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CANTONESolitudine? C'è chi i colleghi non li vuole più vedere

18.11.21 - 06:30
Uno su due si è attrezzato in casa. Un quinto in ufficio non ci tornerebbe più.
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Solitudine? C'è chi i colleghi non li vuole più vedere
Uno su due si è attrezzato in casa. Un quinto in ufficio non ci tornerebbe più.
Non manca però chi vive negativamente lo smartworking tra incapacità di rendere sul lavoro e mancanza di coordinamento e di contatti sociali

LUGANO - Anche in Ticino piace farlo da casa. E c'è persino chi si è attrezzato perché non sia soltanto una parentesi legata al contesto pandemico. Insomma, bisogna ammettere che lo smartworking è una formula che per i più sembra vincente.

Piace ai più, ma c'è chi rende meno - Secondo il 28% (394 voti) degli intervistati (in un sondaggio a risposta multipla da noi proposto sulla scorta di quello "nazionale" di Generali Svizzera), lavorare da casa permette di essere più produttivi ed efficienti. Ma soprattutto permette di conciliare la vita lavorativa con quella privata. A crederlo è il 42% degli intervistati (575 voti). Solo il 4% dei partecipanti al sondaggio (50 voti) ritiene che non cambi la qualità del lavoro e non se ne tragga giovamento. Per l'11% (148 voti) il rendimento sul posto di lavoro è inferiore, ma si è meno stressati, mentre per il 9% (125 voti), non solo si rende meno, ma si è anche psicologicamente provati dallo smartworking. La restante percentuale del gruppo ha segnalato di non avere un'opinione o di averne un'altra che non corrisponde alle risposte messe a disposizione.

Dall'ufficio in casa al tavolo da pranzo - Ma chi lavora da casa come si è attrezzato? E dove passa il tempo che dedica all'attività lavorativa? Ben il 50% dei votanti (572 voti) afferma di essersi creato un ufficio/studio, quindi uno su due, ma c'è pure chi semplicemente lavora in altre stanze della casa, come ad esempio la cucina o la sala (29%, 442 voti). Oltre un quinto dei partecipanti (21%, 248 voti), tuttavia, afferma di non aver mai lavorato da casa.

Tra paura e voglia di allentamenti - Molto più spalmati i voti relativi alle sensazioni riguardo la pandemia. È relativamente bassa la percentuale di chi teme una nuova ondata (14% per 197 voti). La stessa percentuale l'ha raggiunta chi ha paura dell'aumento di contatti interpersonali per il fatto di recarsi in ufficio (200 voti). Oltre un quarto dei votanti invece (28%, per 401 voti) si dice a favore della presentazione di un certificato sul luogo di lavoro, mentre ancora più alto è il numero di chi (29% per 418 voti) non ha paura ad andare in ufficio. D'altra parte il 16% degli intervistati (235 voti) ha dichiarato di essere piuttosto a favore degli allentamenti e di sentirsi abbastanza sicuro.

Solitudine? C'è chi i colleghi non li vuole più vedere - Non sono pochi quelli che, infine, lavorando da casa accusano l'assenza di contatti sociali: il 16% degli intervistati (218 voti) asserisce di sentire la mancanza dei colleghi, mentre il 13% (169 voti) con lo smartworking afferma di sentirsi isolato e di faticare a coordinarsi. La maggior parte dei votati è per l'equilibrio delle due possibilità. Un po' e un po', insomma, per il 41% degli intervistati (529 voti). I restanti? Non sono pochi nemmeno quelli che farebbero a meno del tutto dei colleghi: circa uno su cinque (il 21% con 277 voti). I restanti non hanno un'idea chiara al riguardo. 

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