«Gli ospiti hanno sofferto per l'isolamento». Merlani: «Sulla scuola non diventiamo troppo paranoici».
Le direttive cantonali anti Covid-19 imposte alle case anziani hanno fatto molto discutere nelle ultime settimane. Le famiglie di diversi ospiti, in particolare, denunciano l'impossibilità di fare visita in camera ai loro congiunti nonostante in Ticino i numeri della pandemia siano bassi da mesi.
Questa mattina il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto sull'evoluzione epidemiologica del nuovo coronavirus nel nostro cantone. Fra i temi toccati c'è stato anche l'aggiornamento delle suddette direttive cantonali per le case anziani, per le quali sono stati introdotti degli allentamenti.
Sono intervenuti Raffaele De Rosa, Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, Giorgio Merlani, medico cantonale, e Franco Tanzi, medico geriatra e coordinatore gruppo di lavoro case anziani SMCC.
Le nuove indicazioni, in vigore da settimana prossima, rendono di nuovo possibili le visite nelle camere degli ospiti delle case anziani. Il consiglio alle strutture è di permettere almeno un incontro alla settimana per una durata di 45 minuti. I familiari che fanno visita a un residente dovranno firmare una dichiarazione sul loro stato di salute, igienizzare le mani e indossare camice e mascherina, che dovranno essere tenuti per tutta la durata della visita. Continueranno a essere possibili le visite in giardino o in altri spazi dedicati nelle modalità conosciute finora.
Gli anziani potranno inoltre riprendere, se possibile, a uscire dagli istituti per determinate attività. Si identificheranno uscite "semplici", che non presentano un particolare rischio di contagio e non richiedono misure di profilassi speciali al rientro in struttura; e uscite "esposte" (coi mezzi pubblici, al ristorante o in luoghi affollati), che imporrano, al rientro in casa anziani, di portare la mascherina negli spazi comuni e consumare i pasti in camera per dieci giorni.
La conferenza stampa del DSS è conclusa.
Giorgio Merlani: Dire che il virus è sparito o è diventato un banale raffreddore è una trappola pericolosa. Adesso riusciamo a rispondere meglio e prima alla malattia perché siamo più preparati, ma il virus non è cambiato. Capisco che la gente sia stufa, ogni tanto lo vedo. Ora però viviamo una situazione di lusso. Spero non debba arrivare un nuovo aumento dei casi per dover tornare a sensibilizzare la gente. La situazione attuale dipende dall’attenzione che i cittadini stanno prestando alle norme di comportamento. Non viene da sé.
Giorgio Merlani: La situazione in Lombardia non è al livello di quelle di altre regioni estere confinanti. In Piemonte l’incidenza è di 21 contagi ogni 100mila abitanti, in Lombardia di 33. So dell’esistenza di focolai, a Milano per esempio, ma al momento ciascuno deve semplicemente affidarsi alle misure igieniche accresciute.
Franco Tanzi: I protocolli di entrata nelle case anziani (igiene, autodichiarazione, ecc.) non mi sembrano assolutamente eccessivi e vanno conservati.
Giorgio Merlani: Se avessi la ricetta del perché il Ticino è messo meglio degli altri cantoni quanto a contagi la venderei agli altri cantoni. Penso che la sensibilizzazione, già avvenuta, delle persone giochi un ruolo preponderante.
Giorgio Merlani: Non avendo i dati del tracciamento dei contatti, non posso dire se l'incremento nei cantoni romandi sia dovuto ai contatti con le regioni francesi di confine, più colpite, similmente a quanto accaduto per il Ticino con la Lombardia. Certo che i contatti tra le due aree sono stretti e frequenti.
Giorgio Merlani: Si aspetta un affinamento delle indicazioni su quando gli alunni debbano restare a casa da scuola. Non tutte le manifestazioni similinfluenzali, infatti, sono sintomi tipici del Covid. Si dovrà trovare un consenso tra gli esperti con sintomi più rigorosamente definiti. Il raffreddore isolato dovrebbe uscire dalla lista dei sintomi, almeno questo è quello che mi aspetto. Anche il mal di gola dovrebbe essere un mal di gola importante e non un "grattino" in gola. Non bisogna diventare eccessivamente paranoici.
