Un inizio positivo dalla riapertura delle terrazze, che rischia uno stop causato dal maltempo.
Per il presidente di GastroTicino però il problema è nell'accanimento contro la ristorazione: «La gente non ne può più, e insorge»
LUGANO - È trascorsa una settimana dalla riapertura delle terrazze. E il bel tempo (almeno fino ad oggi) ha aiutato. Per la gioia di chi ha potuto riaprire, come confermato dal presidente di GastroTicino, Massimo Suter. «Uno dei fattori più importanti era quello meteorologico. Possiamo dire che questa prima settimana è stata positiva, almeno per coloro che hanno degli spazi esterni».
Lotta contro il tempo - Se le previsioni non ingannano, però, i prossimi giorni non saranno altrettanto clementi. Ma per Suter, chi è nella ristorazione ha ormai la scorza del "survivor": «Giochiamo con i giocatori che abbiamo a disposizione. Si sapeva dall'inizio che non era una soluzione ideale e che avremmo dovuto fare i conti con fattori esterni. Tra questi, appunto, la variabilità del tempo».
Una variabile con la quale i ristoratori sono tenuti a fare i conti ancora per diverse settimane: «Almeno fino al 26 maggio, ma con un orizzonte temporale che va addirittura fino a luglio - sottolinea il presidente di GastroTicino -. Certo non è quello che speravamo, visto che dovremo attendere ancora molto prima di poter ripartire a pieno regime».
Ristoratori intraprendenti - Va da sé il fatto che in molti si siano attrezzati anche laddove la terrazza non c'era. «È sicuramente intraprendenza da un lato, voglia di ricominciare, ma anche obbligo a doverlo fare perché la situazione si fa viepiù pesante e drammatica per le finanze di parecchi esercizi pubblici. Bisogna riconoscere anche una certa disponibilità da parte degli enti pubblici a mettere a disposizione spazi esterni che solitamente non erano adibiti ad uso commerciale. Ciò, a favore di quelli che ne fanno richiesta o che non hanno spazi propri e che, allargandosi, possono avere un ritorno economico che giustifica la riapertura».
Regole e insubordinazione - Pesa, in tutta questa situazione, la difficile gestione delle regole, non sempre rispettate. Un problema, che per Suter non deriva dalla cattiva volontà di ristoratori o clienti. Ma «da Berna». «I clienti sono stufi. Sta fermentando una piccola rivolta civile nei confronti di queste regole assurde, applicate praticamente solo alla ristorazione. Non biasimo nemmeno il ristoratore. È un messaggio chiaro da parte della popolazione nei confronti del mondo politico e scientifico, che continua imperterrito a martellare il nostro settore con misure e divieti».
Giovani e assembramenti - Un'insofferenza che è soprattutto giovane, come mostrano i ripetuti assembramenti nei centri cittadini. «È il raccolto di ciò che si è seminato. Hanno obbligato la popolazione a mangiare e bere in piedi, in mezzo alla strada come degli incivili. Adesso ci si è abituati. A ogni azione c'è sempre una reazione. Se avessimo aperto i ristoranti prima, magari già sotto Pasqua, averemmo potuto occuparci noi della gestione degli spazi pubblici. Non ce l'hanno permesso. Ora se la vedano loro».