Il primo centro di vaccinazione sarà a Rivera e sarà attivo dal 12 gennaio per gli over 85 che si prenoteranno
Il farmacista cantonale in conferenza stampa: «Il vaccino di Moderna sembra maturare velocemente e potrebbe arrivare nelle prossime 2-3 settimane».
La campagna di vaccinazione contro il coronavirus prenderà il via lunedì 4 gennaio (tra cinque giorni) nelle case anziani. L'ampia informazione fornita nel periodo di Natale ha permesso di raggiungere un tasso di adesione del 90% tra i residenti delle strutture, mentre tra il personale (direttamente a contatto con gli ospiti, ma anche amministrativo) al momento è del 56%. Un dato che ha piacevolmente stupito le autorità, con la speranza che aumenterà ulteriormente («Bisogna capire se gli altri hanno detto "no" o non hanno ancora detto "sì"», ha commentato Giorgio Merlani).
Il primo centro sarà a Rivera - A partire dal 4 gennaio anche gli over 85 che risiedono presso abitazioni proprie potranno prenotarsi per il vaccino e recarsi, dal 12 gennaio, su appuntamento presso il primo centro di vaccinazione a Rivera (centro protezione civile). Entro fine gennaio verranno aperti altri due centri: uno nel Sopraceneri e uno nel Sottoceneri.
In arrivo il vaccino di Moderna? - Attualmente l'unico preparato che ha ricevuto l'omologazione da parte di Swissmedic è quello di Pfizer. Ma «il vaccino di Moderna sembra maturare velocemente e potrebbe arrivare nelle prossime 2-3 settimane», ha spiegato questa mattina il farmacista cantonale, Giovan Maria Zanini.
Un caso sospetto di "variante inglese" in Ticino - Giorgio Merlani ha parlato di «un caso sospetto di "variante inglese" in Ticino», una persona rientrata dal Regno Unito. La prassi, comunque, ora prevede che a chiunque risulti positivo al tampone venga chiesto se è stato in Inghilterra (o in Sudafrica) o se ha avuto contatti con qualcuno che è arrivato da questo Paese. Inoltre, uno dei valori che emergono dal test PCR consente di avere informazioni ulteriori sui casi da approfondire meglio.
La conferenza stampa si è conclusa. Grazie per averla seguita su Tio.ch!
L'RT è un criterio fondamentale per aperture/chiusure. Ora è sceso in quasi tutti i cantoni. Visti i numeri, che sono costanti, l'RT è ancora un criterio affidabile?
Merlani: «È un dato affidabile. La variazione dei test ha dato una serie di informazioni contrastanti in questi giorni. Non ci si può quindi basare solo sull'Rt, ma anche sul carico sulle strutture ospedaliere, i nuovi casi, i ricoveri,...».
In questi giorni si è detto molto "io non mi vaccino perché se si vaccinano i più fragili, è a posto così".
Merlani: «Ora dobbiamo vaccinare prima i vulnerabili, per ridurre la mortalità, la mobilità legata alla malattia. Poi anche le persone "normali" devono aderire alla vaccinazione. Se nessuno si vaccina non si arriverà mai al 70% dei vaccinati».
Quando inizieranno le somministrazioni del vaccino negli studi medici?
Zanini: «Quest'estate pensavamo che le persone più fragili sarebbero state vaccinate negli studi medici. Ma il vaccino Pfizer non è idoneo, perché richiede una logistica "difficile". Quello di AstraZeneca lo sarebbe, ma è in ritardo e non ci contiamo più in breve-medio termine.
Il vaccino di Moderna sembra un po' più malleabile (conservato a -20 gradi, in congelatore). Per quello che sappiamo oggi sembra essere stabile per 30 giorni a temperatura frigorifero e non deve essere ricostituito (quello di Pfizer va "preparato", quello di Moderna è "pronto all'uso").
Quando potremo aprire la vaccinazione sotto i 75 anni a chi ha malattie croniche, vorremo aprire ad alcuni studi medici selezionati (un centinaio), con il vaccino Moderna. Che a partire da fine gennaio, ci contiamo, noi avremo a disposizione con quantitativi che in febbraio aumenteranno.
