Per il procuratore Andrea Pagani non si può parlare di abuso di autorità
BELLINZONA - «Non risultano adempiuti gli elementi costitutivi del reato di abuso di autorità». Sono queste le conclusioni che hanno portato il procuratore generale Andrea Pagani a emanare, il 29 aprile 2021, un decreto di non luogo a procedere sulla questione legata ai riscatti pensionistici dei consiglieri di Stato.
Le segnalazioni alla Magistratura erano più di una, tutte di Matteo Pronzini. Che sollevava «possibili elementi di rilevanza penale in relazione al riscatto di misure di previdenza da parte di alcuni membri del Consiglio di Stato». Tra le altre cose, il deputato MPS sosteneva che gli importi con i quali sarebbero stati riscattati alcuni anni di servizio da ex membri del Governo corrispondessero a somme più basse rispetto alle disposizioni, arrecando un danno economico allo Stato.
Ma per il procuratore generale, «sulla scorta di un attento esame degli atti all'incarto, delle procedure e del materiale legislativo sviluppatisi negli anni», non risultano adempiuti gli elementi costitutivi del reato ipotizzato. Le valutazioni penali sono quindi giunte a conclusione.
Già tre mesi fa, il 21 gennaio, il pg Pagani aveva emanato un decreto di non luogo a procedere sul caso del versamento agli ex consiglieri di Stato del supplemento sostitutivo AVS/AI prima del raggiungimento dei 58 anni di età, ribattezzato dall'MPS "pensionopoli". Per il Ministero pubblico non c'è nessun reato.