Dipendenti scontenti e gente lasciata a casa: malumori smentiti dal portavoce dell'azienda. Dove starà la verità?
OCST e UNIA avevano chiesto un incontro. Ma non avrà luogo. Il colosso degli ascensori sostiene di volere rafforzare a lungo termine la sede ticinese.
LOCARNO - A casa le persone in là con gli anni, "care" e non più produttive come si vorrebbe. Spazio invece a giovani legati ad agenzie interinali. Costerebbero meno e non comporterebbero obblighi sociali da parte del datore di lavoro. È quanto si sussurra, da tempo, in merito alla Schindler di Locarno. I sindacati UNIA e OCST avevano chiesto un incontro con la direzione. Ma sono stati recentemente esclusi, tramite una lettera. Il portavoce dell'azienda intanto precisa: «L'obiettivo è rafforzare a lungo a termine la sede di Locarno. E saranno addirittura create nuove posizioni di lavoro in futuro».
Mal di pancia smentiti – Sarà. Ma intanto, compresa l'ex succursale di Quartino (chiusa un paio di anni fa), sarebbero diverse decine le posizioni saltate negli ultimi anni. Tra il personale regnerebbero incertezza, titubanza e paure. Il settore più sotto pressione sarebbe quello dell'amministrazione. Ma anche nella produzione si respirerebbe un'aria pesante. A tal punto che risulterebbe quasi impossibile anche solo recarsi al gabinetto o manifestare un semplice mal di testa. Sensazioni smentite categoricamente dal portavoce della Schindler. «Né la commissione del personale, né la direzione del personale hanno avuto riscontri da parte delle maestranze. Anzi, le nostre sensazioni sono esattamente all’opposto e solo pochi mesi fa sono state realizzate aree di pausa e socializzazione per i dipendenti».
Colpa del Covid e del franco – La scorsa estate l'azienda leader nella produzione di ascensori, che in Svizzera ha anche una sede a Ebikon, aveva annunciato un taglio di 2.000 persone su scala internazionale e di 200 a livello svizzero. Alla base della decisione, legata anche alla pandemia e alla forza del franco, ci sarebbero una riottimizzazione dei costi e un riposizionamento sul mercato. «Nell’ambito della riorganizzazione del gruppo – riprende il portavoce dell'azienda –, Schindler Locarno assumerà il ruolo di centro di competenza nel campo dell’elettronica, spostandosi dalle attività di natura più logistica. Locarno è la sede del gruppo in cui sono stati fatti proporzionalmente più investimenti, proprio per garantirne il futuro in un mercato molto dinamico».
«Ogni settimana qualcuno viene chiamato» – «La realtà è che, Covid o non Covid, negli ultimi due anni si sta procedendo a una silenziosa serie di licenziamenti. Ogni settimana viene chiamato qualcuno nell'ufficio del personale», racconta una persona "a conoscenza dei fatti" che desidera restare anonima. «Non corrisponde in alcun modo al vero che persone assunte in modo fisso siano state sostituite da lavoratori temporanei – riprende il portavoce –. E smentiamo categoricamente che settimanalmente vi sarebbero licenziamenti. I lavoratori temporanei erano aumentati durante la pandemia, per far fronte alle sfide che si sono poste dopo la prima ondata di contagi. Per quanto attiene il programma di ottimizzazione, ribadiamo che questo è avvenuto in massima parte attraverso pensionamenti, pensionamenti anticipati e ricollocamenti».
«Telefonate disperate» – I sindacati però non ci stanno. Marco Pellegrini, sindacalista OCST, è seccato. L'atteggiamento di chi gestisce il colosso degli ascensori lo irrita. «La direzione non si degna di incontrarci. Siamo delusi. È vergognoso. Ora valuteremo come agire. Abbiamo ricevuto telefonate da parte di dipendenti disperati e spaventati».
«Danno d'immagine anche per la stessa azienda» – Il fatto è anche che la commissione interna del personale, seguendo alla lettera il contratto collettivo di lavoro, ha sempre voluto trattare direttamente con la direzione della Schindler. Evitando il sostegno dei sindacati. «Al di là di questo – evidenzia Gianluca Bianchi, sindacalista di UNIA – ci aspettavamo un dialogo con la direzione di fronte alle nostre richieste. Abbiamo chiesto un incontro perché si stanno modificando completamente le regole del gioco. La direzione non si rende conto che in questo modo oltre a creare disagi ai collaboratori, causa un enorme danno d'immagine all'azienda».