Per cui la vaccinazione negli studi medici sarà disponibile dopo che avremo vaccinato le persone sopra ai 75 anni e avremo quantitativi sufficienti. Sempre che le caratteristiche del preparato a disposizione saranno "adeguate" alla somministrazione negli studi medici».
C'è un caso sospetto di "variante inglese" ma ci sono altre persone sotto osservazione?
Merlani: «Noi la variante inglese la sospettiamo in tutte le persone che rientrano dall'Inghilterra (che per legge sono obbligate all'annuncio e alla quarantena, insieme a chi atterra dal Sudafrica), quindi si sottopongono al test gratuito. Da tre giorni tutti i casi ricevono la domanda "lei è stato in Inghilterra o in Sudafrica o ha avuto contatti". E poi ci sono test di laboratorio PCR che danno un dato che può far sospettare che ci sia la variante inglese. Tutti questi tre sono per noi dei casi sospetti. Sono una decina al momento e ce n'è una per cui un test preliminare dice che potrebbe essere nuova variante inglese (non sudafricana), una perosna che rientrava dall'Inghilterra».
Per l'immunità di gregge si parla del 70% della popolazione vaccinata. Non è basso il 56% di adesione tra chi lavora nelle case anziani?
De Rosa: «Il personale che si occupa direttamente delle persone è sul 60%, il doppio rispetto ai consensi per il vaccino antinfluenzale. Quindi è un dato positivo. In pochi giorni l'adesione è aumentata».
Zanini: «Questi sono i dati di oggi, il primo passaggio in casa anziani. Verrà offerta la possibilità anche di un secondo passaggio per vaccinare il personale che in questo momento è ancora incerto. Sicuramente ci saranno persone che si aggiungeranno nelle prossime settimane. È previsto per chi ora non se la sente».
Merlani: «L'informazione medica in italiano sul vaccino Pfizer è uscita ieri. Noi abbiamo chiesto qualche giorno fa a chi vuole vaccinarsi. È tutto molto rapido e le persone hanno bisogno di tempo per farsi un'opinione. Magari quel 40% non ha detto "no" ma non ha ancora detto "sì"».
È il momento delle domande....
«Vaccino è musica del futuro. Ora il virus è presente e circola molto. Vogliamo chiudere questo annus horribilis e dimenticarlo rapidamente. Evitiamo di fare grandi feste. L'anno prossimo forse riusciremo ad avere un anno migliore», conclude Merlani.
«Un aspetto fondamentale in merito al vaccino sono le preoccupazioni. Dicono "il vaccino contiene RNA che andrà a modificare il mio DNA". Vi faccio un paragone. La cellula contiene le istruzioni per fare quello che la cellula deve fare. È come un libro di cucina: sceglie il menu, ricopi dal libro la ricetta (che è RNA) e la esegui. Il foglietto viene dato al cuoco che segue la ricetta. È la stessa cosa qui. Noi infiliamo nel corpo "il foglietto" con la ricetta. È il "cuoco" che poi prepara la torta, in modo che gli anticorpi riconoscano questa "torta" come qualcosa di estraneo da combattere. Non influenza il DNA.
Inoltre tutti gli studi hanno dimostrato che il 95% delle persone vaccinate non fanno un decorso grave. Il vaccino protegge bene nel 95% dei casi. Non abbiamo ancora la prova che la persona vaccinata possa essere o meno contagiosa. Non lo sappiamo ancora. Quindi anche le persone vaccinate dovranno continuare a rispettare le misure di igiene e distanziamento».
«Tutte le persone invitate allo studio di sieroprevalenza anche possono vaccinarsi senza problemi».
«È importante dire che chi ha fatto il Covid-19 da poco tempo, non ha controindicazioni con il vaccino».
«Abbiamo capito che la campagna di vaccinazione è un processo lungo e complesso - aggiunge Merlani -. Ricordiamoci che ci vogliono due dosi per persone, dello stesso preparato, la logistica quindi è doppiamente complessa.
La priorità dei gruppi è ben definita. Sappiamo che il vaccino è ben sopportato. Gli effetti collaterali sono rari e "benigni": dolore a livello locale, rossore e gonfiore a livello locale, ed effetti sistemici lievi (dolori muscolari, febbre, cefalea) in un'incidenza inferiore rispetto al virus stesso. E sappiamo che gli effetti collaterali negli anziani sono meno frequenti e meno gravi. Mentre l'efficacia è uguale a quella sui giovani.
