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Schianto del Super Puma: nessun colpevole

AIROLOSchianto del Super Puma: nessun colpevole

22.11.18 - 08:17
La caduta dell'elicottero, nonostante l'atterragio in una zona nella quale i cavi aerei sono numerosi, non può essere imputata a nessuno dei due piloti, né al loadmaster
TiPress / Samuel Golay
Schianto del Super Puma: nessun colpevole
La caduta dell'elicottero, nonostante l'atterragio in una zona nella quale i cavi aerei sono numerosi, non può essere imputata a nessuno dei due piloti, né al loadmaster

AIROLO - Nessuno è colpevole e non è stato riscontrato alcun comportamento negligente. È questa la conclusione a cui è giunto il giudice istruttore militare in merito all'incidente costato la vita a due persone nel settembre di due anni fa sul Passo del Gottardo.

Era il 28 settembre 2016 quando un elicottero Super Puma dell’esercito è precipitato. All’origine dello schianto la collisione con un cavo elettrico. L’incidente ha causato la morte dei due piloti e il ferimento di un assistente di volo. A distanza di più di due anni, arriva il rapporto finale: all’equipaggio dell’elicottero non può essere imputato alcun comportamento penalmente rilevante. Il procedimento non avrà dunque alcun seguito.

La ricostruzione dell'incidente - L'elicottero, del tipo Eurocopter «Cougar», era decollato verso le 11 da Stans in direzione del Passo del San Gottardo. A bordo si trovavano tre membri dell’equipaggio, un gruppo di quattro ispettori francesi e quattro militari svizzeri. Si trattava di un'ispezione di due giorni nel quadro del Documento di Vienna 2011 sulle misure miranti a rafforzare la fiducia e la sicurezza dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa).

Il punto di atterraggio previsto era l’ospizio del San Gottardo. Verso le 11.45 l’elicottero si è avvicinato al Passo, che i piloti hanno sorvolato da nord in direzione di Airolo. Successivamente hanno eseguito un sorvolo a 360° della zona di atterraggio. È probabilmente a questo momento - secondo l'inchiesta - che i piloti hanno deciso a favore di una zona d’atterraggio alternativa a sud dell’ospizio. I passeggeri sono scesi dall’elicottero mentre il rotore era ancora in funzione, mentre i piloti sono rimasti ai loro posti.

Il momento dello schianto - Dopo la chiusura del portellone da parte del loadmaster, l’elicottero è salito in verticale e si è apprestato a eseguire un volo traslato in avanti. Circa 8 secondi dopo il decollo le pale del rotore principale hanno urtato una linea aerea «che non figurava su nessuna delle carte degli ostacoli alla navigazione aerea disponibili». «Occorre presumere che nessun membro dell’equipaggio l’avesse notata in precedenza» si legge nel rapporto.

Le pale del rotore sono state gravemente danneggiate dall’urto e l’elicottero ha quindi perso la capacità di volare e di rispondere ai comandi, impedendo un atterraggio d’emergenza. Circa 5 secondi dopo l’urto, il velivolo è precipitato. Il loadmaster ha potuto essere estratto ancora cosciente dai rottami ed è sopravvissuto, benché ferito. Per quanto riguarda i due piloti è stato invece unicamente possibile constatarne il decesso. L’elicottero è stato distrutto completamente.

Nessun colpevole - Il rapporto del giudice istruttore giunge alla conclusione che la caduta dell’aeromobile non può essere imputata a nessuno dei due piloti, né al loadmaster. Anche se l’elicottero è atterrato e decollato in una zona nella quale le linee aeree sono numerose, infatti, «l’equipaggio ha agito nel quadro della libertà d’azione concessa ai piloti dalle prescrizioni vigenti per quanto riguarda gli atterraggi in zone con una fitta presenza di cavi aerei». Non vi è inoltre alcun indizio che la preparazione del volo e la preparazione dell’atterraggio non siano state eseguite secondo gli standard e le prescrizioni.

Sulla base dei risultati dell’inchiesta, il giudice istruttore ha stabilito che da parte dei piloti non vi è stato alcun comportamento penalmente rilevante. Anche per quanto riguarda il loadmaster «non è constatabile alcuna fattispecie penalmente rilevante». Non vi è alcun indizio di un comportamento negligente che potrebbe aver causato l’incidente. Il giudice istruttore ha pertanto proposto che il procedimento non abbia alcun seguito.

Il comandante competente ha approvato questa proposta. Di conseguenza il procedimento è concluso e passato in giudicato.

Evitare altri incidenti - Nel suo rapporto finale il giudice istruttore raccomanda di verificare se le prescrizioni vigenti concernenti la procedura di avvicinamento e di decollo non debbano essere adeguate, in particolare per le zone con una fitta presenza di cavi aerei. Ha inoltre raccomandato di esaminare se debbano essere adottate altre misure atte a diminuire in futuro il rischio di una collisione con ostacoli.

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