L'Mps ha sottolineato diverse criticità del progetto, tra cui i «costi irragionevoli» e la «speculazione edilizia»
«Non siamo contro i contenuti sportivi, ma hanno voluto legare le due cose», hanno poi ribadito i referendisti
LUGANO - Sottolineando «numerosissime» criticità del progetto, i contrari al Polo Sportivo e degli Eventi (PSE) di Lugano, per cui i cittadini della città sul Ceresio andranno a votare il 28 novembre, hanno oggi promesso battaglia.
In una conferenza stampa odierna, l'Mps - partito che ha lanciato il referendum - ha presentato le proprie ragioni per respingere la realizzazione del Polo.
In primis sono stati sottolineati i «costi spropositati» del progetto, considerati «irragionevoli». L'accento è stato messo anche sulla «speculazione immobiliare», «la mancanza di una sensibilità ambientale» - nel senso che si è persa l'occasione di puntare sull'energia solare - e il «peso finanziario che i cittadini dovranno portarsi sulle spalle per quasi 30 anni».
«Siamo fiduciosi»
Esprimendo il proprio «orgoglio» di aver lanciato il referendum «per permettere ai cittadini di esprimersi», il primo a prendere parola è stato Pino Sergi, che ha parlato di una votazione che è ormai diventata «di interesse cantonale», visti i 18 milioni promessi dal Consiglio di Stato e i 450 milioni totali del progetto. «Sono tanti soldi».
Il coordinatore dell'Mps ha detto poi di essere «fiducioso» per la riuscita del referendum, citando il solido sostegno della società civile, e ha promesso «una campagna sobria», rispondendo alle accuse di alcuni favorevoli che i contrari avessero tanti soldi a disposizione.
Simona Arigoni Zürcher ha invece parlato del problema ambientale, sottolineando l'aumento esponenziale di traffico - per il cantiere - in una zona già trafficata. «È previsto un aumento medio di 800 veicoli al giorno». Ma anche una questione di alberi: «La via Stadio diventerà poi una strada a quattro corsie, che oltre ad aumentare il traffico porterà all'abbattimento di più di 60 querce».
«In questo progetto non si considera inoltre nessun tipo di tetto solare e questo ci sembra un’assurdità» ha aggiunto la Granconsigliera, che ha anche citato l'enorme numero di sfitti in Ticino. «La tendenza demografica è sconfortante, non c'è la necessità di nuovi spazi che deturpano il paesaggio».
«Non siamo contro lo sport»
Inoltre, i referendisti ci tengono a sottolineare di «non essere contro i contenuti sportivi», ha spiegato Matteo Poretti, «la questione sportiva è stata inserita in un grande pacchetto che comprende la parte speculativa e immobiliare. È questo il vero problema, hanno voluto legare le cose».
Per Poretti, poi, «lo stadio di Lugano è il più caro mai costruito in Svizzera», il cui motivo è ancora «un mistero non spiegato da nessuno», mentre il resto del progetto «è speculazione immobiliare».
In generale, ha poi concluso, il peso sui cittadini «sarebbe davvero eccessivo», con l'accordo partenariato-pubblico con Credit Suisse e Hrs che è stato definito «una scelta inconcepibile».
Infine, Barbara Di Marco ha ribadito che «il progetto è troppo oneroso e il rischio è che questo si ripercuota sulla politica sociale della Città, con dei tagli». Infatti, «il 5% dei cittadini di Lugano non raggiunge il minimo vitale. Si tratta di migliaia di persone. Bisogna quindi capire quali sono le priorità in questo momento. Per noi è decisivo un potenziamento della politica sociale della Città», che potrebbe «essere intaccata» da un «progetto oneroso come questo».
Lo scorso 29 settembre, lo ricordiamo, era stato il fronte del Sì a presentarsi, sottolineando «l'importanza del progetto» per le società sportive e non solo.
L'ultima parola, a novembre, spetterà ai cittadini.