La Corte d'Appello di Milano ha accolto i reclami contro la decisione di primo grado del Tribunale di Como
CAMPIONE D'ITALIA - La Corte d'Appello di Milano ha accolto i reclami contro il fallimento del Casinò Campione d'Italia, deciso dal Tribunale di Como nel luglio 2018, presentati da Comune, Casinò e Banca popolare di Sondrio: con un clamoroso colpo di scena, come riporta gioconews,it, è stata dunque annullata la sentenza di fallimento della casa da gioco.
Tra i motivi che hanno spinto a pronunciarsi sulla nullità del procedimento c'è il fatto che non sia stato sentito il debitore, aspetto questo in palese contraddizione con il diritto fallimentare garantito dalla stessa Costituzione. Come scrive il sito specializzato, «ove sia stata presentata una proposta di concordato preventivo in bianco (...) va rispettato l'obbligo di audizione del debitore, per consentire allo stesso di svolgere le proprie difese prima della pronuncia di inammissibilità, salvo che, inserendosi la proposta nell'ambito della procedura fallimentare, il debitore sia stato comunque sentito in relazione alla proposta e abbia avuto di svolgere le sue difese».
«Riequilibrata una situazione disastrosa» - A predisporre il reclamo, per conto del Comune, erano stati gli avvocati Massimo Fabiani e Massimiliano Ratti, e il commercialista Corrado Ferriani, il quale ha commentato così la notizia: «Siamo molto felici, il diritto ha finalmente riequilibrato una situazione alquanto disastrosa per un'intera comunità. Ora bisognerà capire quali sono i passi successivi da svolgere, posto che la società è tornata nella posizione giuridica di fatto ante dichiarazione di fallimento».
La riapertura è ancora lontana - Il Casinò di Campione potrebbe quindi presto riaprire i battenti? «Astrattamente sì, sotto il profilo giuridico vi sarebbero i presupposti - continua Ferraini -, ma questo non è possibile per situazioni contingenti legate alle sospensione dell'attività e al licenziamento dei dipendenti, e comunque a una situazione creditoria e debitoria tutta da ridefinire in un'ottica differente da quella fallimentare».
Insomma, i sigilli alle porte del Casinò non andavano messi. Ma ora che è stato chiuso (e lo è rimasto per mesi), riaprirlo non sarà un'impresa facile.