Franco Tanzi: È in corso uno studio sull'incidenza dell'isolamento e della solitudine sulla salute degli ospiti delle case anziani.
Giorgio Merlani: Se ci fosse un caso di positività in casa anziani, il direttore avrebbe facoltà di chiudere immediatamente l'istituto, anche in attesa del risultato del tampone. Il paziente, inoltre, verrebbe isolato. In un caso di focolaio, poi, si procederebbe in modo generoso con i tamponi, che non danno però una sicurezza al 100%. All'inizio dell'infezione, infatti, il virus potrebbe non essere rilevato.
Raffaele De Rosa: Consigliamo a tutti di comportarsi con estrema prudenza. Spesso i contagi avvengono in contesti privati, come pranzi, cene o matrimoni, o nelle pause al lavoro. Non abbassiamo la guardia, anche in quei contesti manteniamo la distanza e, se non e possibile farlo, indossiamo la mascherina. Da non dimenticare anche l'igiene delle mani.
Giorgio Merlani: (Risponde a una domanda sul rientro degli universitari dai cantoni d'oltre Gottardo più colpiti): Non è prevista una quarantena, ma bisogna fare attenzione là e al ritorno in Ticino. Non è il caso che uno studente passi la settimana in giro a Zurigo e poi vada a trovare la nonna.
Franco Tanzi: In caso di visite "esposte", al rientro nell'istituto gli anziani dovranno invece portare la mascherina negli spazi comuni e consumare i pasti in camera per 10 giorni.
Franco Tanzi: In caso di un'uscita per una visita al cimitero, che mancava molto a molti ospiti, non ci saranno misure particolari al rientro.
Franco Tanzi: Nel caso di camere doppie bisognerà avere particolare rispetto per l'altro ospite.
Franco Tanzi: La visita ai residenti nella camere è una grande conquista. Consigliamo agli istituti di concedere almeno una volta alla settimana 45 minuti. Ma ci sono case che proporranno due volte alla settimana di 25 minuti.
Franco Tanzi: Il personale sorveglierà la preparazione e la vestizione prima della visita in camera. Le visite stesse, però, saranno libere, non più sotto tutela di un operatore. Ci affidiamo quindi al senso di responsabilità degli ospiti e dei loto familiari. Gli uni e gli altri dovranno firmare dichiarazioni in cui assicurano di non essersi recati in Paesi a rischio e di non presentare sintomi della malattia.
Franco Tanzi: Al momento non abbiamo alcun caso di Covid nelle nostre case anziani, e si tratta di 4'500 ospiti in 68 istituti. Questo dimostra la bontà delle misure applicate finora. I pazienti, però, hanno sofferto per l'isolamento, l'ho notato personalmente.
Giorgio Merlani: Forniremo esplicazioni chiare in merito all'applicazione delle direttive perché non ci siano differenze eccessive tra i diversi istituti come già avvenuto in passato.
Giorgio Merlani: Gli anziani potranno effettuare due tipi di uscite. Semplici, che non presentano un particolare rischio. O esposte: che comprendono l'utilizzo di mezzi pubblici o si svolgono in un ristorante o in presenza di molte persone. Queste ultime saranno seguite da misure d'igiene accresciute al rientro da seguire per dieci giorni (come una quarantena). Non equivarranno, però, a una vera e propria quarantena.
Giorgio Merlani: Le visite all'esterno, in giardino per esempio, restano. Quindi sarà possibile scegliere tra le due opzioni: fuori, in un'area apposita o in camera. In esterno, la mascherina potrà essere tolta solo nel rispetto della distanza sociale. Le modalità andranno discusse con i responsabili della singola casa anziani.
Giorgio Merlani: Le visite sono disciplinate in modo più generoso e in un'ottica di equità. Quindi, da settimana prossima, le visite in camera saranno possibili per tutti. Con misure di protezione però: mascherina chirurgica certificata indossata in modo corretto dall'ingresso all'uscita; camice; disinfezione delle mani.
Giorgio Merlani: Abbiamo stilato le nuove direttive per le case anziani in virtù della situazione epidemiologica e delle conoscenze acquisite, da noi e dai cittadini.
Giorgio Merlani: Per quanto riguarda le case anziani: ci vuole un equilibrio tra protezione, autonomia e relazioni sociali degli anziani. Premesso che la garanzia assoluta non esiste neanche con la chiusura totale.
