Il Governo ha presentato nuove misure: stop alle manifestazioni (pubbliche e private) e stop allo sport di gruppo.
«Non saranno i divieti a sconfiggere il virus, ma saranno le nostre azioni. Questa è l'ultima chiamata», ha messo in guardia Norman Gobbi. Chiesto a Berna il ritorno alla situazione straordinaria.
Il Consiglio di Stato ha indetto questo pomeriggio - di domenica, «perché il virus non conosce giorni festivi» - una nuova conferenza stampa nella quale sono stati comunicati aggiornamenti sulle misure cantonali per contrastare l'emergenza coronavirus.
Assembramenti e manifestazioni - A partire da domani e fino al 30 novembre saranno vietati gli assembramenti con più di 5 persone negli spazi pubblici, nelle manifestazioni pubbliche e private. Le uniche eccezioni riguarderanno le riunioni dei vari consigli comunali e del Gran Consiglio, così come le assemblee di diritto pubblico e le raccolte firme. Saranno anche ammesse le celebrazioni religiose con un massimo di 30 partecipanti.
Attività sportive e situazione straordinaria - Stop anche allo sport di gruppo, salvo per gli allenamenti dei giovani fino ai 16 anni e per i professionisti. Il Governo ha inoltre deciso di alzare il livello di guardia al colore rosso e di scrivere a Berna per chiedere che venga decretata la situazione straordinaria.
Nella sala stampa di Palazzo delle Orsoline a Bellinzona erano presenti tre membri dell'esecutivo: il Presidente del Governo Norman Gobbi, il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa e quello del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta (per la prima volta in conferenza stampa dall'arrivo della seconda ondata).
La conferenza stampa è terminata.
«Dobbiamo essere coscienti che se non si rispettano le regole e non si limitano un po' le libertà, il sistema sanitario collasserà», ha detto Gobbi. Precisando però che nonostante i provvedimenti la responsabilità individuale rimane cruciale: «Come presidente non posso telecomandare nessuno. Ognuno deve far proprie queste regole ed essere responsabile».
Chi sgarra potrà incappare in una multa, che però non sarà immediata (ma ci sarà una procedura ordinaria) almeno finché non sarà decretata la situazione straordinaria.
«Il problema non è tanto a scuola, ma dopo la scuola», ha sottolineato Norman Gobbi rispondendo a un'altra domanda che chiedeva come mai ai compleanni potranno esserci al massimo cinque bambini mentre nelle aule si prosegue con una ventina di alunni.
«La situazione è diversa rispetto a marzo. In primavera i timori avevano già spinto le persone a non recarsi più negli ospedali. Ora non è più così ed è per quello che auspichiamo una maggior collaborazione spontanea da parte di tutti. Se la situazione non migliorerà sarà inevitabile un precettamento del personale sanitario per indirizzare questo personale dove serve», ha detto De Rosa rispondendo a una domanda che verteva sui cosiddetti interventi non urgenti.
«Consapevolezza e coerenza per raggiungere una calma condivisa». Con queste "3C" Vitta ha concluso il suo intervento.
«L'estate ci ha dato un po' di respiro, ma ora ci sono nuove incertezze. Ma il Governo continuerà a sostenere la linfa vitale del nostro territorio», ha detto Vitta. Cosa che ha fatto anche la Confederazione con i cosiddetti casi di rigore, il cui meccanismo presto verrà ottimizzato.
Dopo Gobbi e De Rosa è intervenuto Christian Vitta. «Le libertà di cui veniamo privati sono diverse, così come diversi sono stati i cambiamenti avvenuti nell'ultimo anno». Parlando dell'economia, Vitta ha ricordato che «ci sono persone che hanno costruito qualcosa con fatica e ora all'improvviso il loro futuro appare incerto». E questo nonostante le numerose misure a supporto delle aziende introdotte dalla Confederazione e dai Cantoni.