Controindicazione assoluta è solo l'allergia manifestata alle sostanze contenute nel vaccino. Chi è allergico a una di queste non può essere vaccinato.
Non ci sono ancora dati sulle donne in gravidanza e sui bambini. Le persone immunosoppresse dovranno valutare con il proprio medico caso per caso».
«La maggior contagiosità, comunque, è allo studio. Non c'è un'esplosione diversa del virus. Ci sono casi confermati in Inghilterra, più di 3'000, in Scozia 20, una 40ina in Danimarca, 14 in Italia... è presente ovunque, ma non in percentuale elevata.
Una delle preoccupazioni collegate alla variante è il vaccino. La riflessione c'è, i dati ancora no. Non c'è la conferma che sia resistente né che sia efficace. I dati del centro di controllo a livello europeo e le informazioni che danno sono positive. Non c'è motivo di preoccupazione attualmente, non c'è dimostrazione che la "nuova variante" sia resistente al vaccino. L'Inghilterra ha vaccinato molto presto ed è proprio lì che circola: si vedrà in fretta l'impatto.
Non c'è nessun dato sulla maggiore gravità o mortalità del virus. Anzi, sembra che i dati vadano nell'altro senso. Anche perché si è diffuso principalmente tra i giovani».
«Si parla di "nuova variante inglese". Il coronavirus è un virus RNA che muta, ci sono due ceppi circolanti ora che destano alcune preoccupazioni: il ceppo inglese e il ceppo sudafricano. Ceppi diversi ma con la caratteristica comune di essere più contagiosi. Cioè, i ricettori che si attaccano alla cellula e si replicano, in queste mutazioni, sono più affini, con una carica minore è più facile contagiare le persone. In Inghilterra infatti si è diffuso più velocemente. Ci sono casi confermati in Svizzera, uno sospetto in Ticino. Ci sono una serie di persone rientrate dall'Inghilterra o che hanno avuto contatti con loro, questi valgono come casi sospetti e viene approfondita la situazione».
Prende ora la parola Giorgio Merlani: «Oggi 310 nuovi casi, 28 ricoverati, 25 dimessi, 9 decessi. Sono 373 le persone ora ricoverate in ospedale, 43 in terapia intensiva. È difficile commentare queste cifre. Abbiamo visto un'importante oscillazione delle cifre e non si possono prendere conclusioni. In questo periodo abbiamo anche a che fare con l'influenza di solito, ma quest'anno non circola a livello europeo. Il sistema sentinella svizzero rileva che su oltre 500 test effettuati, attualmente 0 sono risultati positivi al virus influenzale in Svizzera. L'influenza non sta circolando».
In questi giorni parte una lettera nominativa, personale, a tutti gli anziani residenti al domicilio in cui vengono date le informazioni sul vaccino. «Auguro a tutti che il prossimo anno cominci bene e ci porti ottimismo», conclude Zanini.
«Se arriverà il vaccino Moderna in gennaio, potremo estendere l'offerta e vaccinare un numero supplementare di persone - aggiunge il farmacista cantonale -. Devo ricordare che il mese di febbraio dovremo rivaccinare chi ha ricevuto la prima dose. Quindi le dosi che arriveranno in febbraio sono già "riservate". Abbiamo una potenzialità per gennaio, ma per febbraio avremo solo la possibilità di dare accesso (si spera) al vaccino di Moderna a chi ancora non si è vaccinato con il preparato di Pfizer».
Sono 11'600 gli over 85 che vivono al proprio domicilio. Avremo 2'500 dosi il 12 gennaio. Chi riuscirà ad annunciarsi potrà vaccinarsi a partire dal 12 gennaio, raggiungendo la sede di Rivera. A dipendenza della disponibilità del vaccino, da quante Pfizer ne fornirà, devo chiedere agli over 85 e che non riusciranno a prendere l'appuntamento subito o hanno difficoltà a raggiungere Rivera, di pazientare un attimo.
