Libera circolazione, rapporti bilaterali al centro della visita di cortesia dell'ambasciatore europeo a Bellinzona
Sul conflitto tra Russia e Ucraina: «Nell'Europa del ventunesimo secolo una guerra di conquista non provocata è qualcosa d'inaccettabile»
BELLINZONA - La libera circolazione con la conseguente pressione sui salari. Ma anche il fallimento dei negoziati sull'accordo quadro, e la crisi tra Russia e Ucraina. Sono questi i principali temi che sono stati affrontati oggi, a Palazzo delle Orsoline, in un incontro tra Petros Mavromichalis - ambasciatore dell'Unione europea in Svizzera e Lichtenstein - e una delegazione del Consiglio di Stato.
«Dobbiamo andare nella direzione giusta, anche per l'operatività del settore finanziario elvetico al di fuori dei nostri confini, e per i rapporti necessari e indispensabili tra il mondo della ricerca svizzero e quello europeo» ha detto Manuele Bertoli, presidente del Governo ticinese, nell'ambito di un incontro con la stampa.
Le stesse regole «per tutti» - Da parte sua, l'ambasciatore europeo si è detto preoccupato per quanto riguarda i rapporti bilaterali con la Svizzera. Rapporti che «non avevamo con nessun altro paese e che per noi erano molto complessi da gestire, ma che abbiamo scelto di mantenere per tenere la Svizzera vicina all'Europa, anche in vista di una possibile adesione». Adesione di cui non si parla più. «Noi lo accettiamo, ma la Svizzera deve accettare che se si vuole proseguire con una relazione basata su accordi bilaterali, abbiamo bisogno di risolvere i problemi istituzionali e dobbiamo giocare tutti con le medesime regole del mercato unico». Insomma: «È una questione di equità e giustizia».
La questione viene affrontata a livello federale. Mavromichalis auspica che si riesca a trovare una base per una soluzione comune, «soprattutto per i cantoni di confine che sono particolarmente interessati a una buona relazione con l'Unione europea. Questi ultimi possono certamente contribuire a trovare una soluzione».
La libera circolazione, in Svizzera e in Europa - Un tema particolarmente scottante in Ticino è quello della libera circolazione, come ha ricordato Bertoli. Mavromichalis ha osservato che la questione riguarda non soltanto i rapporti tra il Ticino e l'Unione europea (nello specifico la vicina Italia), ma anche quello tra i vari cantoni elvetici: «Come mi hanno spiegato, un lavoratore qualificato a Zurigo guadagna il 15-20% in più che in Ticino: quindi i ticinesi vanno a Zurigo, mentre quelli di Milano vengono qui. È un fenomeno generale in Europa».
L'attacco russo «è inaccettabile» - «L'Unione europea è un progetto di pace. E quello che sta accadendo in Ucraina ci sta preoccupando molto. Una guerra di conquista non provocata è qualcosa di inaccettabile nell'Europa del ventunesimo secolo» ha infine detto Mavromichalis, parlando del tema di maggiore attualità, il conflitto tra Ucraina e Russia.