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CANTONE«Aiuti all’economia subito, o non ci sarà più nessuno a cui elargirli»

07.01.21 - 12:19
L’OCST non contesta le misure proposte da Berna, ma teme la crisi sociale. E, insieme a Unia, alza la voce
Ti Press
Giorgio Fonio, sindacalista OCST
Giorgio Fonio, sindacalista OCST
«Aiuti all’economia subito, o non ci sarà più nessuno a cui elargirli»
L’OCST non contesta le misure proposte da Berna, ma teme la crisi sociale. E, insieme a Unia, alza la voce
«Serve rapidità. Si rischia un'ecatombe di posti di lavoro. Il Ticino è di nuovo in situazione di urgenza assoluta».

BELLINZONA - «Dobbiamo evitare che questa crisi sanitaria si trasformi in una crisi sociale». È un messaggio forte e chiaro quello lanciato dal sindacato Ocst all’indomani della conferenza stampa del Consiglio federale.

Berna ha messo in consultazione la possibilità di prolungare di cinque settimane, vale a dire sino alla fine di febbraio, la chiusura dei ristoranti e delle strutture per la cultura, il tempo libero e lo sport. «Nella seduta del 13 gennaio prossimo, dopo aver consultato i Cantoni, il Consiglio federale prenderà una decisione definitiva sul prolungamento dei provvedimenti e sulla loro durata e su ulteriori misure per attenuarne le conseguenze economiche».

Ma per il sindacato non è più tempo di attese. «Bisogna assolutamente intervenire subito, con aiuti erogati parallelamente alle decisioni delle autorità, non a posteriori», commenta il vicesegretario regionale Giorgio Fonio. Il rischio è che nei prossimi mesi ci sia «un’ecatombe di posti di lavoro». E non solo nella ristorazione, ma anche in palestre, centri fitness, agenzie di sicurezza, fornitori di servizi. L’occupazione potrebbe risentirne pesantemente.

«Non entro nel merito delle misure - aggiunge Fonio -. La cosa importante è insistere affinché accanto alle misure per salvaguardare la salute e cercare di evitare la pressione sul sistema sanitario, vengano previste immediatamente anche misure di sostegno. Serve rapidità. Altrimenti si arriverà a erogare aiuti quando non ci sarà più nessuno a cui darli». Il pensiero è rivolto soprattutto alle piccole e medie imprese o aziende a conduzione familiare. «La possibilità della sopravvivenza è realmente messa a repentaglio».

L’appello dell’Ocst è quindi rivolto alle autorità. Quelle cantonali, anche perché si facciano portavoci di fronte a Berna dell’allarme. «I costi sociali rischiano di essere altissimi», conclude il sindacalista. Che è anche deputato PPD in Gran Consiglio e - insieme ai colleghi Maurizio Agustoni, Fiorenzo Dadò e Marco Passalia - ha presentato al Governo una mozione urgente affinché «vengano messi in atto degli aiuti finanziari che vadano a indennizzare gli esercizi pubblici e tutte quelle attività economiche che hanno subito restrizioni, riconoscendo loro la perdita rilevante di fatturato in base ai risultati ottenuti l’anno precedente la chiusura nello stesso periodo».

Unia chiede il lockdown - Anche Unia Ticino e Moesa chiede alle autorità cantonali di agire ora con decisione e fermezza. Anche chiudendo le attività non essenziali, con un lockdown come in primavera. «Denunciamo l’assenza di coraggio politico - ha detto ai microfoni di Radio Ticino il segretario regionale Giangiorgio Gargantini -. Servono decisioni drastiche ed efficaci. Ma bisogna dare rassicurazioni economiche». Unia domanda di aumentare le soglie di reddito al di sotto del quale l’Indennità di lavoro ridotto è pagata al 100% e di «rispondere alle legittime domande di sostegno da parte di quei settori economici impediti di svolgere la loro attività».

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COMMENTI
 

marco17 3 anni fa su tio
Che dei sindacalisti (mi riferisco in questo caso a UNIA) osino parlare di "attività non essenziali" da chiudere è per lo meno sorprendente. Che provino a dire a qualcuno che il suo lavoro non è essenziale e che lo si può benissimo chiudere le imprese del ramo! Ma sono sicuri questi sindacalisti che la loro attività sia veramente essenziale? Dopo tutto, il salario dei sindacalisti è pagato dai lavoratori affiliati.