Dovranno aspettare fine mese, quando arriveranno le 6'800 dosi supplementari: ci saranno a quel punto tre centri di distribuzione (Rivera, Sopraceneri e Sottoceneri) e vaccinazioni sul territorio grazie al coinvolgimento dei Comuni, luoghi vicini agli anziani. Organizzeremo noi questi centri dislocati, a dipendenza delle risposte che arriveranno.
«Le dosi che restano a disposizione dopo le case anziani, saranno utilizzate per la fascia di popolazione over 85 anni. In conformità con le raccomandazioni della confederazione. Dal 12 gennaio chi ha più di 85 anni avrà la possibilità di sottoporsi alla vaccinazione a Rivera, al centro della protezione civile, su appuntamento, annunciandosi dalle 12 del 4 gennaio al numero verde che verrà comunicato».
«I presupposti per quanto riguarda la vaccinazione sono molto positivi. Ci attendevamo un tasso elevato da parte dei residenti nelle case anziani, che sanno cosa vuol dire ammalarsi di coronavirus. Quindi il 90% non è una cifra che ci ha sorpreso. Invece, il tasso del 56% da parte dei collaboratori non ce lo aspettavamo, pensavamo sarebbe stato inferiore. È una cifra incoraggiante. Lo stesso tasso di adesione lo trovano nel personale sanitario che lavora nei reparti Covid-19 negli ospedali. Persone a stretto contatto con la malattia».
«Entro il 7 gennaio le prime dosi saranno autorizzate in modo integrale, poi procederemo con la prossima fornitura con le case che non lo riceveranno nei primissimi giorni. Sarà il personale sanitario delle case anziani, sotto la responsabilità del direttore sanitario, a somministrare il vaccino agli ospiti. Hanno ricevuto tutto l'occorrente informativo, un'informazione accurata che ha permesso di raccogliere anche i consensi. Un passo fondamentale che prima del 19 dicembre era impossibile. Abbiamo ricevuto i documenti in italiano dalla Confederazione prima di Natale, li abbiamo girati alle case anziani e nei giorni del Natale il discorso nelle strutture era di esprimere il consenso alla vaccinazione».
«La distribuzione del vaccino è stata attribuita a una ditta specializzata, la Galliker. Specializzata nella logistica e autorizzata a trasportare medicamenti, rispettando la catena del freddo».
«Il primo quantitativo di vaccino arriverà in Ticino domani!».
«Il 4 gennaio inizieremo a vaccinare gli ospiti e i collaboratori delle case anziani. Abbiamo 3'845 dosi ora che saranno esaurite entro il 7 gennaio. L'obiettivo è di essere passati in tutte le strutture a fare la prima vaccinazione entro metà gennai».
«Il vaccino di Moderna sembra maturare velocemente e potrebbe arrivare nelle prossime 2-3 settimane. Se sarÀ così, entro la fine di gennaio avremo altre 12'000 dosi che potremo destinare ancora alla popolazione dei nostri anziani. IN base a quante dosi riceveremo, potremo abbassare la fascia d'etÀ dei vaccinati».
Il 28 dicembre sono arrivati i dati dell'adesione alla vaccinazione nelle case per anziani (7'500 dosi). Per l'11 gennaio avremo un residuo di 2'500 dosi che possiamo immediatamente assegnare agli over 85 anni che risiedono al loro domicilio».
La parola passa ora a Giovan Maria Zanini: «Prima delle buone notizie di oggi, forniamo qualche dettaglio sulle 17'000 dosi che abbiamo a disposizione come cantone per il mese di gennaio. Il 17 dicembre la Confederazione ha chiesto ai Cantoni di essere pronti a partire con la vaccinazione sistematica il 4 gennaio. Noi abbiamo risposto subito "presente" e sapevamo che avremmo avuto a disposizione per i primi interventi un totale complessivo di 10'000 dosi, di cui metà subito a inizio campagna e l'altra metà nella seconda parte del mese, verso fine mese. In quel momento la raccomandazione della Confederazione era di usare una dose per vaccinare la persone e mettere da parte la seconda dose per poter rivaccinare la stessa persona a distanza di quattro settimane. Quindi le 10'000 dosi sulle quali potevamo contare sarebbero servire a 5'000 persone, gli ospiti delle case per anziani.
