Il settore è in piena crisi e ora resta senza aiuti da parte dello Stato
Il portavoce: «Siamo pronti a farci sentire con una manifestazione»
LUGANO - «Per noi la situazione è drammatica». È questo il grido d’aiuto che i tassisti ticinesi avevano lanciato all’inizio dell’emergenza Covid-19, quando tutto il paese si era fermato. Ma ora che si è gradualmente tornati a una nuova normalità, il settore è ancora in piena crisi: «Non ci sono turisti, quasi nessuno chiama un taxi, gli aeroporti sono deserti: è ancora tutto fermo» afferma il presidente dell’Associazione tassametristi concessionari Lugano B (ATClub) e del comitato Taxi Ticino Uniti.
Una situazione, questa, resa ulteriormente difficile dal fatto che la categoria ora non ha più la possibilità di ottenere un’indennità di perdita di guadagno, come sottolinea il nostro interlocutore: «Proprio in questi giorni il Cantone sta comunicando ai professionisti del settore che le richieste d’aiuto finanziario sono respinte». Il motivo? «Avendo un piano di protezione, possiamo lavorare».
Ma - lo sottolinea ancora il presidente - «centinaia di tassisti e le loro famiglie devono fare i conti con il fatto che attualmente manca la clientela». E le perdite sfiorano il 90%. La categoria si sente pertanto abbandonata a se stessa.
Insegne luminose in piazza? - I tassisti lanciano quindi un nuovo appello al Cantone. E se necessario, si dicono pronti a farsi sentire anche con una manifestazione: «L’idea è di posare decine di insegne luminose dei nostri taxi in una piazza di Bellinzona» conclude.