I risultati dello studio di sieroprevalenza? Quasi un quarto dei ticinesi è entrato in contatto con il virus.
È per aggiornare sulla situazione epidemiologica e presentare i risultati aggiornati dello studio di sieroprevalenza condotto dall’Ufficio del medico cantonale, che gli esperti ticinesi si sono riuniti nella sala stampa di Palazzo delle Orsoline, a Bellinzona, per l'ormai consueto punto stampa.
Da una parte c'è la curva dei positivi, complice la variante Delta, che sta tornando a salire in modo preoccupante (nelle ultime 72 ore si contano 37 nuovi contagi); dall'altra sono pronti i risultati dello studio voluto per stimare la diffusione del nuovo Coronavirus nella popolazione ticinese (della durata complessiva di 12 mesi su 4 punti temporali: maggio, agosto, novembre 2020 e maggio 2021).
Presenti alla Conferenza stampa sono:
Raffaele De Rosa, Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità
Giorgio Merlani, Medico cantonale
Martine Bouvier Gallacchi, capo Servizio di promozione e valutazione sanitaria
Gli asintomatici sono un problema o la soluzione?
Merlani: Sono parte del problema perché comunque un po' contagiosi. Alcuni hanno una carica virale evidentemente elevata. Se il 100% superasse la malattia senza sintomi sarebbero ovviamente la soluzione, ma non è così.
Si può stabilire la percentuale degli asintomatici?
Gallacchi: Sulla corte presa in esame, circa l'11% delle persone positive non aveva sintomi.
Gli ultimi ricoverati erano vaccinati?
Merlani: La stragrande maggioranza no.
È il momento delle domande
Merlani: Siamo sempre tra i cantoni con l'adesione migliore alla vaccinazione. Spero che faremo ancora meglio. L'obbiettivo non è tanto la chimera dell'immunità di gregge, ma quello di proteggere le persone vulnerabili. Tutti gli over 50 vadano a vaccinarsi. Chi ha un rischio di un decorso severo ricorra al vaccino. Saremo tutti liberi, le persone meno vulnerabili si ammaleranno, gli altri se sono vaccinati saranno protetti, altrimenti rischieranno un decorso grave.
Merlani: Se qualcuno vuole andare in vacanza, studi bene dove va. Ci sono paesi europei in forte crescita di casi. I casi importati arrivano principalmente da Penisola Iberica e Gran Bretagna.
Merlani: Al 25 gennaio di quest'anno nelle case anziani non ci sono stati praticamente più casi. Erano passate tre settimane dalla prima dose di vaccino. I positivi sono praticamente scomparsi. I dati sono estremamente positivi. È il dato più eloquente sulla vaccinazione. È peccato avere uno strumento e non usarlo. Non aspettate perché siamo in estate. In totale ci voglio 6 settimane per essere veramente protetti (tra appuntamento, prima e seconda dose e giorni necessari affinché il vaccino sia efficace), quindi non attendete settembre, fatevi due calcoli e chi è indeciso si informi perché la rete offre tutte le informazioni.
Merlani: L'impatto della variante dipende dal vaccino. Alcuni vaccini proteggono meglio rispetto ad altri. Quelli omologati sono sicuramente efficaci anche sulla variante Delta, quantomeno proteggono dal decorso severo della malattia.
Merlani: Nell'ambito della difesa contro il Covid-19 è molto più importante capire una cosa: il vaccino non è stato venduto per non avere la malattia e proteggere dall'infezione, ma per evitare i decorsi gravi, un'impatto sul sistema sanitario e proteggere dai decessi. Il 95% di protezione è relativa a quello. Dipende poi anche dalla variante. Quanto dura la protezione? Buoni elementi ci dicono che la protezione del vaccino è superiore a quella lasciata dopo aver contratto l'infezione. Chi ha avuto la malattia riceve il certificato Covid per 6 mesi, chi è vaccinato per 12.
Merlani: Tutte le ospedalizzazioni e tutti i decessi sono relativi al quarto di ticinesi entrati in contatto con il virus. Immaginiamo cosa potrebbe accadere se tutti ci ammalassimo. Immaginiamo l'impatto che potrebbe avere. È tuttavia probabile che con la prossima ondata accada quello che si sta verificando nel Regno Unito: tanti casi, molti tra i giovani e molti asintomatici.
