Cinque dipendenti rimasti senza lavoro. Preoccupazione e rabbia tra i lavoratori.
La direzione: «Tagli dovuti al forte impatto causato dalla pandemia nelle abitudini dei consumatori»
LUGANO - Lavorava alla Steg da 27 anni. Lo dice quasi con orgoglio ricordando che fu assunto nel 1994 nella filiale di Ebikon (Lucerna). Una vita fedele all’azienda. Poi, da un giorno all’altro la comunicazione che resterà a casa, perché i due negozi Steg a Lugano e Giubiasco, chiuderanno i battenti.
Quattro dipendenti e un apprendista restano senza lavoro. L’amarezza è tanta. «Ora mi ritrovo a 52 anni in disoccupazione, e sarà molto difficile trovare lavoro per me e per i miei colleghi» ci dice un altro dipendente attivo alla Steg da quasi 20 anni. Tanta preoccupazione per il futuro, ma anche tanta rabbia per il presente. Soprattutto per i modi in cui è avvenuta la comunicazione. «Non c’è stata offerta nessuna possibilità, nemmeno la proposta di andare a lavorare nella Svizzera interna, siamo stati licenziati con totale disumanità».
Nelle scorse settimane un responsabile Steg era giunto in Ticino per incontrare il personale e comunicare loro il licenziamento. «Si sono appellati al fatto che ormai tutti acquistano online, hanno pure tirato fuori la scusa della pandemia, quando in realtà proprio in quel periodo si continuava a lavorare tanto».
Contattato da tio.ch/20minuti Daniel Meier, direttore delle vendite di Steg, si è limitato a ribadire che i tagli sono dovuti «al forte impatto causato dalla pandemia nelle abitudini dei consumatori». In Ticino in tutto sono rimasti senza lavoro quattro impiegati a tempo indeterminato e un apprendista. «A causa della nostra organizzazione regionale non è stato possibile trasferire alcun collaboratore presso altre sedi» ha spiegato. La catena tiene a precisare che resta a disposizione della clientela ticinese "a distanza" tramite un servizio di assistenza in italiano che verrà introdotto a breve. Anche il negozio di Marin (NE) è prossimo alla chiusura, precisa Meier.