La donna faceva parte di gruppo criminale attivo in Svizzera. Identificata nei Paesi Bassi è stata fermata ed estradata
BELLINZONA - Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha concluso un procedimento penale nell’ambito della cibercriminalità e ha promosso l’accusa contro una persona dinanzi al Tribunale penale federale a Bellinzona. La donna accusata faceva presumibilmente parte di un gruppo criminale attivo in Svizzera tra marzo 2016 e luglio 2018 per mezzo del «voice phishing».
Dati rubati che hanno fruttato oltre 2 milioni - Nel procedimento penale, avviato a maggio 2017, la donna è sospettata di abuso per mestiere di un impianto per l’elaborazione di dati. Alla stessa è contestato di aver ottenuto dati di e-banking tramite telefonate nell’ambito di un gruppo attivo a livello internazionale. Con questi dati sono stati effettuati trasferimenti indebiti a scapito di circa 50 danneggiati in Svizzera per un importo superiore a due milioni di franchi.
Estradata in Svizzera - Grazie alla stretta collaborazione con le autorità olandesi e con il sostegno dell’Ufficio federale di polizia fedpol e di Eurojust, l’autrice del reato è stata localizzata e identificata nei Paesi Bassi. È stata successivamente arrestata a Rotterdam ed estradata in Svizzera, dove deve ora rispondere dei suoi atti dinanzi al Tribunale penale federale nell’ambito di una procedura abbreviata.