Segui live la conferenza stampa dal Palazzo delle Orsoline di Bellinzona con le autorità ticinesi
Procede la campagna vaccinale in Svizzera. In Ticino il ritmo è di circa 25 mila somministrazioni a settimana nei centri di Locarno, Lugano, Mendrisio e Giubiasco. Oltre a questi domani si dovrebbe aggiungere la struttura di Tesserete. Positivi anche i dati relativi ai contagi. Oggi in Ticino si contano solo 31 casi e, fortunatamente, nessun decesso.
Per parlare di cifre e (forse) dell'apertura alla fascia d'età successiva, oggi, le autorità cantonali tornano ad aggiornare sulla situazione epidemiologica e sulla campagna di vaccinazione. A breve, infatti, si attendono diverse migliaia di nuovi vaccini da Moderna che potrebbero permettere di aprire ai 45/55enni.
Presenti all'incontro stampa:
- Raffaele De Rosa, Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità
- Paolo Bianchi, Direttore della Divisione della salute pubblica
- Giorgio Merlani, Medico cantonale
Over 16 come gli over 40?
De Rosa: «Stiamo valutando se creare altre divisioni. Anche per evitare attese lunghe».
Assembramenti, il tema è in agenda?
De Rosa: «Lo è da diverse settimane. Si fa sempre più fatica a rispettare le norme. I limiti sono dovuti dal rischio di queste nuove varianti, con decorsi seri anche nelle fasce più basse della popolazione. È importante riuscire a resistere ancora per le prossime settimane. Pensiamo comunque che visti i segnali incoraggianti, mercoledì arriveranno degli allentamenti».
E' il momento delle domande
Merlani: «Presto saranno disponibili gli anticorpi monoclonali. Aiutano nel decorso della malattia. La priorità sarà data ancora una volta a chi è maggiormente a rischio. L'invito e a testarsi perché la somministrazione è maggiormente efficace se avviene entro i 5 giorni da quando si è contratta la malattia».
Merlani: «Chi ha fatto il Covid, dopo una sola dose produce una quantità di anticorpi pari a chi ha ricevuto due dosi. Quindi può aspettare per valutare se fare la seconda dose. Chi ha fatto la malattia deve semmai evitare di fare il vaccino prima di 4 settimane dalla guarigione. Bisogna dare tempo al corpo di riprendersi per avere una risposta adeguata al vaccino. Se però si è stati ad esempio asintomatici e ci si vaccina prima di questo lasso di tempo non rischia nulla. Quello che si può fare, per chi ha avuto la malattia, è aspettare 6 mesi prima della vaccinazione. Ma solo perché ha possibilità scarse di riammalarsi. Sopra i 65 anni non supererei invece i 3 mesi dalla malattia».
Merlani: «L'assenza di decessi tra gli anziani è il segnale "in vivo" che la campagna vaccinale funziona. E' chiaro che se tutta la popolazione si vaccinerà si tornerà prima alla libertà. Ma fatelo non solo per gli altri, fatelo anche per evitare decorsi gravi o il Long Covid, presente anche nei giovani. E anche per questo documento di vaccinazione che permetterà di gioire per una ritrovata normalità».
Merlani: «L'incidenza è scesa e la terza ondata non si è realizzata. Stiamo viaggiando a meno di 50 casi al giorno in media. Il numero di test positivi è di nuovo al 5%. Non stiamo testando di meno, la circolazione del virus sembra essere inferiore. Avevamo preoccupazione in merito al test fai da te, ma nella maggior parte delle persone vediamo che chi risulta positivo si annuncia per il test di conferma. Un segnale di maturità. Se non viene effettuata la conferma, d'altra parte, non c'è nessun documento che attesti che si sia fatta la malattia, documento che potrebbe poi facilitare per questioni di viaggio».
Merlani: «Il vaccino protegge essenzialmente dai decorsi gravi della malattia e quindi dal rischio di ricovero e di decesso. Per questo la priorità va data ancora in base alle classi d'età. Almeno fino ai 50 anni, stando ai dati».
