Quello avvenuto domenica a Lavertezzo è il sesto episodio dall'inizio della stagione estiva ticinese
Il presidente della Commissione cantonale Acque sicure: «Si tratta di casi tutti diversi tra loro, resta importante la prevenzione»
BELLINZONA - Dopo svariati giorni di maltempo, ieri è tornato a splendere il sole. Ed è tornata la voglia - complici le temperature nuovamente in rialzo - di tuffarsi in laghi e fiumi. Ma purtroppo si è verificato un altro tragico incidente: una trentunenne di origini tailandesi residente nel Canton Lucerna è annegata nella Verzasca, nei pressi del ponte dei Salti a Lavertezzo.
In Ticino si tratta del sesto annegamento di questa stagione estiva. I primi cinque si sono verificati nel giro di due settimane tra la fine di giugno e l'inizio di luglio, in laghi e fiumi. Ma un episodio è avvenuto anche in piscina. «Si tratta di numeri importanti se consideriamo che sono avvenuti in un breve lasso di tempo» ci dice Boris Donda, presidente della Commissione cantonale Acque sicure. Ma non è possibile dire se quest'anno gli annegamenti siano in aumento: «In passato ci sono stati anni con uno-due episodi, altri con nove-dieci». A livello nazionale, invece, nel 2020 sono stati registrati 46 morti. Nel 2019 erano 49.
Il pericolo dopo il maltempo - Per quanto riguarda il caso specifico avvenuto nel weekend a Lavertezzo, Bonda osserva che c'è stata molta imprudenza: «Il giorno precedente sulla regione sono cadute forti precipitazioni, pertanto nei fiumi c'era più acqua con correnti più forti e temperature più basse». Insomma, si trattava di una situazione pericolosa.
I sei annegamenti registrati dall'inizio della stagione estiva 2021 sono comunque tutti diversi, senza un denominatore comune: «Persone con caratteristiche differenti, in luoghi e situazioni diversi». C'è infatti chi si è scomparso nelle acque delle Maggia dopo un tuffo, ma anche chi è annegato nel Lago Maggiore saltando da un pedalò, oppure chi ha perso la vita dopo essere corso in aiuto di una persona in difficoltà o durante una nuotata al largo.
L'importanza della sensibilizzazione - Resta pertanto importante la campagna di sensibilizzazione che ogni anno è promossa dalla Commissione cantonale Acque sicure. Con lo slogan “Basta un attimo - La sicurezza in acqua dipende da te” si invitano i bagnanti a non sottovalutare i pericoli presenti in laghi e fiumi. «La campagna è partita agli inizi degli anni Duemila e funziona, lo mostra il fatto che il numero degli incidenti nei frequentati siti di Ponte Brolla e Lavertezzo è calato molto» assicura Donda.
Ma non si tratta soltanto di Lavertezzo e Ponte Brolla. Nel nostro cantone sono innumerevoli i luoghi in cui è possibile tuffarsi in acque libere. L'obiettivo della Commissione è «di lavorare a 360 gradi su tutti gli specchi d'acqua, informando utenti locali e soprattutto turisti che non conoscono le insidie del nostro territorio».
Il ruolo dei pattugliatori - Per quanto riguarda poi in particolare Ponte Brolla e Lavertezzo, da alcuni anni sul posto sono presenti dei pattugliatori che hanno il compito di entrare in contatto con i bagnanti, informandoli sui pericoli. Ma non si tratta di bagnini, sottolinea Donda, pur essendo in possesso di un brevetto di salvataggio. «In caso di emergenza, allertano i soccorsi e prestano aiuto durante l'operazione. Ma non si può fornire un servizio di sorveglianza per tutto il tratto di fiume in questione, lungo circa un chilometro e mezzo».
I corsi di nuoto in acque libere - Nel frattempo la Società svizzera di salvataggio (SSS) ritiene che per prevenire gli incidenti si debbano anche rivedere i corsi di nuoto: invece di proporli nelle piscine, andrebbero organizzati in acque libere. Un approccio del genere viene fatto, da diversi anni, in paesi come la Norvegia, l'Australia e la Nuova Zelanda. E gli studi mostrano che in questo modo la sicurezza in acqua aumenta.