Perché le fatture, salate e poco chiare, fanno riferimento al TarMed? Non si tratta di prestazioni coperte dalle casse malati. Questione sottovalutata dai politici? Dietro le quinte del problema
CHIASSO – Le sue prestazioni non sono coperte dalle casse malati, però fattura secondo il TarMed, il sistema tariffario nazionale che comprende tutte le prestazioni mediche rimborsabili. Oltre 4'600 posizioni a cui corrispondono altrettante prestazioni. Funziona così la visita presso la sempre più discussa dottoressa del traffico, a Chiasso. Come se si andasse da un medico “normale”. Solo che bisogna pagare in anticipo oltre mille franchi. Cifra che nessuna cassa malati, ovviamente, trattandosi di reati stradali, rimborserà mai.
La risposta del Governo – In una recente risposta al deputato Cleto Ferrari, il Consiglio di Stato ha evidenziato che le perizie della dottoressa di Chiasso, unico medico del traffico in Ticino per il livello 4 (il più alto), non sono le più care della Svizzera. Giusto per citare qualche cifra, per un caso di alcolemia grave al volante, in Ticino la tariffa è pari a 1'150 franchi. A Berna la stessa perizia ha un costo di 1'332 franchi, mentre in Cantoni come Vallese, Zurigo, Vaud e Giura si superano abbondantemente i 1'400 franchi.
Un problema esteso a tutta la Svizzera – Il problema riguarda, dunque, anche gli altri Cantoni. Perché politicamente, a livello nazionale, è stato raggiunto un accordo che permette ai medici del traffico di fatturare secondo il TarMed, visto che si tratta di una prestazione al di fuori della LAMal? Se lo chiedono in tanti. Compreso Olivio Lama, segretario generale di santésuisse. «Non me lo spiego – sostiene – dal mio punto di vista è fuori luogo. Il medico del traffico con il TarMed non dovrebbe, a parere mio, aver nulla a che fare. Tantomeno con la LAMal».
Quella “specie” di perizia – E perché, pur essendo sempre citato il TarMed, non esiste mai una fattura dettagliata di quello che viene fatto durante una di queste visite? Visite che, secondo chi vi ha avuto a che fare, durano sempre attorno alla mezz’ora. Le regole indicano che la dottoressa del traffico debba effettuare una perizia medica sulla persona che ha commesso l’infrazione. Una perizia medica corrisponde solitamente a un’indagine seria e approfondita. Infatti, il TarMed prevede circa 240 minuti per una perizia.
Situazione sottovalutata – «Il Governo è molto in difficoltà nel fornire spiegazioni ai cittadini su questo tema – afferma Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici del Canton Ticino – probabilmente la questione del medico del traffico finora è stata un po’ sottovalutata. E adesso non si sa più bene cosa fare. Le visite, per quanto riguarda il livello 4, prima di tutto non sono trasparenti. Serve più chiarezza nelle fatture, per capire veramente quali sono le prestazioni fornite. C’è bisogno di sapere nel dettaglio cosa e come viene svolto durante quelle visite».
Dossier da analizzare – Come si passa da quei trenta minuti effettivi alle quattro ore previste dalla perizia? Si potrebbe immaginare che il resto del tempo la dottoressa lo passi ad analizzare i dossier dei pazienti. Ma in fondo il dossier del paziente, salvo eccezioni, è piuttosto scarno. Si tratta di gente che ha commesso un’infrazione, più o meno grave, in strada. I pazienti del medico del traffico hanno tutti un malloppo clinico in dote a tal punto da fare dilatare i tempi in questo modo?
Il TarMed fa gola – «Ho l’impressione – riprende Lama – che i medici del traffico facciano ricorso al TarMed perché dall’alto nessuno gli impone di fare altrimenti. Il TarMed resta comunque uno strumento autorevole. Ed è anche remunerativo». Ergo: per il medico del traffico, in assenza di altre direttive, il riferimento al TarMed diventa quasi automatico. «La scelta di cambiare rotta – precisa Lama –, a questo punto, dovrebbe essere politica».
Più volte in visita – Sorge un ulteriore interrogativo. Il sistema attuale è oggettivamente costoso. La gente, ogni volta che fa una visita dalla dottoressa del traffico, ci lascia un capitale. Spesso non ci si limita a una sola consultazione. Ma il conducente deve tornare più volte dal medico. E ogni volta viene emessa una fattura diversa, che si aggiunge agli oltre mille franchi iniziali.
Le opzioni per il futuro – Non sarebbe stato più opportuno, e più economico, stabilire una fatturazione come consulenza specialistica “una tantum”? L’alternativa sarebbe quella, già ventilata di recente, di istituzionalizzare la figura del medico del traffico. Non avrebbe più la possibilità di emettere le sue fatture (salate), ma sarebbe dipendente dello Stato e riceverebbe uno stipendio fisso.
Tariffe forfettarie come alternativa – Denti la sua idea ce l’ha. E sta cercando di portarla avanti. «Adesso occorre lavorare sulla mediazione. Il Governo dovrebbe riuscire a stabilire col medico del traffico delle tariffe forfettarie. La questione TarMed va messa definitivamente da parte. Anche perché il TarMed e la LAMal con questo ambito davvero non c’entrano nulla».