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CANTONEI morti per coronavirus in Ticino sono 8

16.03.20 - 17:22
330 i contagiati, di cui 17 in terapia intensiva (15 intubati).
TiPress
I morti per coronavirus in Ticino sono 8
330 i contagiati, di cui 17 in terapia intensiva (15 intubati).
Il medico cantonale: «Il coronavirus non è un problema che riguarda solo le persone in età avanzata. State a casa».

BELLINZONA - In Ticino i contagiati da coronavirus sono 330. Di questi - riferisce il medico cantonale Giorgio Merlani - 94 sono ospedalizzati. Le persone che si trovano ricoverate in terapia intensiva sono 17. Solo due di loro non risultano intubate. C'è un'ulteriore cattiva notizia per il Cantone: ci sono stati due ulteriori decessi. In Ticino i morti per Covid-19 salgono quindi a otto.

"Non è un problema per vecchi" - Le ultime (in ordine di tempo) vittime ticinesi di Covid-19 sono due persone anziane affette da patologie preesistenti, ma il medico cantonale ha colto l'occasione per precisare che il coronavirus non è un problema che riguarda solo le persone in età avanzata. «Lo dimostrano i fatti. Più l’epidemia si allarga e più è probabile che ci siano 30enni o 40enni ammalati - ha aggiunto Merlani -. In Ticino attualmente abbiamo anche cinquantenni che sono intubati in ospedale». 

Il medico cantonale ha pure evidenziato che la curva epidemica è in salita, ma ha voluto tuttavia rassicurare che «i guariti ci sono», senza però fornire dati e numeri in questo senso.

State a casa - Sia il medico cantonale, sia il comandante della polizia cantonale Matteo Cocchi, hanno più volte richiamato l’attenzione dei ticinesi sul rispetto delle misure restrittive. «Solo così possiamo riuscire a combattere questa epidemia e a fermare la diffusione del virus». Quindi l’invito è nuovamente a limitare i contatti e abbracciare quel senso di responsabilità necessario far fronte alla situazione attuale.

«Venendo qui ho visto davanti a un parco alcuni bambini giocare tutti insieme. Ecco, questo è sbagliato», ha fatto notare Merlani. «Si deve restare in casa. Gli unici contatti devono essere limitati ai familiari che vivono in casa. Si puo’ andare nel proprio giardino. Anche fare una passeggiata nei pressi dell'abitazione, ma evitate di avere contatti con altre persone». Perentorio l’intervento di Matteo Cocchi: «Si tratta di rispettare regole semplici e che devono essere messe in pratica da tutti. Qui ognuno deve fare la sua parte».

Medicine sì o no? - Da qualche giorno a chi ha sintomi influenzali viene (da diverse fonti) sconsigliato di prendere gli antinfiammatori non steroidei (FANS), tra cui l'ibuprofene. Il sospetto è che interferiscano negativamente nei pazienti affetti da coronavirus. Il medico cantonale ha spiegato che «si stanno facendo le dovute verifiche» e che «al momento non c'è nulla di sicuro». Anche lo Stato Maggiore Cantonale di Condotta (SMCC) precisa che «attualmente non vi sono prove concrete che questi medicamenti aggravino il decorso della malattia. Sono state riportate osservazioni in casi individuali, il che non è sufficiente a provare il loro ruolo causale nella gravità della malattia. In questo senso, sono in corso accertamenti da parte delle competenti autorità federali».

Per prudenza, però, i ticinesi sono invitati a optare come prima scelta per il paracetamolo per ridurre la febbre. Quindi meglio preferire il Dafalgan a Brufen e Algifor. «Chi però li sta già prendendo su indicazione medica o assuma l'ibuprofene per un trattamento di lunga durata non interrompa il trattamento di colpo, ma si informi con il proprio medico. La speranza è che nei prossimi giorni ci sia più chiarezza».

Non fare di testa propria - Proprio su questo argomento, lo SMCC segnala «che sono in circolazione diverse informazioni prive di fondamento scientifico in merito all’utilità di determinati farmaci, in parte molto tossici. Attualmente non vi è alcuna evidenza che l’uso di tali farmaci abbia qualsivoglia beneficio per il trattamento di Covid-19. L’assunzione di questi farmaci è di fatto pericolosa, pertanto se ne sconsiglia l’assunzione di propria iniziativa e senza aver consultato il proprio medico».

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