La singolare vicenda si è verificata negli scorsi giorni nel quartiere di Cureggia. Ieri l’insegna è tornata al suo posto
LUGANO - Stráda dala Pignúdra, Cüregia Végia, Stráda da Bò, Runch di Furnás... Ora gli indirizzi di Cureggia parlano dialetto. Ma c’è chi non ci sta. E in segno di protesta addirittura smonta il cartello appena posato per poi consegnarlo in cancelleria comunale. La singolare vicenda si è verificata negli scorsi giorni, proprio in occasione dell’introduzione del nuovo stradario nel quartiere luganese. «Gli operai comunali che venerdì erano impegnati nella posa dei cartelli sono stati insultati da una residente, che ha poi rimosso l’insegna» ci conferma Roberto Späni, segretario della Commissione stradario di Lugano.
Ma l’episodio, in cui è stato preso di mira il cartello per la strada che ora ufficialmente si chiama “i Piánn”, è stato soltanto il culmine di una vicenda iniziata già tempo fa, quando la Città aveva informato per iscritto tutti i residenti di Cureggia del nuovo stradario. Allora la signora in questione si era infatti presentata allo sportello della pianificazione cittadina per manifestare il proprio disappunto. Ed era stata invitata a inviare una lettera al Municipio.
I nomi in dialetto? «Poco pratici» - Alla base del problema ci sarebbe anche un certo malcontento per la scelta di introdurre dei nomi in dialetto. Una scelta definita come «inappropriata e poco pratica» da una coppia svizzero-tedesca di Cureggia che proprio per questo motivo alla pubblicazione del nuovo stradario si era rivolta per iscritto alle autorità comunali. Dalla signora non era invece giunta nessuna lettera. «Venerdì ha però smontato il cartello e lunedì l’ha portato in cancelleria comunale» ribadisce Späni. L’insegna è tornata al suo posto nel primo pomeriggio di ieri, anche in presenza dell’agente di quartiere, «per evitare eventuali problemi». Se sparirà di nuovo, scatterà una denuncia.
Due opposizioni a Gandria - Non è comunque la prima volta che lo stradario cittadino fa discutere. A Gandria, per esempio, la procedura per la nuova denominazione delle vie è attualmente ferma a causa di due opposizioni. In questo caso la Città intende risolvere la questione per via bonale. «Incontreremo i cittadini che hanno fatto opposizione per discutere le alternative» spiega ancora Späni.
Eugenio Montale era finito al TRAM - Nel 2012 era invece stato chiesto al Municipio di annullare la decisione di intitolare una via di Viganello al poeta italiano Eugenio Montale. Secondo alcuni consiglieri comunali si trattava di una scelta non opportuna, in particolare a fronte del rapporto che intercorre con la vicina Italia. «La questione era finita al Tribunale cantonale amministrativo (TRAM)» ricorda il nostro interlocutore, sottolineando che comunque nel frattempo la denominazione della strada è definitiva.
Scelte non casuali - E per quanto riguarda lo stradario in dialetto in alcuni quartieri della Città, Späni ci dice che non si tratta di una scelta casuale. «La procedura prevede uno studio che considera gli aspetti toponomastici, vengono interpellate le persone del luogo e poi si scelgono le denominazioni». Il dialetto sarà utilizzato anche a Villa Luganese e in Valcolla, «perché fa parte del nostro territorio e la gente del posto ci tiene» conclude.