Christian Garzoni commenta l'andamento della pandemia: «I contagi calano, ma in ospedale sempre più giovani».
Sugli effetti collaterali del vaccino: «Molto più rari delle complicazioni della malattia»
LUGANO - Le cifre relative ai contagi in Ticino restano basse. «Una fase positiva», è il commento di Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Moncucco ai microfoni di Radio Ticino. Numeri in discesa - sottolinea - «anche nella Svizzera interna e pure nelle strutture sanitarie, nonostante le cure intense registrino sempre qualche decorso grave».
Garzoni ricorda tuttavia che negli ospedali, adesso, finiscono anche persone giovani. «In Svizzera interna - spiega - si stima che circa un terzo dei ricoverati abbia meno di 50 anni, un terzo è tra i 50/60 e il restante terzo è sopra i 60». «Questo - prosegue - perché i grandi anziani e le persone sopra i 65 anni si sono vaccinate in buona percentuale. Purtroppo per i giovani non si può dire altrettanto. E adesso si ammalano».
L'infettivologo aggiunge: «Ci sono due cose da dire che sono importanti: la prima è che i giovani, fortunatamente, non muoiono. Tuttavia, ogni tanto, qualche decorso grave si registra. E soprattutto si hanno complicazioni, come ad esempio la perdita del gusto o dell'olfatto, che si protraggono nel tempo. Lo stesso vale per la mancanza di fiato. Ho visto recentemente un paio di ragazzi che lamentano stanchezza estrema, non riescono più a fare sport. La seconda cosa è che, va detto, questo Covid lo incontreremo tutti, prima o poi. Le complicazioni della malattia sono ben più frequenti delle complicazioni del vaccino, che sono molto rare. Si tratta di alcuni casi ogni centomila vaccinati. Nei non vaccinati che si ammalano è sei volte più frequente la possibilità di incontrare complicazioni. Insomma, il vaccino può avere effetti collaterali, ma la malattia è molto peggio».
Quindi sui test gratuiti: «In una pandemia di questo tipo, ritengo che l'accesso facile ai test per tutti sia uno strumento per contenere la malattia. Di fatto si invoglia la popolazione a farsi controllare e si riescono a rintracciare pazienti positivi che magari non sanno di esserlo. Ma capisco anche il politico che, dall'altra parte, deve dare conto a tutti i vaccinati che si sono impegnati per cercare di contrastare questa malattia e ora non vogliono pagare i test a chi invece non l'ha fatto».