I rivenditori svizzeri sono preoccupati. Per Hettich, professore di diritto all'HSG, non è legale.
BERNA - Le auto elettriche non stanno avendo il successo sperato in Svizzera. Secondo il Sonntagsblick pare proprio che il numero di autovetture di ultima generazione acquistate sia lontano dall'obiettivo fissato dall'Ufficio federale dei trasporti (UFT). E ora i concessionari potrebbero vedersi recapitare delle multe retroattive. Un provvedimento, a detta degli esperti, illegale.
Stando a quanto appreso dalla redazione del domenicale, giovedì scorso è arrivata una lettera nell'ufficio del capo del DATEC, Albert Rösti. Scritta il giorno prima, era firmata da Gerhard Schürmann, CEO del Gruppo Emil Frey. Nero su bianco, si lamentava della situazione non rosea in cui naviga il settore, considerata «una diretta conseguenza della politica portata avanti in questi anni a livello federale». Critica la «mancanza di slancio» da parte di Berna e invita il Ministro dei Trasporti ad agire: «Contiamo sui politici e sull'amministrazione a breve termine».
Concessionari a rischio multa - Ma qual è il motivo di questa lettera? Secondo Grünenfelder, presidente dell'Associazione svizzera dell'industria automobilistica, pare essere il numero di auto elettriche finora vendute. «Se la popolazione svizzera non acquisterà un numero significativamente maggiore di questi veicoli, come richiesto dal governo federale, potremmo incorrere in multe annuale fino a mezzo miliardo di franchi svizzeri». Per evitarlo nel 2025 si dovrebbe vendere il doppio delle auto elettriche rispetto al 2024. Senza dimenticare che Albert Rösti è un ex lobbista del mercato dell'auto.
Una tendenza senza slancio - Insomma, malgrado il successo della legge sulla CO2 - approvata dalla popolazione nel 2023 e ancora in fase di consultazione - e che punta ad avere una Svizzera a emissioni zero entro il 2050, la realtà pare essere ben distante dalla visione del governo federale. Questo perché dopo l'iniziale boom della mobilità elettrica, l'andamento ha ristagnato sempre più. Alla fine del 2024 i nuovi veicoli elettrici immatricolati sono stati solo il 28%, in calo di oltre 10 punti percentuali su base annua. Una tendenza che non sembra essere stata colta in Svizzera «per via della maggioranza borghese che ha frenato la transizione ecologica, di una rete di stazioni di ricarica troppo frammentaria e del costo delle auto elettriche». Se si vuole acquistare un veicolo economico quelli a motore termico sono ancora i più convenienti. «In questo Paese - scrive la Sonntagsblick - mancano semplicemente gli incentivi».
Ora il capo ufficio di Rösti vuole un cambiamento. E minaccia i venditori di multe salate che potranno essere applicate retroattivamente dal 1° gennaio 2025. Di tutta risposta, l'industria automobilistica ha commissionato una perizia al professore di diritto dell'Università di San Gallo, Peter Hettich. In un rapporto di 102 pagine, visionato dalla redazione del Blick, Hettich riporta che «la riscossione retroattiva di una multa o di una tassa è illegale». E prosegue: «Non essendoci un referendum, non esiste alcuna base legale né per la modifica della legge sulla CO2 né per le modifiche all'ordinanza sulla CO2».
Interpellato, il DATEC ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Limitandosi a dire: «Il processo di consultazione è attualmente in fase di analisi. Come di consueto, stiamo valutando se e come modificare il progetto di ordinanza in consultazione sulla base dei commenti ricevuti», ha dichiarato il portavoce. Precisando: «Non commenteremo le dichiarazioni sulla bozza di consultazione prima che il Consiglio federale prenda una decisione».
Nel frattempo, pare che Rösti abbia ricevuto altre lettere, tra cui una dal gruppo Amag. Tutti avanzano la stessa richiesta: «Contiamo su di te, Albert».