Merlani: Ce ne stiamo accorgendo tutti. È un'estate diversa rispetto a quella dell'anno scorso. Era un virus relativamente blando e uscivamo da una fase molto restrittiva. L'estate scorsa a questo punto avevamo gli ospedali vuoti e tanti doppi zero. Qui doppi zero non ce ne sono mai stati, però attenzione. Il virus continua a circolare. È più trasmissibile e la nostra pazienza ha un po' toccato il fondo. Abbiamo visto tutti la finale di ieri, 78mila persone sugli spalti e nessuno con la mascherina. Siamo in una situazione di rilassamento comprensibile, ma dobbiamo sapere che il nostro comportamento ha delle conseguenze. Io spero che i 78mila di ieri fossero vaccinati.
Gallacchi: Chi si è vaccinato ma è risultato positivo (i tre casi presi in esame), potrebbe aver contratto il virus prima di aver concluso completamente il ciclo vaccinale o essere un falso positivo.
Gallacchi: Due terzi delle persone che hanno sviluppato gli anticorpi nella prima ondata li mantengono ancora oggi. Dopo un'infezione una parte di traccia del contatto con il virus c'è ancora nel 62,4 per cento delle persone. Anche qui non c'è differenza di sesso ed età.
Gallacchi: L'anno scorso a maggio eravamo al 9% della popolazione ticinese in contatto con il virus. Stabile durante l'estate è salito al 14% in novembre/dicembre, dopo la seconda ondata. A 6 mesi di distanza siamo saliti di 8 punti percentuali. Oggi ci troviamo con un 22,3% della popolazione ticinese che è stata in contatto con il virus. Non ci sono differenza tra sesso e nemmeno tra l'età. Il fatto di infettarsi quindi non dipende da questi fattori.
Gallacchi: questo test Elisa si è rivelato molto performante. Il campione è stato di 1500 persone stratificate per età e sesso. 934 persone sono state testate già al primo step del maggio dello scorso anno. Nel tempo siamo rimasti con una partecipazione elevata. Per 4 volte le stesse persone si sono presentate per sottoporsi allo stesso test. Possiamo avere dei risultati interessanti e rappresentativi della popolazione.
Gallacchi: A 18 mesi di questa malattia non sappiamo ancora qual è il correlato di protezione. Non sappiamo se si è protetti dal virus e nemmeno per quanto tempo.
Gallacchi: Abbiamo dei test che ci permettono di isolare il virus. Il PCR una settimana prima che si manifestino i sintomi. Il test antigenico è un po' più ritardato (pochi giorni prima che si manifestino i sintomi). La risposta del sistema immunitario è lo sviluppo di questi anticorpi. E' una parte della risposta immunitaria.
De Rosa: Ci troviamo di fronte a una nuova fase, che tiene conto di varianti e persone non vaccinate. È importante non attendere a vaccinarsi. ora che le dosi sono disponibili e ora che la variante Delta non ha ancora preso il sopravvento. Per proteggersi da un'eventuale quarta ondata. Non attendiamo quindi. Abbiate fiducia e fate questo passo. Dovremo dare una mano alla naturale evoluzione delle cose, attendere che il virus si sviluppi e immunizzi la popolazione richiederebbe troppo tempo. Ci vorrebbero anni.
De Rosa: Nel Mondo la situazione resta fragile. I dati ci invitano alla prudenza. Nei Paesi in stagione invernale la recrudescenza dei casi è elevata. Con misure più o meno severe adottate da diversi stati. Penisola Iberica e Gran Bretagna preoccupano maggiormente in Europa. La variante Delta si diffonde velocemente tra i giovani, popolazione che si muove maggiormente. Igiene e prevenzione restano fondamentali. Così come il valutare la meta delle vacanze sulla base della situazione epidemiologica. I dati in Ticino sono coerenti con questa crescita dei casi. La situazione non è del tutto stabile. Settimana scorsa abbiamo registrato 95 nuovi casi positivi, nelle ultime 72 ore sono 37.
De Rosa: A un anno dalla presentazione dello studio possiamo presentare le conclusioni più significative di questo studio di sieroprevalenza. Oggi aggiungiamo un ulteriore capitolo alla raccolta di dati per la conoscenza di questo virus. In un anno e mezzo di strada ne abbiamo fatta molta. Il percorso non è stato lineare e i picchi ci hanno costretto a rinunce e conseguenze drammatiche. Le incognite sono molte e legate alle varianti, alcune preoccupanti.