La convivenza sulla frequentata passeggiata "Bill Arigoni" è messa a rischio dalla velocità dei ciclisti
Le limitazioni sul tracciato proposte dall'Esecutivo di Agno non trovano però il via libera degli uffici cantonali. La legislazione concede possibilità d'intervento «molto limitate»
AGNO - Vanno vengono, ogni tanto si fermano. Ma più che altro sfrecciano. E quando incrociano un passante spesso sono scintille. Una tensione quasi elettrica, come il motorino che sospinge le due ruote. Parliamo dei margini di convivenza sempre più stretti e tesi tra pedoni e velocipedi sulle ciclopedonali.
Tensioni quasi quotidiane - Un problema che risulta particolarmente sentito sulla popolare passeggiata che costeggia il golfo tra Agno e Magliaso. «Quotidianamente, in particolare all’inizio della stagione turistica, riceviamo email di persone che si lamentano per l’eccessiva velocità dei ciclisti» confermano dalla Cancelleria di Agno. La “Passeggiata” intitolata al compianto granconsigliere Bill Arigoni è infatti molto amata da chi si sposta a piedi, in particolare dalle famiglie con piccoli e passeggini al seguito. Ma il suo tracciato fuori dal traffico ha vieppiù attirato i ciclisti. Non sono rari i gruppi di cicloamatori che così bypassano la strada cantonale al Vallone, ma numerosi sono anche gli e-biker che apprezzano la via sgombra di ostacoli. Tanto da sfrecciare a velocità spesso eccessiva, incrociandosi pericolosamente con chi passeggia.
Il Municipio propone - Spinto ad intervenire dai malumori montanti, il Municipio di Agno ha chiesto al Cantone immediati interventi a protezione degli utenti. Non solo chiesto, ma ha anche suggerito la strada da seguire: vietando, ad esempio, l’uso della passeggiata a determinate categorie di ciclisti (leggasi e-biker) oppure introducendo un limite di velocità o degli ostacoli fisici - cunette - nei punti di scarsa visibilità (ad esempio, la curva di fronte al circolo velico).
Il Cantone: pochi margini - Proposte che però non hanno trovato luce verde da Bellinzona. Le possibilità di intervento sono «molto limitate» ha spiegato Giovanni Simona, capo dell’Ufficio dei servizi di manutenzione. Questione di legge, «non si può impedire alle biciclette l’uso di una ciclopista». Altrettanto arduo comminare multe per velocità, dal momento che il ciclista non è obbligato ad avere un tachimetro sul proprio mezzo.
«Ma anche i pedoni...» - La stessa posa di eventuali dossi potrebbe acuire in realtà i rischi: «Non si può moderare le biciclette con gli stessi provvedimenti, che si usano per i veicoli a motore, perché potrebbero essere la causa di incidenti con conseguenze anche gravi per i ciclisti» rileva Simona, secondo il quale: «Non esistono, a mia conoscenza, provvedimenti di moderazione normalizzati per le biciclette». In difesa di queste ultime, il capoufficio evidenzia che «anche i pedoni dovrebbero prestare attenzione alle biciclette avendo particolare riguardo a non ostacolare il loro passaggio. Il tema a mio parere è piuttosto da ricondurre all'educazione e alla sensibilità di tutti gli utenti».
Buonsenso di marcia - Morale? Come nelle convivenze difficili il Cantone fa appello al «buonsenso di tutti i protagonisti». E promette di aggiungere sulla cartellonistica di propria competenza un invito a circolare lentamente. Basterà? Ci permettiamo di dubitarne.