Da Zurigo la chiamata di Antifa a partecipare alla manifestazione di sabato a sostegno del Molino. Bellicosi gli slogan
Sergio Roic, membro di Aida, l'Associazione idea autogestione: «Il clima è stato avvelenato da altri. E la stessa concordanza in Ticino non è stata certo demolita dai molinari».
LUGANO - In tedesco ruggisce ancora più minaccioso: “Sie werden teuer bezahlen, sie werden alles bezahlen”. Pagherete caro, pagherete tutto, recita l’appello con cui il movimento “Antifa” di Zurigo chiama a raccolta per la manifestazione a sostegno del Molino, prevista questo sabato, alle 13.30, in Piazza Riforma. Sul volantino diffuso via Instagram, campeggia un “sampietrino” davanti a uno striscione, una pietra che non sembra un fermacarte. Messaggi assai meno tranquillizzanti di quelli usciti dallo stesso Molino che invita i partecipanti a portare con sé, «in Piazza Rivolta, fu Riforma», per un «corteo rumoroso e determinato, pentole, tamburi, fischietti...».
Occhi puntati sulla frontiera sud - Per la giornata in cui commercianti ed esercenti cittadini contavano su una clientela d’oltralpe ben più tranquilla, il tam tam della protesta punta a richiamare partecipanti da fuori cantone. Non solo da sud, come suggerisce ottimisticamente l’interpellanza leghista di stamattina che chiede al Governo di sorvegliare le dogane con l’Italia. Da dove, circolano voci non verificabili, sarebbero attesi esponenti del Leoncavallo, lo storico centro sociale autogestito di Milano, e, più inquietanti, alcuni Black Block da Torino (ma questi, di solito, non avvisano).
Non è più il Paese di Heidi - Demolito il centro (ricordate il formicaio evocato dall'ex sindaco Giudici, ndr) l’onda s’allarga e nella forma cavalca slogan di un passato anche lontano. Una bellicosità solo esibita a parole? «Certi slogan, come quello citato, girano da decenni. Chiaramente non li giustifico, ma fa un po’ parte della “tappezzeria” dei cortei» commenta Sergio Roic, membro di Aida, l’Associazione idea autogestione. Dopo aver richiamato la totale, a suo dire, responsabilità del Municipio nell’attuale prova di forza: «Il vaso è stato rotto nell’illegalità e senza che ce ne fosse assolutamente bisogno. Ma al di là di questo - continua Roic - bisogna rendersi conto che non siamo più il Paese di Heidi. Tensioni, complice anche lo stress della pandemia, ne abbiamo viste anche altrove. Non dimentichiamo che il Municipio di Lugano ha tolto la casa all’autogestione. Quando l’autorità crea tensione, cosa ci si può aspettare? Tutti noi, e lo sottolineo, speriamo che non succeda niente sabato. Ecco perché è importante esserci per testimoniare e far restare la manifestazione nei binari della protesta e non della violenza. Come Aida ci saremo».
«Clima avvelenato da tempo» - Quanto alla bellicosità degli slogan che si sentono in queste ore per strada e si leggono sui social, Roic rimbalza la palla alla Lega: «Da un quarto di secolo il Mattino sistematicamente insulta, sfotte e minaccia. Il clima avvelenato è questo e adesso in una società che non è più pacifica è stata immessa molta tensione. La Svizzera è famosa per la sua concordanza, che da molti anni però in Ticino è stata demolita a livello politico. E non certo dai molinari».