Giorgio Merlani è convinto che il Belgio «avesse fatto confusione» sull'aumento dei casi: la situazione è migliore da noi.
Ticino Turismo: «Ci sono già state cancellazioni. Per noi sarebbe stata una "gabola"».
BELLINZONA - Il Ticino non è più "zona arancione" per i cittadini belgi che decidono di passarvi le vacanze. La raccomandazione delle autorità di Bruxelles è durata meno di un giorno, ma ha fatto tremare il nostro settore turistico. «Per noi sarebbe stata una “gabola”» ci aveva detto Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo.
Sì, perché il Benelux (quindi l'area che comprende Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) per il Ticino turistico è il quinto mercato più importante, dopo Svizzera, Germania, Italia e Stati Uniti. «La parte più importante di visitatori arriva dai Paesi Bassi, ma anche dal Belgio c'è un turismo di un certo livello» ci ha spiegato oggi Trotta, prima del dietrofront compiuto da Bruxelles. In quel breve lasso di tempo sembra che «delle strutture avessero già ricevuto cancellazioni da parte di ospiti belgi».
Ma «nel pomeriggio si sono svolte proficue trattative con le autorità belghe» - ha fatto sapere Ticino Turismo - e «il Ministero degli esteri ha subito provveduto a modificare la lista». Il sito internet è stato aggiornato e la notizia è stata confermata a 20 Minuten anche dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), che precisa di aver contattato le autorità belghe e di aver «preso atto con piacere della decisione del Ministero di stralciare il cantone dalla lista arancione».
C'era solo il Ticino - La paura era che il turista belga prediligesse altri cantoni elvetici. Infatti il Ticino era l'unica regione del nostro Paese che figurava nella famigerata lista “arancione”. «Una situazione penalizzante e che ci ha sorpresi tutti», afferma ancora Trotta.
«Nessuna motivazione scientifica» - In effetti sorprendeva il fatto che per la Svizzera la misura belga riguardasse esclusivamente il nostro cantone. Certo, il Ticino è stato una delle regioni elvetiche più colpite dalla pandemia, ma attualmente la situazione è ben diversa: «Il numero dei casi per 100'000 abitanti è nettamente più alto in altri cantoni, per esempio Zurigo, San Gallo, Vallese e Zugo», dice il medico cantonale Giorgio Merlani. La misura belga «non ha una motivazione scientifica». In Ticino, infatti, la situazione epidemiologica è persino migliore che in Belgio.
È stata fatta confusione? - «Potrebbero aver fatto confusione» affermava nel primo pomeriggio Merlani, ricordando che negli scorsi giorni in Ticino è stato di nuovo alzato il livello di guardia. E la campagna di prevenzione “Distanti ma vicini. Proteggiamoci. Ancora” è passata dal blu all'arancione, in particolare per sensibilizzare sul rischio di portare il virus in Ticino dalle vacanze all'estero.
Il caso del Lussemburgo - Anche il Lussemburgo si è trovato tra i paesi “arancioni”. E temendo un calo di visitatori dal vicino Belgio, lo scrive la testata Le Soir, le autorità locali hanno chiesto una rivalutazione della situazione. Chissà che non ottengano luce verde come il Ticino.