Omarc 3 anni fa su tio
Risposta a marco17
concordo pienamente

Giulietto 3 anni fa su tio
E chi è già in disoccupazione??? Siamo proprio i figli della serva... :-((( tutti a ricevere aiuti, anche i milionari club sportivi e le banche (!!!), tranne a chi veramente ne ha veramente urgente bisogno perché trovare lavoro oggi, fuori dal settore sanitario, è come vincere al lotto

Ok dico la mia 3 anni fa su tio
È notizia dei giorni scorsi che la Banca Nazionale ha registrato un utile di 25 miliardi, non sarebbe il caso di utilizzare questa somma quando ce n’è bisogno ? Sveglia politici !!!!!

marco17 3 anni fa su tio
Risposta a Ok dico la mia
Ma lo sai che buona parte degli utili della Banca nazionale viene distribuito ai Cantoni? Quindi, svegliati anche tu.

Ok dico la mia 3 anni fa su tio
Risposta a marco17
Certo che lo so, i Cantoni non hanno i politici ?, forse sei tu che dormi e che non vedi più in là del tuo naso. Allora mettiamola così, vediamo se i Cantoni metteranno a disposizione la somma a favore di chi ne ha bisogno, soddisfatto ? (Che è zuppa è pan bagnato !)

Sir Stanley 3 anni fa su tio
Risposta a marco17
Ma lo sai che su 25 miliardi di utili della Banca nazionale ai cantoni ne vengono distribuiti solo 4? Questa sarebbe, secondo te, "buona parte" degli utili? Forse, prima di dire agli altri di svegliarti, sarebbe meglio che ti svegliassi tu.

pillola rossa 3 anni fa su tio
Risposta a Sir Stanley
È possibile risalire a un documento sulla ripartizione degli utili e come quei 4 miliardi vengano suddivisi tra i cantoni?

Sir Stanley 3 anni fa su tio
Risposta a pillola rossa
Si può consultare la Legge federale sulla Banca nazionale svizzera sul sito dell'Amministrazione federale. In pratica parte dell'utile viene dato agli azionisti, per un importo massimo corrispondente al 6% del capitale azionario - che è di 250 milioni di fr. - quindi 15 milioni di fr. Quello che rimane dell'utile viene corrisposto per 1/3 alla Confederazione e per i 2/3 ai Cantoni (che ricevono cifre diverse, in considerazione della rispettiva situazione demografica). Ma la vera fregatura, per il popolo, è un'altra: l'utile dichiarato dalla BNS è al netto delle riserve che decide di accantonare. Se fa un utile di 100 miliardi può decidere di presentare un utile finale taroccato di soli 20 miliardi, intascandosi 80 miliardi di utile trasformati in riserve. E da quel momento, di tutti quei soldi può farne quello che vuole. Non per niente, come nel caso delle casse malati, i forzieri della BNS straripano di riserve (che sono ricchezza immobilizzata e utilizzata dalla banca per speculare ad esempio sul mercato delle valute). Si tratta di ricchezza prodotta dal paese che potrebbe essere usata per investimenti, creazione di posti di lavoro, opere pubbliche, riduzione di imposte, sanità... Tanto per dare l'idea, la BNS detiene 800'000 miliardi di riserve solo per il settore valute estere. In 10 anni queste riserve sono aumentate da 80 a 800 miliardi (tutti soldi sottratti nel tempo alla nazione). Questo mette a rischio il bilancio e la stabilità della BNS, e della nostra intera economia, dato che gran parte di queste riserve sono in valuta estera, potenzialmente soggetta a svalutazione; il mercato delle valute è infatti estremamente instabile. Il bello è che la BNS fa questo giochetto per svalutare il franco, quindi per indebolire la nostra moneta. La BNS applica altresì strategie finanziarie per mantenere i tassi di interesse prossimi allo 0. Questa situazione fa in modo che il comune cittadino, in possesso di una moneta indebolita artificialmente, si impoverisce pagando di più tutti i prodotti provenienti dall'estero (compresi benzina, vaccini, aerei da combattimento...), vedendosi le rendite dei propri conti bancari azzerate, con la consapevolezza che anche la propria cassa pensione ed eventuali altre istituzioni di previdenza finanziate per tutta una vita, vedendosi il rendimento dei propri investimenti azzerati, al momento della pensione forse saranno solo un guscio vuoto. In cambio ci guadagna per esempio il settore privato delle esportazioni, grazie al fatto che il franco debole rende i prezzi dei prodotti svizzeri esportati più concorrenziali, e permette a speculatori di qualsiasi tipo di ottenere valangate di denaro in prestito praticamente a costo zero.

pillola rossa 3 anni fa su tio
Risposta a Sir Stanley
Ti ringrazio tantissimo Sir Stanley, leggo con particolare interesse i tuoi contributi sempre utili e ben documentati
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