La 18enne malata di cancro si era curata in Ticino, rifiutando le terapie tradizionali. I genitori sono stati condannati a due anni di carcere
PADOVA - La storia di Eleonora Bottaro aveva straziato il Ticino. Il caso della 18enne giunta da oltre confine con una leucemia avanzata, e ricoverata all'ospedale San Giovanni di Bellinzona, è finito in tribunale in Italia. La giovane aveva rifiutato ogni tipo di terapia tradizionale, ed era deceduta alcuni mesi dopo.
Oggi è arrivata la sentenza, nel processo che vedeva imputati i genitori della ragazza con l’accusa di omicidio colposo. Sarebbero stati loro a "plagiare" Eleonora e a indurla a rifiutare la chemioterapia. Una scelta assurda che ha condotto la ragazza a una morte inevitabile.
La Procura italiana aveva chiesto due anni di reclusione per entrambi i genitori della 18enne - che era minorenne durante gran parte della malattia. A loro carico, pesa anche l’aggravante della prevedibilità degli eventi. Il giudice per le indagini preliminari aveva riconosciuto la «buona fede» dei genitori, seguaci delle terapie pseudo-mediche di Ryke Hamer. Ora però - scrive il Corriere della Sera - il Tribunale li ha condannati a due anni con la condizionale. «Il comportamento degli indagati appare essere stato diretto a una continua manipolazione della volontà di Eleonora» si legge nella sentenza.
«Credo nella giustizia divina, non ho sbagliato nulla» ha dichiarato la madre di Eleonora al termine dell'ultima udienza. «Rifarei tutto quello che ho fatto, solo Dio sa quanto ha sofferto mia figlia».