Quattro incidenti gravi con un morto e sette feriti fanno finire sotto accusa la galleria mesolcinese.
Samuele Censi, che insieme ad altri due gran consiglieri ha scritto una lettera a Coira, mette in guardia sulla sicurezza. Ma l'USTRA frena: «Gli incidenti non vanno imputati all'infrastruttura. La galleria non è pericolosa».
ROVEREDO - Quattro incidenti gravi in meno di quattro anni. Quattro frontali che hanno provocato la morte di una donna - una 67enne ticinese il 12 marzo 2017 - e il ferimento più o meno grave di altre sette persone (vedi box). È il pesante bilancio che porta con sé la Galleria San Fedele di Roveredo, che domenica 6 settembre è stata teatro dell’ennesimo scontro tra due veicoli.
Avvenimento storico - Tanto atteso e ora tanto temuto, il tunnel che ha permesso la ricucitura del comune mesolcinese fu inaugurato il 7 novembre 2016. «L’apertura della circonvallazione è un avvenimento storico e un giorno di gioia», disse quel giorno, nel suo discorso d’apertura, l’allora responsabile del DATEC Doris Leuthard. Gioia che però si trasformò - appena quattro mesi dopo - in lutto con la morte di una 67enne ticinese.
I primi correttivi - A seguito di quel primo frontale, il consigliere nazionale Marco Chiesa - tramite un’interrogazione al Consiglio federale - mise in risalto per la prima volta alcune possibili lacune nella sicurezza del tunnel riportando «il senso d'inquietudine percepito da molti conducenti» al momento di percorrerlo e chiedendo un «potenziamento degli accorgimenti ottici e fisici lungo il percorso». Dopo l’atto parlamentare, l’USTRA era corso ai ripari, apportando alcuni correttivi.
«Galleria pericolosa» - Correttivi che, visto gli ultimi avvenimenti, non hanno sortito l’effetto sperato. «Resta una galleria pericolosa», sottolinea il gran consigliere grigionese Samuele Censi che insieme agli altri due rappresentanti del Circolo di Roveredo - Nicoletta Noi Togni e Manuel Atanes - ha inviato giovedì sera una lettera al Governo retico e ai rappresentanti alle Camere federali, chiedendo un intervento tempestivo per «evitare altre tragedie». «Già in sede di progetto - ci confida Censi in un'intervista - era stata evidenziata la pericolosità di un'autostrada a quattro corsie che s'immette in un tunnel a canna unica».
«Soluzioni ragionevoli e urgenti» - La proposta dei tre gran consiglieri è quella d'inserire barriere centrali amovibili che in caso di necessità potrebbero venir abbassate in maniera indipendente e di migliorare e potenziare la segnaletica orizzontale e verticale. «Siamo coscienti - continua Censi - che la maggior parte degli incidenti è provocata da errori umani ma bisogna assolutamente trovare soluzioni ragionevoli e urgenti. Le nostre sono proposte che potrebbero essere utili anche su altri tratti stradali e nei tunnel con una sola canna in tutto il territorio svizzero». Intanto la popolazione inizia a provare timore nei confronti della galleria. «In Mesolcina c’è preoccupazione in quanto quel tratto stradale viene percorso praticamente tutti i giorni da chi si reca a lavorare in Ticino. A dire la verità non sono pochi coloro che preferiscono utilizzare ancora la strada cantonale per evitare d'immettersi nel tunnel».
«Timore sotto il tunnel» - E anche Samuele Censi ci confida di non passare a cuor leggero sotto la galleria. «Personalmente quando imbocco il tunnel percepisco un po’ di timore. Spesso ho il pensiero che possa succedere qualcosa e spero sempre che chi giunge in senso opposto sia concentrato e attento alla guida». Il tema fa discutere anche la popolazione. «Come gran consiglieri siamo spesso sollecitati. Auspichiamo che il Governo e i nostri rappresentanti a Berna facciano sentire le nostre preoccupazioni di fronte a USTRA e quest’ultima non si limiti a parlare di statistiche e sicurezza generale dell’infrastruttura ma agisca in maniera razionale e lungimirante».
L'USTRA frena - E proprio all'Uffico federale delle strade abbiamo chiesto lumi riguardo al tunnel e alla sua presunta pericolosità. «Gli incidenti sono da ricondurre a una manovra errata dei conducenti e non all'infrastruttura», sottolinea il portavoce Eugenio Sapia. Quest'ultima soddisfa infatti tutti i requisiti in materia: «È dotata di un cunicolo di sicurezza e dei più moderni sistemi di aerazione e rilevamento guasti, piazzole di emergenza, idranti e segnaletica. La separazione dei due sensi di marcia - continua Sapia - è chiaramente segnalata dalla doppia linea continua e dal divieto di sorpasso vigente nella galleria».
«Rete monitorata costantemente» - Insomma, l'USTRA - che monitora costantemente le Strade nazionali - non ravvisa alcun pericolo nel tunnel mesolcinese. «La rete stradale viene sorvegliata costantemente - precisa il portavoce - in modo da poter intervenire nei punti critici in cui avvengono diversi incidenti della circolazione. La galleria San Fedele non può considerarsi pericolosa, così come gli altri tunnel a doppio senso presenti in tutta la Svizzera».
La cronologia:
Frontale 6 settembre 2020 - 4 feriti (uno grave)
Frontale 23 settembre 2019 - nessun ferito
Frontale 20 agosto 2019 - 2 feriti (uno grave)
Frontale 12 marzo 2017 - un morto e un ferito (grave)