La Gioventù Comunista è scesa in piazza a Bellinzona per manifestare contro la guerra e contro i pregiudizi verso Mosca.
Dopo aver pure attaccato «l'imperialismo statunitense», i manifestanti si sono rivolti a Berna invitandola a «ribadire la propria neutralità».
BELLINZONA - Un centinaio di persone è scesa in piazza questo pomeriggio a Bellinzona per manifestare per la pace in Ucraina. La situazione al confine con la Russia, infatti, è più tesa che mai e potrebbe degenerare ulteriormente nei prossimi giorni.
«La Nato è la minaccia» - La minaccia alla sicurezza europea è quindi reale. Una minaccia che però - secondo la Gioventù Comunista che ha organizzato il presidio in Piazza del Sole in collaborazione con il Partito Comunista, il Partito Operaio, il Movimento Svizzero per la Pace e il SISA - proverrebbe dalla Nato, e non da Mosca. «La Nato - hanno fatto notare alcuni oratori - continua a espandersi verso Est installando postazioni dotate di missili strategici e costituendo di fatto una minaccia alla sicurezza nazionale e all'integrità territoriale della Federazione Russa».
Le critiche agli USA - I comunisti ticinesi puntano il dito anche contro gli Stati Uniti e in particolar modo contro «gli sporchi interessi imperialistici» dell'Amministrazione Biden, rea di «spostare truppe in Europa e rifornire di armi l'esercito ucraino nella sua guerra contro il popolo russofono nel Donbass con l'intento di provocare la Russia e creare un casus belli».
L'appello a Berna - Gli organizzatori hanno poi continuato la propria protesta, denunciando la presenza «massiccia della Nato in tutta Europa» e tacciandola come «una forza armata di aggressione al servizio dell'imperialismo a guida statunitense». In tal senso è stato richiesto a Berna di «ribadire la propria neutralità» e di cessare «ogni cooperazione militare, politica e accademica con la Nato e i suoi istituti».