La testimonianza straziante di un 50enne: «Le autorità tengano conto dell’eccezionalità di questo periodo»
Andrea Martone, specialista in risorse umane: «L’economia si è fermata. Si bada solo all’indispensabile». Intanto in ballo c'è pure una mozione firmata da due parlamentari.
LUGANO - Ma quanto è dura trovare lavoro nella Svizzera italiana ai tempi del nuovo coronavirus? Decine di colloqui rimandati o annullati. La situazione, già di per sé non rosea, dei senza impiego si è ulteriormente complicata con l’arrivo del Covid-19. La testimonianza di Flavio (vero nome noto alla redazione), 50enne luganese, è emblematica. «Questo increscioso periodo, oltre alle tante disgrazie, tocca anche gente già poco fortunata professionalmente che si trova senza un impiego, come il sottoscritto».
Porte chiuse – Flavio, che ha un curriculum da urlo, cerca lavoro da tempo. Ma ora sta trovando quasi tutte le porte chiuse. «Noi disoccupati, siamo costretti a dovere cercare il lavoro, come se nulla fosse. Giustissimo farlo. Il problema è che con questa grave recessione a causa del coronavirus, tante ditte cancellano i colloqui precludendo totalmente le assunzioni. Altre non assumono più di principio».
Il tempo scorre comunque – Come se non bastasse, il “periodo quadro” a disposizione di un disoccupato per trovare una sistemazione avanza inesorabilmente. Indipendentemente dal Covid-19. E così si bruciano totalmente i giorni assicurati di cui un disoccupato dispone. «Nessuno pensa a questo grosso problema. C’è gente che rischia di finire i giorni assicurati senza potere far nulla, con il risultato di finire poi in assistenza».
Un appello disperato – Flavio è disperato. E si appella al Cantone e alla Confederazione. «Questo periodo di fortissima crisi, con possibilità di assunzione pari allo zero, dovrebbe essere riconosciuto dalla Segreteria di Stato dell’Economia (SECO) in modo da tutelare maggiormente le persone senza un impiego. Ad esempio concedendo al disoccupato un lasso di tempo supplementare pari al periodo di durata di questa pandemia. Le autorità tengano conto dell’eccezionalità di questo momento».
La mozione – Il tema è anche oggetto di una recente mozione firmata dalle deputate PPD Nadia Ghisolfi e Maddalena Ermotti Lepori: le indennità di disoccupazione andrebbero prolungate fino alla fine dello stato di necessità. A Ginevra, ad esempio, si è deciso, in accordo con la SECO, che al momento i disoccupati possono astenersi dal cercare impiego.
Per alcuni l’impatto è più devastante – «Quanto riporta il 50enne luganese è straziante – fa notare Andrea Martone, specialista in risorse umane –. Effettivamente questa emergenza sta toccando tutti, ma per alcuni ha un impatto economico devastante. I disoccupati, ma anche i liberi professionisti, sono entrati in una fase di precarietà che non ha precedenti».
In difficoltà, senza colpa – Lo specialista analizza la situazione a 360 gradi. «Il mondo economico si è fermato e si gestisce solo l'indispensabile. Quindi assunzioni, progetti, attività formative sono rimandate a un futuro migliore. Chi ha una remunerazione certa non ha problemi economici, le altre categorie sono in difficoltà oggettiva, senza averne alcuna colpa».
Giusto tendere la mano a chi è nei guai – Una società solidale dovrebbe farsi carico di questo problema, tendendo la mano a chi si trova nei guai? Secondo Martone sì. «Gli interventi ovviamente si dovrebbero diversificare per le diverse categorie: disoccupati e liberi professionisti. Il suggerimento del signore in questione mi sembra opportuno per quanto riguarda i disoccupati».