Le prime reazioni. Per Aeschi (UDC), «la Svizzera deve tornare a una neutralità armata permanente». Sorpresi i Verdi
BERNA - Era ormai da tempo che si speculava sulle dimissioni della consigliera federale Viola Amherd. Solamente qualche giorno fa, i quadri dell'UDC nella tradizionale riunione annuale ad Horn, avevano intimato la capa del Dipartimento federale della difesa, della protezione, della popolazione e dello sport (DDPS) a dimettersi. «Si dimetta, signora Amherd!», avevano scritto in un comunicato stampa.
Oggi l'annuncio ufficiale arrivato in conferenza stampa da parte della consigliera federale. Le sue dimissioni saranno effettive entro la fine di marzo. Una decisione - ha spiegato ai media - che non ha nulla a che fare con le ultime critiche.
Tra le prime reazioni da parte dei partiti politici, sono gli esponenti del PLR a farsi sentire. A loro avviso il successore al DDPS dovrà «ripristinare ciò che è mancato negli ultimi decenni, ossia la capacità di difesa dell'esercito e una protezione nazionale affidabile». Per il PLR la priorità assoluta è dunque «il riarmo del nostro esercito che attualmente non è in grado di difendersi. Il primo dovere di ogni Ministro della Difesa è proteggere il proprio Paese: né più né meno. Per raggiungere questo obiettivo il PLR chiede alla nuova direzione del DDPS una chiara tabella di marcia per colmare le attuali lacune nella capacità di difesa».
Il PLR fa inoltre sapere che «il seggio del Centro nel Consiglio federale non è contestato. Il PLR aspetta quindi che il partito presenti una scelta di candidati per l’elezione suppletiva e li valuterà a tempo debito». E infine ha ringraziato la consigliera federale per il suo impegno e il lavoro svolto in questi sei anni a favore della Svizzera.
Thomas Aeschi (UDC): «Riportare esercito in primo piano» - Anche per il consigliere nazionale dell'UDC Thomas Aeschi (ZG) l'obiettivo ora è quello di rimettere l'esercito in primo piano. «C'è margine di manovra per migliorare la difesa del Paese», ha dichiarato all'agenzia di stampa Keystone-ATS. Sottolineando che «La Svizzera deve tornare a una neutralità armata permanente». Un modo di fare che, a suo dire, «ha salvato la Confedererazione da grandi disgrazie negli ultimi 200 anni». Ha poi aggiunto di apprezzare Amherd a livello personale. «Si è sempre dimostrata una persona disponibile al dialogo».
Su X il consigliere nazionale Nicolas Kolly (UDC/FR) ha ringraziato Amherd: «Ringrazio la consigliera federale per l'impegno in governo, malgrado vi fossero posizioni politiche divergenti, come è normale che sia. Una vita dedicata alla causa pubblica merita il massimo rispetto».
Sorpresi i Verdi - La notizia ha invece sorpreso i Verdi. Il partito si rammarica delle dimissioni, anche non condivide affatto le idee della consigliera federale sulla politica di sicurezza. La presidente del partito, Aline Trede (BE), in un comunicato ha ringraziato Viola Amherd «per il suo grande lavoro, soprattutto come Presidente della Confederazione, e riconosciamo il suo impegno per l'uguaglianza, in particolare nell'ambito dello sport». E ha aggiunto: «L'UDC deve ora far seguire i fatti alle dichiarazioni e assumersi la responsabilità del dipartimento della difesa».
Per il PS il successore dovrà opporsi alla politica UDC/PLR - «Ci aspettiamo che il successore di Amherd faccia pulizia nel DDPS e metta finalmente fine allo spreco di denaro dei contribuenti», ha scritto il PS in un post su Bluesky. Secondo il partito l'attuale maggioranza governativa sta aggirando il popolo, come dimostrano i risultati sulla tredicesima AVS, sul diritto di locazione e sull'ampliamento delle autostrade. Nel corso di questi anni, Amherd è stata spesso bersaglio di attacchi. In particolare dall'UDC che «l'ha criticata per distogliere l'attenzione dai suoi 20 anni di responsabilità nel DDPS e che ha contribuito in modo significativo a fare un vero e proprio dipartimenti di disastri, con una debacle degli armamenti dopo l'altra».
Il Centro esprime grande rispetto - Dal canto suo, il Centro si è detto rammaricato per la decisione presa consigliera federale.
Amherd, si legge in una presa di posizione, quale "ministra" della difesa si è sempre impegnata per gli interessi della Svizzera e dei suoi cittadini.
Il suo obiettivo è sempre stato quello di "costruire ponti", curare il dialogo e trovare soluzioni che potessero contare su un ampio sostegno nella popolazione. Il Centro ha poi sottolineato il suo modo di fare alla mano e la sua indole aperta.
Con il suo grande impegno ha lavorato per la sicurezza della Svizzera. Quale responsabile del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha riconosciuto la necessità di modernizzare l'esercito per adeguarsi alla situazione creatasi in Europa. Da notare fra le altre cose l'acquisto di nuovi aerei da combattimento e di sistemi di contraerea.
Amherd, viene evidenziato nella nota, ha poi dovuto gestire le forze armate nella più grande mobilitazione dalla Seconda guerra mondiale: quella legata al sostegno delle autorità civili durante la pandemia di coronavirus.