La concentrazione d'inquinanti atmosferici presenti nell'aria non rispetta del tutto le norme previste in materia
Lo ha dimostrato lo studio “Qualità dell’aria in Ticino", condotto dal Dipartimento del territorio
BELLINZONA - I limiti prestabiliti per legge sono stati superati, anche quest'anno. Il Dipartimento del territorio annuncia la pubblicazione del rapporto “Qualità dell’aria in Ticino" riferito all'anno 2021, in cui vengono riportati i livelli di sostanze inquinanti potenzialmente nocive per la salute. Vi sono infatti dei limiti, stabiliti dall’Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (OIAt) a cui bisogna sottostare per garantire il benessere della popolazione.
Come già successo negli anni passati, le regole imposte sulla quantità di diossido di azoto (NO2), ozono (O3) e polveri fini (PM10) presenti nell’aria, sono state solo parzialmente rispettate durante il corso del 2021. L’evoluzione pluriennale rimane tuttavia positiva grazie anche alla riduzione delle emissioni derivante dal progresso tecnologico in diversi settori (traffico, settore industriale, economie domestiche).
L'aiuto della Meteo
Nel 2021 le maggiori emissioni di inquinanti dovute alla ripresa delle attività e al ristabilimento dei flussi di traffico dopo il lockdown sono state compensate da condizioni meteorologiche favorevoli per la qualità dell’aria, in modo particolare da una quasi totale assenza di periodi prolungati di stabilità atmosferica. Da qui i valori di NO2 sostanzialmente simili a quelli registrati nel 2020 e che vanno ad allungare una serie di primati stabiliti con notevole frequenza e regolarità durante gli ultimi anni.
Anche per quanto riguarda i livelli di O3 il 2021 è stato un anno favorevole: l’estate 2021 ha infatti presentato una temperatura media di poco superiore alla norma, condizioni meteorologiche sempre piuttosto variabili e solo poche giornate tropicali. Infine, anche le medie annue delle PM10 che si attestano sui livelli dell’anno precedente.
Il ruolo del Sahara
A influire maggiormente sul bilancio annuo è stato l’eccezionale afflusso di polveri di origine sahariana verificatosi durante l'ultima decade di febbraio che, sommato all’inquinamento derivante dalle attività umane, ha portato le concentrazioni nell’aria a superare abbondantemente la soglia di allarme, con conseguente introduzione da parte del Dipartimento del territorio di misure urgenti per fronteggiare una situazione di smog acuto. Nonostante questi episodi si conferma nel contesto il trend positivo in atto da una dozzina di anni circa.