Giorgio Merlani: Al momento, non abbiamo catene di contagio nelle scuole.
Giorgio Merlani: Dall'apertura delle scuole ci sono stati cinque casi di positività negli istituti del cantone, tutti nel post-obbligatorio. Nei casi delle scuole professionali non è sempre facile tracciare tutti i contatti, tra posto di lavoro e scuola. Questi cinque casi hanno comportato 33 quarantene, tra le zero e le 15 persone per ogni caso.
Giorgio Merlani: Al momento ci sono 34 persone in isolamento e 101 in quarantena, in aumento rispetto a maggio. 323 persone sono in quarantena dopo un rientro da un Paese a rischio. Prima dell'apertura delle scuole il 90% dei positivi era importato dall'estero. Ora ci sono piccoli focolaio sui luoghi di lavoro, in feste private o in locali notturni. Con i numeri contenuti che abbiamo riusciamo ancora a seguire abbastanza bene il tracciamento dei contatti. Tracciare il 100% dei casi, però, non è possibile. Uno degli ultimi casi è di una famiglia in cui tutti i componenti sono risultati positivi.
Giorgio Merlani: Se una persona viene ricoverata perché ha rotto il femore e risulta positiva al SARS-CoV-2 non viene registrata come ricoverata a causa del Covid-19 e non viene conteggiata.
Giorgio Merlani: In Ticino l'incidenza del virus è di 13 casi ogni 100mila abitanti su 14 giorni. I cantoni romandi sono in una situazione drammatica, con incidenze anche dieci volte superiori.
Giorgio Merlani: In questo periodo la malattia sembra avere effetti meno gravi in termini di ospedalizzazioni per via dell'età dei contagiati, che è molto più bassa rispetto alla primavera. Ciò è determinato dal fatto che ora si testano tutti coloro che hanno sintomi. Il virus non è cambiato. Se si tornasse alla diffusione incontrollata del virus torneremmo alla situazione della primavera.
Giorgio Merlani: Se non si testa non si trova la malattia, è vero. Se si testasse molto di più, però, si troverebbe molto di più. A livello nazionale, siamo a 16-17'000 test al giorno con una positività tra il 3 e il 5%. In Ticino siamo all'1,2-1,4%.
Giorgio Merlani: A livello nazionale siamo a una media di 500 nuovi casi di positività al giorno. Anche se non esponenziale, l'andamento è in crescita. È raddoppiato in quattro settimane.
Raffaele De Rosa: Le nuove direttive renderanno di nuovo possibili le visite nelle camere degli ospiti. Le stesse potranno inoltre essere più lunghe. Agli anziani sarà inoltre permesso uscire per determinate attività, con rigorose misure di profilassi al ritorno.
Raffaele De Rosa: Il rischio zero non ci sarà mai. In questo contesto così complesso non esistono soluzioni semplici e drastiche. Ogni misura va calibrata e concordata. Bisogna soppesare relazioni umane e affetti degli anziani. Gli ospiti degli istituti si spengono a causa della solitudine. Non sbaglia chi dice che questo senso d'isolamento è dannoso quanto il Covid.
Raffaele De Rosa: Il medico cantonale lo aveva detto a inizio marzo: "Chiudere alle visite nelle case anziani è stata la decisione più sofferta". Abbiamo percepito tutta questa sofferenza.
Raffaele De Rosa: Abbiamo sempre detto che avremmo dovuto affrontare una maratona. Siamo consapevoli anche che alle persone più vulnerabili si sta chiedendo un grosso sacrificio. È ancora necessario continuare a tutelare le persone più vulnerabili.
Raffaele De Rosa: Mercoledì, il Consiglio di Stato ha confermato le disposizioni su assembramenti (max 30 persone), mascherina per gli addetti di bar e ristoranti e clientela massima di 100 persone.
Raffaele De Rosa: Giornalmente riceviamo i dati di contagio e, mentre sul fronte ticinese la situazione rimane stabile, a livello nazionale registriamo un'allarmante tendenza all'aumento. Il quadro rimane molto fluido e la situazione può evolvere molto rapidamente. In alcuni cantoni il tracciamento dei contatti inizia a diventare difficile. Inoltre sono state riaperte le scuole e si prevede il ritorno di grande eventi.