L’Associazione ticinese dei giornalisti esprime solidarietà a Federica Ciommiento, aggredita ieri sera con una testata
Syndicom: «È un atto gravissimo e intollerabile che mina i fondamenti stessi del nostro sistema democratico»
LUGANO - «C’è da troppo tempo un modo sbagliato di guardare al giornalismo di qualità e al suo ruolo. Da troppo tempo se ne mettono in dubbio il valore, la credibilità e l’imprescindibilità per una società democratica». È con queste parole che l’Associazione ticinese dei giornalisti (ATG) commenta quanto accaduto ieri sera a Lugano. Federica Ciommiento, giornalista de la Regione, è stata colpita con una testata mentre si trovava in Piazza Molino Nuovo per in una manifestazione contro le restrizioni legate al coronavirus.
«Esprimiamo piena solidarietà alla collega aggredita mentre svolgeva il suo lavoro di giornalista», scrive l’ATG, che riferisce di un collega che ha subito violenza verbale. «Un grave fatto di violenza che va condannato».
L'occasione è buona anche per una riflessione: «Ci si chiede come mai la polizia che è stata chiamata non sia intervenuta». Ma soprattutto, impone un ragionamento più profondo sulla professione: «C’è da troppo tempo un modo sbagliato di guardare al giornalismo di qualità e al suo ruolo - continua l'Associazione -. Da troppo tempo se ne mettono in dubbio il valore, la credibilità e l’imprescindibilità per una società democratica». E conclude: «Il giornalismo merita rispetto e attenzione così come chi lo svolge nel tentativo, come quello della collega Federica Ciommiento, di leggere e spiegare la realtà complessa in cui viviamo».
Solidarietà anche da syndicom - Anche syndicom - il sindacato che tutela i diritti dei professionisti del settore svizzero dei media e della comunicazione - condanna con forza l'aggressione subita da Federica Ciommiento «ed esprime a lei e a tutti i colleghi coinvolti forte solidarietà e vicinanza».
Per syndicom «nessuno deve permettersi di intimorire o peggio aggredire gli operatori dell’informazione, spesso sottopagatI e in condizioni precarie». E invita la politica a «evitare strumentalizzazioni e impegnarsi maggiormente per migliorare le condizioni lavorative nonché l’immagine di questa, sempre più martoriata, importante categoria professionale».