Un'iniziativa popolare intende vietare i fuochi d'artificio. E, in Ticino, c'è chi non li venderà più.
A pesare è il pericolo di incendi e l'impatto sugli animali e l'ambiente. A Lugano e Bellinzona, però, lo spettacolo pirotecnico non mancherà.
BELLINZONA - Fuochi d’artificio sì. Fuochi d’artificio no. A meno di due settimane dai tradizionali festeggiamenti del 1° d’agosto, il dibattito accende il Ticino. Dopo il lancio dell’iniziativa popolare “Per una limitazione dei fuochi d’artificio”, che intende vietarne il commercio a livello federale e, in gran parte, l’utilizzo, Migros Ticino ha infatti annunciato ieri che non venderà più materiale pirotecnico.
Stop ai botti - I fuochi causano lo spargimento «di polveri fini» che inquinano suolo e acque, «favoriscono incendi boschivi», soprattutto in periodo di siccità, e «possono causare spavento e stress per bambini e animali». Queste le motivazioni addotte dal gigante svizzero della distribuzione, le stesse degli iniziativisti. Intanto, però, il Ticino si prepara alla festa nazionale, e i Comuni sembrano non voler rinunciare ai botti.
Protetti dall'acqua - Tra questi anche Lugano, che il primo d’agosto, solo per i fuochi d’artificio, spenderà 72mila franchi. Il problema incendi, secondo il vicesindaco Roberto Badaracco, sulle rive del Ceresio andrebbe però ridimensionato. «I fuochi d’artificio, a Lugano, vengono fatti sopra il lago. Il rischio d’incendio è quindi quasi nullo, e certamente molto maggiore in altri comuni».
Animali spaventati, proprietari arrabbiati - La Città riconosce però, e per esperienza diretta, i disturbi che i fuochi d'artificio possono creare agli animali. «Abbiamo avuto un caso delicato, in questo senso, di recente», ammette Badaracco. «In occasione degli Harley days è stato fatto un piccolo spettacolo pirotecnico. Purtroppo c'è stato un problema di comunicazione da parte dell’organizzazione, e i fuochi erano inaspettati. Abbiamo così ricevuto diverse critiche da parte di proprietari i cui animali sono rimasti molto spaventati dai botti. E queste persone si sono dette scioccate dalla mancanza di informazione». La promessa è però che l’errore non si ripeta più: «Quello che facciamo solitamente, e faremo anche per il primo d’agosto, è trasmettere un’informazione molto puntuale sull’orario in cui si svolgeranno i fuochi. In questo modo, per quella mezz'oretta, i proprietari potranno fare in modo che i loro animali non li sentano, o che li sentano il meno possibile».
«L'impatto è minimo» - Dal punto di vista ambientale, invece, Badaracco specifica che in Svizzera «ci sono delle direttive molto severe da rispettare per quanto concerne i fuochi d’artificio». Da alcuni anni, aggiunge poi, «scegliamo una ditta ticinese specializzata in pirotecnica che sta molto attenta a livello ambientale». E a dimostrarlo sarebbe uno studio condotto proprio dall’azienda stessa. «Secondo un rapporto da loro stilato, basato sul nostro primo d'agosto e su altri eventi che includono spettacoli pirotecnici, l’impatto ambientale dei fuochi, a livello di CO2, è minimo». Pari, addirittura, allo 0,2% delle emissioni di CO2 totali prodotte mediamente da questo tipo di manifestazioni. Le fonti di inquinamento principali, in questo contesto, sarebbero invece «i trasporti utilizzati dalla popolazione per accorrere all’evento e l’organizzazione dei pasti, soprattutto per quanto concerne il consumo di carne».
Fuochi anche all'ombra dei castelli - A non volersi privare del momento di spettacolo è anche la capitale. Che per l'occasione spende 20mila franchi in pirotecnica. Per Bellinzona, «la celebrazione della festa nazionale con i fuochi d’artificio è una tradizione, un momento di festa che unisce giovani, famiglie e anziani». Perciò, «pur ponderandone le controindicazioni, allo stato attuale il Municipio ritiene che sia opportuno mantenerli». Si tratta, viene sottolineato, dell'unico evento di questo genere a Bellinzona, «e viene organizzato da un’azienda specializzata nel rispetto di tutte le normative vigenti».
Fuoco-minaccia? «Si valuterà» - E, riguardo al problema siccità: «La valutazione dell’eventuale pericolo di incendio di boschi sarà fatta in prossimità dell’evento stesso, come prassi da sempre, in coordinamento con gli enti preposti, tra cui il comando del corpo pompieri». La Città ritiene inoltre sufficiente, per quanto concerne gli animali, «l'informazione capillare che viene fatta».
«No ai fuochi, ma per questioni logistiche» - Niente fuochi, invece, in quel di Ascona. Ma non per motivi legati a animali, siccità o ecologia. «La nuova disposizione della piazza, decisa per la bella stagione in accordo con i ristoratori, ha le terrazze a lago», spiega Stefano Steiger, presidente dell'Associazione manifestazioni Ascona. I tavolini degli esercizi pubblici si trovano quindi non solo sul lato degli edifici, ma anche sul fronte lago, «il che crea dei problemi, per l’organizzazione di uno spettacolo pirotecnico, a livello logistico». Questo, «perché i fuochi d'artificio comportano un afflusso di diverse migliaia di persone, che sarebbe difficilmente gestibile con i nuovi spazi».
Un Capodanno scoppiettante - Ascona opta dunque, come l'anno scorso, per uno spettacolo con le fontane danzanti. Ma non rinuncia, guardando al futuro, ai fuochi. «Verranno comunque riproposti il primo dell'anno», sottolinea infatti Steiger. E, riguardo al fattore green: «La ditta che se ne occupa sta molto attenta all'impatto ambientale».