Dopo il silenzio stampa imposto da Berna, le Guardie di confine rispondono alle critiche sul loro operato con i migranti
MENDRISIO - Le accuse nei confronti delle Guardie di confine in servizio in Ticino sono state numerose. Da Amnesty all'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati, tutte le Ong si sono fatte avanti chiedendo chiarimenti sulle procedure di accoglienza dei migranti. Vengono respinte anche persone che fanno richiesta d'asilo? Come vengono trattati i minorenni non accompagnati? I colloqui preliminari alla frontiera sono cambiati? Sono diventati più severi? Oggi a Mendrisio i vertici ticinesi del Corpo hanno avuto il via libera per dare al pubblico la loro versione. A rispondere alle domande dei giornalisti sono Mauro Antonini, comandante delle guardie di confine della Regione IV, e Patrick Benz, capo specialista in ambito migratorio del Comando Guardie di confine di Berna.
La conferenza stampa è conclusa.
Schengen non permette controlli sistematici al confine, li state facendo?
Benz: «Un controllo sistematico significa perquisire tutti. All'interno di un treno, per esempio, non esaminiamo il 100% dei passeggeri, ma prendiamo in considerazione solo le persone sospette».
Lardori fa un esempio pratico: «Un controllo sistematico è quello che avviene negli aeroporti quando si va in uno stato terzo, quando si controlla il passaporto a ogni singola persona. Questo è un controllo sistematico».
«Caso unico» - Simona spiega la diversità di Chiasso rispetto al resto del Paese: «La situazione di Chiasso è particolare, perché il flusso si incanala attraverso la ferrovia. Negli altri centri federali, capita spesso che le persone si presentino spontaneamente al Centro di registrazione. È solo a Chiasso che la grande parte dei migranti arriva attraverso le Guardie di confine ed è un bene perchè i controlli di sicurezza vengono già fatti da loro».
Migranti che spariscono - Simona: «Il momento in cui il fenomeno di scomparsa viene a galla, è dopo che arrivano negli altri centri di registrazione. Ma chiedere asilo non può implicare una restrizione della libertà di movimento di una persona».
«Il padre deve dimostare di essere il padre» - Simona racconta un altro aneddoto: «È successo un caso in cui la Polizia cantonale ha portato due ragazze minorenni. Il padre si è presentato per prendere le figlie. In questi casi noi come Sem facciamo grande attenzione, anche perchè il padre deve dimostrare di essere il padre. Avvengono in questi casi dei colloqui separati e approfondite verifiche. Esiste sempre il rischio della tratta di esseri umani».
«Non basta l'immagine WhatsApp» - Patrick Benz: «Un'immagine su WhatsApp di un presunto fratello non è una prova. Serve qualcosa in più, la possibilità di contattare il parente».
Il caso del padre inesistente - Antonini racconta un altro caso: «Un ragazzo ha affermato di voler raggiungere il padre, abbiamo controllato e il padre è risultato non esistere in Svizzera».
Esiste la possibilità di un'ispezione rettale?
Antonini: «Non è sistematico, ma se sussistono dei sospetti viene eseguito». Su questo delicato tema interviene anche Attila Lardori, il portavoce delle guardie di confine: «I controlli invasivi del corpo vengono sempre fatti dal personale medico».
Perquisizioni in due fasi - Antonini spiega come avvengono le perquisizioni: «Dobbiamo fare in modo che le persone siano innocue dal punto di vista della sicurezza. Uomini controllano uomini, donne controllano donne. Siamo attenti: la perquisizione avviene in due fasi, si fa spogliare la parte superiore, la si fa riabbigliare e poi si procede con la parte inferiore».
Controlli con regole precise - Antonini: «Il controllo di sicurezza avviene con delle regole ben precise. Settimana scorsa si sono presentate a Chiasso persone che subito hanno destato sospetto, riconsegnati alle autorità italiane si è scoperto che non avevano niente a che vedere con la Legge sull'asilo o quella sugli stranieri».
«Il 40% dei migranti che si presenta come minorenne ammette di aver superato i 18 anni» - Simona: «Quello che facciamo è un colloquio preventivo quando ci troviamo di fronte a un minorenne per capire se lo sia veramente. Circa il 40% alla fine ammette di essere maggiorenne. Mentre con l'esame osseo si scoprono altri maggiorenni.
In che situazione si trova il centro di registrazione di Chiasso?
Simona: «Abbiamo passato alcuni periodi a giugno e luglio dove l'affluenza era particolarmente alta. La maggiorparte dei richiedenti si è trasferita in Svizzera interna, soprattutto in autobus, un 15-20% in treno. Il Centro non è mai stato veramente sovraccarico, perchè a livello svizzero la situazione è veramente calma. La pressione creatasi a Chiasso è stata facilmente gestibile».
Ci sono dei passatori che organizzano in diverso modo il flusso migratorio?
Antonini: «I passatori erano attivi qualche tempo fa. In questo momento l'80% delle entrate avviene via treno. Non è escluso che vi siano delle organizzazioni, ma operano in Italia. Monitoriamo anche la frontiera verde e i piccoli valichi, se dovesse riattivarsi questa via probabilmente riappariranno pure i passatori».
Via di transito - Antonini spiega che molti migranti vogliano solo passare dalla Svizzera per raggiungere altre nazioni europee. Soprattutto la Germania. «Non hanno intenzione di chiedere asilo, il loro scopo è transitare. Ma transitare senza i documenti, non è possibile. Capita anche che persone hanno chiesto l'asilo e quando scoprono che devono registrarsi in Svizzera non lo vogliono più fare. Lo scopo di rimanere in Svizzera è veramente di pochi».