Bianchi: «L'idea adesso è di accantonare dosi per un paio di settimane. Ciò nell'ottica di ritardi lievi. In caso di problemi maggiori si dovrebbero spostare, nella peggiore delle ipotesi, degli appuntamenti per le seconde dosi. Gli indizi portano a pensare che le forniture comunque si stabilizzeranno».
Bianchi: «Da diverse settimane e in considerazione della crescita delle forniture, la Confederazione invita caldamente di far affidamento sulle dosi che arriveranno per la pianificazione della campagna vaccinale».
Bianchi: «Abbiamo avuto qualche ritardo con Pfizer, che ci ha costretto a spostare qualche appuntamento. Fornirà settimanalmente e costantemente fino a fine giugno. Con le difficoltà di conservazione di questo prodotto lo impieghiamo solo nel maxi centro di Giubiasco. Di Moderna abbiamo ricevuto quasi 100mila dosi. Fornisce a scadenza quindicinali. Anche qui abbiamo avuto qualche ritardo che ha causato problemi nella pianificazione, ma limitati».
Bianchi: «Con gli over 45 si apre quindi ad altre 60mila persone. Questa strategia delle classi d'età è data da ragioni mediche e organizzative. Aprire a tutti e poi dover aspettare un paio di mesi per l'appuntamento rischia di generare un senso di abbandono e frustrazione».
Bianchi: «Gli appuntamenti vengono ancora dati per categorie. A parità di categoria viene prima chi si registra per primo, ma la priorità alla vaccinazione viene data sempre in base alle categorie prestabilite».
Bianchi: «Ogni centro può arrivare a circa 1000 vaccinazioni al giorno. Abbiamo gli appuntamenti dati fino a domenica, quindi solo a breve termine. Per i prossimi appuntamenti dobbiamo attendere la prossima fornitura di Moderna».
Bianchi: «Da domani sarà attivo anche il centro di Tesserete. Sul Luganese c'è una domanda maggiore rispetto agli altri centri».
Bianchi: «L'adesione delle fasce più a rischio, tra l'70 e l'85%, ci rende orgogliosi. I 65/74enni viaggiano verso il 75% di adesione. Per i 55/64 anni, per i quali abbiamo aperto circa 15 giorni fa, si procede molto bene».
Bianchi: «Il 14% della popolazione ha già ricevuto le due dosi, circa 51 mila persone. La campagna segue sempre la disponibilità del prodotto».
De Rosa: «Le prenotazioni per gli over 45 possono partire da oggi e i primi appuntamenti si terranno dal 18 di maggio. Nelle prossime settimane seguirà l'apertura a chi ha più di 16 anni».
De Rosa: «Tra i 55 e i 64 anni le persone hanno risposto positivamente e siamo già a circa il 50% di adesione. In considerazione di questo andamento e delle forniture di vaccino previste per questo mese, abbiamo deciso un nuovo passo quello in cui si apre agli over 45, circa 60 mila persone in Ticino».
De Rosa: «Abbiamo un grado di adesione di circa l'80% per chi è a rischio o ha malattie croniche».
De Rosa: «Nel corso dei mesi le forniture hanno subito delle fluttuazioni, ma la fiducia e l'adesione restano elevate».
De Rosa: «La campagna di vaccinazione è la chiave di volta di questa pandemia. Il vaccino protegge veramente da questo virus. Figuriamo tra i cantoni che stanno vaccinando più rapidamente in Svizzera con oltre 20mila vaccinazioni la settimana e oltre 150 mila vaccinazioni eseguite».
De Rosa: «Al minimo sintomo occorre farsi testare. Possiamo chiamare il medico, la guardia medica o la hot line cantonale per fissare l'appuntamento per un test pcr gratuito. Restano disponibili i test rapidi o gli autotest».
De Rosa: «Determinante è continuare a mantenere la prudenza. Specie alla luce delle nuove varianti. "Limitare, testare, proteggere e vaccinare", restano i quattro pilastri da seguire».
De Rosa: «Da alcune settimane i dati sui nuovi contagi si mantengono stabili. Guardiamo alle prossime settimane con fiducia e con un cauto ottimismo alla seconda fase degli allentamenti».