Da una parte ci sono gli scettici, ma esistono pure i cosiddetti "belonefobici", coloro che temono le iniezioni
Le armi messe in campo per gestire al meglio queste categorie: «Comunicazione, trasparenza e personale sensibilizzato»
LUGANO - La paura dei vaccini è considerata attualmente una delle principali minacce alla salute pubblica. Stando all'Organizzazione Mondiale della Salute (World Health Organization), una persona su quattro diffida dai vaccini.
Il terrore deriva dalla sensazione di non avere il controllo su ciò che potrebbe accadere. Non è un caso se su Google, in queste settimane, tra le principali domande digitate c’è quella che riguarda proprio gli effetti collaterali del vaccino.
I "belonefobici" - Come se non bastasse, alla paura del vaccino si va ad aggiungere anche la folta schiera di belonefobici (coloro che hanno timore degli aghi). Secondo uno studio dell’Università del Michigan, proprio per questa paura il 16% degli adulti eviterebbe le vaccinazioni antinfluenzali e il 20% non ha voluto il vaccino contro il tetano.
Come si sta affrontando in Ticino, specie in un contesto delicato come quello attuale, questa diffidenza?
Scetticismo… - «Anzitutto è importante ricordare che farsi vaccinare è una scelta personale - sottolinea, interpellato, il Servizio dell’informazione e della comunicazione del Consiglio di Stato (SIC) -. La Confederazione e il Cantone informano in maniera costante e trasparente i cittadini in modo che possano decidere liberamente se e quando farsi vaccinare».
Proprio questa comunicazione risulta essere fondamentale, specie se si considera lo scetticismo che aleggia tra alcuni (pochi per fortuna). «I due vaccini attualmente a disposizione in Svizzera sono di recente produzione, è quindi importante fornire informazioni aggiornate e costanti sulla loro efficacia e sicurezza - sottolinea il SIC -. La comunicazione mira quindi alla massima trasparenza e risponde regolarmente alle domande della popolazione».
… e ottimismo - Da parte delle Autorità c’è comunque ottimismo: «Siamo convinti che man mano che la campagna procederà, la fiducia nei confronti di questi vaccini non potrà che aumentare ulteriormente».
Attrezzati anche per chi ha paura - Ma esiste un protocollo specifico (o del personale specializzato) per chi ha la fobia dell'ago? E come ci si comporta in questi casi, ad esempio nei centri di vaccinazione? Anche in questo senso giungono rassicurazioni. «I centri cantonali di vaccinazione mirano a garantire la massima sicurezza degli utenti in un ambiente “accogliente” che possa mettere a proprio agio le persone - viene spiegato -. La procedura viene eseguita da personale sanitario professionista formato e sensibilizzato in maniera specifica anche per garantire qualità e sicurezza nella presa a carico, in particolare delle persone che hanno “paura dell’ago” o che sanno di essere soggetti a malessere in caso di prelievo di sangue o iniezione. In questi casi gli utenti sono invitati – anche attraverso un’apposita cartellonistica – a segnalare la questione all’entrata nel centro di vaccinazione».