Doppi e tripli conteggi - Antonini: «Il numero di persone può essere molto più basso di quelle mostrate dai dati delle entrate, perchè quando una persona ritenta l'entrata in Svizzera viene conteggiata nuovamente».
«Stiamo verificando il perché del calo di migranti» - Antonini: «Negli ultimi giorni c'è stata una diminuzione sostanziale dell'afflusso di migranti. Stiamo verificando cosa sta succedendo anche attraverso i contatti con l'autorità italiana».
L'audizione viene fatta da un singolo agente, questo garantisce che non vi siano decisioni arbitrarie?
Benz: «Quando ci sono molti migranti vi sono molte guardie di confine. Secondo la legge noi abbiamo delle responsabilità, ogni persona ha la possibilità di esprimersi».
Vari tentativi - Antonini: «C'è chi prova a Chiasso, poi a Briga, poi nuovamente a Chiasso. C'è chi rientra a varie riprese perché sa che alla sera ha la possibilita di mangiare, dormire e farsi una doccia.
La statistica: il 66% vuole il nord Europa: Il comandante delle guardie di confine dà alcune percentuali. «Circa due terzi cercano di raggiungere gli Stati del nord Europa, un terzo chiede asilo».
Antonini racconta un caso pratico: «La persona si presenta e fornisce identità non corrette. Si presenta una seconda volta, con una seconda identità e afferma di voler raggiungere la Germania. Solo alla quarta volta chiede asilo, pur con approfondimenti viene accolto, dopo le procedure, fa perdere le tracce. Ci sono situazioni in cui la richiesta d'asilo sembra fatta solo per evitare di essere inviati in Italia. Abbiamo visto che c'è un abuso in tal senso».
Durante il colloquio viene spiegato che possono chiedere asilo?
Benz: «È la persona che si deve esprimere. Anche solo attraverso la mimica, è la persona che deve fare una richiesta d'aiuto. Ogni persona ha la chance di chiedere asilo politico. Le guardie di confine conoscono il loro lavoro e i comportamenti dei migranti. Sono quindi in grado di capire le loro intenzioni».
La gestione dei minorenni - I minorenni vengono consegnati direttamente alla Polizia di frontiera italiana, per il resto la loro gestione è analoga a quella delle altre persone.
Basi legali invariate, procedure diverse - Le basi legali su cui si fonda questa procedura non sono cambiate. Sono cambiate le procedure per garantire la sicurezza, il rispetto dei diritti umani e la velocità del trattamento.
Lo conferma pure Mauro Antonini: «Non c'è stato nessun inasprimento del metodo di lavoro, i cambiamenti sono stati fatti solo per rispondere all'afflusso massiccio di migranti».
Contatto continuo - Il contatto tra guardie di confine e migranti è continuo, sia per parlare e spiegare le procedure che per mantenere la sicurezza.
Due vie - Chi rientra nella Legge sugli stranieri e necessita di riammissione viene consegnato alla Polizia italiana, chi ha fatto domanda d'asilo viene trasferito al Centro di registrazione e procedura di Chiasso, a quel punto la responsabilità è della Segreteria di Stato della migrazione (Sem).
Colloquio e moduli in 50 lingue - Arriva quindi il momento del primo colloquio. Alla persona si chiedono i motivi della sua entrata in Svizzera. Sono usate delle infografiche per comunicare e vi sono dei moduli da riempire in oltre 50 lingue. È durante questo colloquio che la guardia di confine decide se la persona va respinta in base alla Legge sugli stranieri, attraverso l'accordo di riammissione in Italia, oppure se subentra la Legge sull'asilo. In questa valutazione il caso viene analizzato a fondo: si analizza se si tratta del primo tentativo di entrata, se ci sono i documenti e se non sono stati falisificati.
Impronte digitali - Il terzo passaggio riguarda l'identificazione, con il rilevamento di due impronte digitali. Questo viene fatto solo ai maggiori di 14 anni. Le impronte digitali vengono mandate a Berna per fare una ricerca, così da capire se la persona è gia stata fermata o se ha già fatto richiesta d'asilo.
Controlli - A questo punto viene controllato cosa trasportano, sia per prevenire importazioni illegali che per tutelare la sicurezza del centro. Prima viene controllata la persona, in seguito il suo bagaglio.
Identificare le persone "vulnerabili" - Qui, attendono in sala d'attesa e vengono già identificate le persone vulnerabili: famiglie con bambini, minori non accompagnati. Dei braccialetti di diversi colori permettono di identificare più facilmente la situazione del singolo migrante. Famiglie, anziani, minorenni e malati hanno la priorità sui migranti giovani e sani.
Ecco come funziona il Centro Affluenze - Il capitano Patrick Benz espone il funzionamento del Centro Affluenze di Chiasso, ovvero il luogo dove i migranti vengono fermati per i primi controlli. Quando le persone vengono fermate, sul treno, sulla frontiera verde o sulla strada, sono accompagnate al Centro Affluenza.
Presente anche il Direttore del centro di registrazione di Chiasso Antonio Simona.
La sala conferenze del posto Guardie di confine di Mendrisio è gremita. Da Berna, oltre allo specialista in ambito migratorio Patrik Benz, è arrivato anche il portavoce del Corpo Attila Lardori. Circa una ventina di giornalisti presenti da tutta la Svizzera.