equilibrata.
Per la Camera del popolo, nelle nuove abitazioni, almeno la metà dei locali sensibili al rumore deve avere una finestra che rispetti i valori limite di immissione. Ma se viene installata una ventilazione controllata, è sufficiente che i valori limite misurati alla finestra aperta siano conformi in almeno una camera per abitazione. Un criterio valido è anche la presenza di un giardino tranquillo che possa essere utilizzato privatamente.
Le due Camere si erano invece già allineate per quanto riguarda le zone esposte al rumore del traffico aereo: non sarà introdotto un nuovo valore limite specifico. Per i due rami del Parlamento non sono necessarie ulteriori modifiche legislative rispetto al disegno del Consiglio federale per agevolare l'attività edilizia nelle vicinanze degli aeroporti.
La seconda parte della legge riguarda la bonifica dei siti inquinati. Oggi gli Stati hanno ribadito la concessione di un aiuto finanziario da parte della Confederazione in caso di bonifica di parchi giochi privati.
Il Nazionale vuole però sancire nella legge che, in linea di principio, è il proprietario privato a dover sostenere i costi di indagine e bonifica di questi siti, secondo il principio "chi inquina paga". Non vuole che le spese siano interamente a carico delle autorità pubbliche.
Il dossier torna quindi al Nazionale.