Il 19 dicembre c'è stata l'omologazione da parte di Swissmedic e si è capito che non era imperativo rispettare il termine di 4 settimane per somministrare la seconda dose, ma si poteva allungare un po' questo periodo di qualche settimana. Quindi abbiamo deciso di usare le 10'000 dosi per 10'000 persone.
Il 22 abbiamo avuto l'informazione che la seconda fornitura sarebbe arrivata prima. Poi abbiamo saputo che per il 24 di gennaio avremo altre dosi non previste inizialmente. IL quantitativo totale è quindi arrivato a 17'000, poi aumentato grazie alle dosi inserite in ogni scatola (arrotondamento). Visto che abbiamo un'alta popolazione anziana, noi abbiamo potuto ricevere un quantitativo supplementare».
«Domani notte iniziamo un nuovo anno - conclude il direttore del DSS -. La vaccinazione è un'opportunità da cogliere per lasciare finalmente ai libri di storia quello che ci è accaduto nel 2020. A nome del Consiglio di Stato esprimo vicinanza e affetto a chi è stato toccato duramente dalla malattia e auguro a tutti di poter affrontare il 2021 con maggior ottimismo, fiducia e serenitÀ».
«L'impegno individuale e collettivo resta decisivo, perché i numeri non diminuiscono e la pressione sugli ospedali è forte. Con riferimento particolare ai collaboratori della Carità e di Moncucco, posso dire che avranno accesso al vaccino in maniera prioritaria già nel corso di gennaio».
«La maratona continua - aggiunge De Rosa -. Occorre procedere un passo alla volta, con pazienza e perseveranza. Iniziamo dai residenti delle case anziani e chi vi lavora. Poi gli over 85. Nel frattempo occore continuare a rispettare le regole di igiene e di comportamento».
«La campagna di vaccinazione sarà lunga e a dipendenza della disponibilità del vaccino verrà aperta ad altre fasce della popolazione. Le variabili in gioco sono ancora numerose. Puntiamo a un'organizzazione flessibile e modulabile, il più possibile».
«Gli over 85 potranno rivolgersi al proprio Comune se non sono in grado di raggiungere Rivera autonomamente. I diretti interessati riceveranno nei prossimi giorni una lettera».
«Anche la popolazione over 85 residenti al proprio domicilio potrà essere vaccinato. Il primo centro di vaccinazione sarà a Rivera, presso il centro della protezione civile. Lì dal 12 gennaio potranno recarsi gli over 85, contattando il numero verde "vaccinazione". Ci saranno inizialmente 2'500 posti, che saranno poi progressivamente aumentate. Entro fine gennaio avremo altri due centri: uno nel Sopraceneri e uno nel Sottoceneri per ulteriori 6'800 vaccinazioni».
«Entro la fine di febbraio i residenti delle case saranno per la maggior parte protetti - aggiunge De Rosa -. Credo sia una delle più belle notizie con cui iniziare il 2021. È di circa il 90% il tasso di adesione in casa anziani. CHe dimostra l'importanza del vaccino».
Inizia prendendo la parola Raffaele De Rosa, direttore del DSS: «Vogliamo presentarvi la campagna di vaccinazione contro il coronavirus, che inizia il 4 gennaio. Dopo l'omologazione del prodotto di Pfizer da parte di Swissmedic, la Confederazione ha fissato la data del 4 gennaio per iniziare con le somministrazioni. Alcuni cantoni hanno giocato d'anticipo. Come Ticino abbiamo voluto rispettare questa data perché ne abbiamo riconosciuto il valore. Abbiamo rinunciato a partecipare a "azioni dimostrative": per noi quello che conta è che quando si comincia lo si fa in maniera sistematica, utilizzando fino all'ultima goccia di vaccino. NOn siamo disposti a fare compromessi sul tempo necessario a informare la popolazione. Due settimane di tempo dall'omologazione alla prima iniezione, garantiscono alla popolazione di documentarsi e scegliere consapevolmente di sottoporsi alla vaccinazione. Inoltre, pur consapevoli che occorrerà fare delle scelte, rimane centrale mantenere la massima equità possibile nell'accesso alla puntura.
Ecco perché da lunedì 4 gennaio potremo offrire il vaccino a tutte le case anziani, senza discriminazioni di sorta. Un gesto dovuto per uno dei settori che maggiormente ha sofferto e soffre».