Tutti possono avere un decorso grave - De Rosa ha infine fatto una riflessione sulle persone ammalate, «a cui il Governo è vicino». «Un ricovero su quatto ha meno di 60 anni e circa la metà dei pazienti ha meno di 70 anni. Ci sono malati con 30 anni ricoverati nelle cure intense. Tutti potremmo essere esposti a un decorso grave della malattia». Mentre sulle case anziani ha detto che sono 170 complessivamente i residenti positivi, ma anche qui i numeri sono in aumento. «Saranno le case anziani d'ora in poi a comunicare eventuali contagi interni alle loro strutture, così come eventuali decisioni».
L'attività ordinaria degli ospedali sarà necessariamente ridotta e non è escluso un blocco completo degli interventi non urgenti, ha aggiunto De Rosa. «Non possiamo però potenziare all'infinito l'attività degli ospedali». Anche perché De Rosa «ha visto negli occhi degli operatori sanitari stanchezza e preoccupazione». Bisogna agire tutti assieme anche per loro.
Le ulteriori misure cercheranno di rallentare la curva dei contagi, ma la pressione sugli ospedali è già a un livello di guardia «e diventerà critica nei prossimi giorni, non nelle prossime settimane», ha detto De Rosa. «Se vogliamo aiutarli dobbiamo seguire le raccomandazioni». Carità e Moncucco registrano 15-20 pazienti in più ogni giorno, anche per questo il dispositivo ospedaliero è stato rafforzato: si passa da 60 a 82 letti nei reparti di cure intense, +20 letti intermedi, 320 letti acuti e altri 150 letti per pazienti stabili.
Dopo Gobbi ha preso la parola Raffaele De Rosa. «Una comunicazione di domenica sottolinea la serietà del momento. Le prospettive restano critiche nonostante le misure messe in atto a livello federale e cantonale e la crisi non conosce giorni festivi», ha detto. «La seconda ondata è arrivata più velocemente di quanto chiunque si potesse immaginare, e sarà più lunga rispetto alla prima, durata 4-6 settimane».
«Questa è l'ultima chiamata», ha ammonito Gobbi. Il rischio è infatti che in futuro bisognerà prendere misure ancora più incisive. «Insieme facciamo la differenza», ha concluso.
Lo Stato maggiore di condotta è stato inoltre messo in prontezza: ci sarà una riunione settimanale per capire come affrontare l'evolversi della situazione. Attualmente ci sono 12 militi dell'esercito impiegati alla Carità di Locarno e una quarantina di militi della protezione civile in supporto alle autorità sanitarie.
Il Governo ticinese ha anche scritto a Berna richiedendo la situazione straordinaria: «Il Ticino in primavera si è fatto carico delle proprie responsabilità e vuole farlo anche ora, perché il sistema sanitario svizzero è troppo difforme», ha detto Gobbi.
Responsabilità individuale - La campagna informativa passa al colore rosso, proprio per sottolineare la situazione allarmante che c'è nel nostro Cantone. «Solo insieme si può fare la differenza», ha spiegato il presidente del Governo. Per questo il senso di responsabilità individuale ci deve sempre accompagnare, «anche quando si pranza con in colleghi o durante le pause lavorative».
«Siamo coscienti che sono delle limitazioni importanti, ma la situazione è seria», ha detto Gobbi. Aggiungendo che «non saranno i divieti a sconfiggere il virus, ma saranno le nostre azioni».
Ecco le nuove misure in vigore da domani: sono vietati gli assembramenti di più di cinque persone negli spazi pubblici. Vietate le manifestazioni pubbliche e private con più di cinque persone (eccetto le manifestazioni religiose per cui il massimo è fissato a 30). Vietate tutte le attività sportive di gruppo (salvo per i minori di 16 anni).
Gobbi: «A differenza della primavera dove le giornate diventano più lunghe, in autunno le giornate si accorciano. Il rischio è quindi maggiore e va gestito assieme». Il presidente del Governo ha inoltre evidenziato il «difficile equilibrio fra sicurezza sanitaria e libertà individuali ed economiche».
Con qualche minuto di ritardo è iniziata la conferenza stampa. «Era da tempo che il Governo non prendeva delle decisioni di domenica e non si presenta con tre membri dell'esecutivo davanti alla stampa», ha aperto la conferenza Norman Gobbi, sottolineando «la serietà della situazione».